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Interessante dibattito sulla Costituzione della Repubblica Italiana

Ascoli Piceno | Il referendum promuove cambiamenti alla seconda parte della Costituzione. Il comitato nazionale e piceno “Salviamo la Costituzione” difende la coerenza essenziale tra la prima e la seconda parte della Costituzione.

Presso la sala Marco Scatasta si è svolto un interessante dibattito organizzato dal Comitato Piceno “Salviamo la Costituzione”. Invitato per l’occasione il docente dell’Università di Teramo il professor Adolfo Pepe, hanno introdotto l’argomento i rappresentanti della Cgil e Cisl rispettivamente Giancarlo Collina e Galanti Rolando.
 
Il professor Adolfo Pepe dopo aver parlato delle condizioni sociale e delle modalità con cui l’Italia si è avviata dopo la fine della seconda guerra mondiale, verso lo sviluppo economico ed industriale, senza alcun indugi è entrato nel cuore dell’argomento ricordando che se prevarranno i Si, ci sarà un allontanamento culturale dai più importanti paesi dell’Unione Europea.
 
L’introduzione del “Premierato forte” secondo il professore, ha molte analogie con le democrazie autoritarie dell’est europeo, senza contare la devolution e il Senato federale, forze disgregatrici che minano l’Unità nazionale e la capacità di contrattazione nei confronto dei partner europei.
 
Agli occhi dei paesi europei l’Italia ancora una volta si manifesta come un laboratorio ma non di democrazia ma di “autoritarismo”, accadde con le innovazioni politiche apportate da Mussolini che poi sfociarono in Italia nel fascismo e aprirono la strada in Germania al nazismo. Oggi, le forze conservatrici europee manifestano preoccupazioni per questo modello politico-culturale proposto da Berlusconi durante la sua legislatura.
 
Le forze economiche europee manifestano preoccupazioni per via di quello che può definirsi un precedente all’interno di una democrazia fondatrice della Comunità Europea e che può essere preso ad esempio da altre nazioni. Preoccupazioni che sfociano in un aperto dissenso a quello che fu il governo Berlusconi in Italia e al suo comportamento in Europa: in questi ultimi anni non sono mancate le critiche sui maggiori quotidiani europei.
 
Questo perché negli Stati Europei avanzati come la Francia, la Germania e l’Inghilterra, i poteri economici si pongono all’opposizione della politica, invece in Italia c’è una forte commistione tra potere-ricchezza e democrazia.
 
la riforma mina lo stato sociale e le leggi che tutelano i lavoratori, valori che possono essere sostituiti dalla pura e mena legge di mercato e porterà alla creazione, su materie fondamentali come la sanità, la pubblica istruzione e la sicurezza pubblica, di 20 diversi modelli regionali costruiti a seconda della forza di ogni singola regione, ed è noto che la disuguaglianze è una limitazione delle libertà.
 
La prima parte della Costituzione dice che la Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro, parla in primis delle politiche pubbliche, di eguaglianza e quindi di universalità dei diritti, della funzione pubblica promotrice di coesione sociale e di sviluppo, di partecipazione della società attraverso le sue forme organizzate e del Parlamento come luogo della sovranità democratica. Il comitato nazionale e piceno “Salviamo la Costituzione” difende la coerenza essenziale tra prima e seconda parte della Costituzione.
 
Non è escluso che se viene approvato questo nuovo modello organizzativo dello Stato e se non c’è una reale ripresa dell’economia, l’Italia rischia di essere messa alle porte della Comunità Europea. Si aggiunge oltre ad un modello industriale abbandonato a se stesso e retrogrado una organizzazione dello Stato fortemente federale che declina alle regioni, alle province e ai comuni il compito dello sviluppo delle singole comunità.
 
Non è così che l’Italia si modernizza, non è così che i comparti produttivi trovano la loro dimensione nel mercato europeo e mondiale. Durante il dibattito sono intervenuti l’assessore provinciale Mandozzi, il professor Tonino D’Isidoro che ha parlato di “Nazionalismo Regionale”.

17/06/2006





        
  



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