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I Motivi del nostro «NO»

Ascoli Piceno | Referendum costituzionale: una scelta per unire il Paese

A cura di Iachetti Giuseppe (Presidente dell’Alveare)
 
La nostra contrarietà alla legge di riforma costituzionale sottoposta a referendum confermativo riguarda anzitutto una questione di metodo: si è proceduto alla modifica di 50 articoli della Costituzione, che trasformano le regole del nostro vivere associato, con soli 9 voti in più della maggioranza richiesta all’ultima lettura e con il solo sostegno della coalizione di governo.
 
La nostra Costituzione è frutto della lotta di Resistenza e segno della riconquistata libertà dell’Italia; essa rappresenta l’identità collettiva del nostro popolo ed è scaturita da una condivisione ampia, per cui le riforme della Carta Costituzionale non dovevano, non devono e non dovranno mai essere affidate alla sola maggioranza di governo.
 
Il nostro “NO” nel merito non è né ideologico né di schieramento, ma contro una revisione della Costituzione sbagliata, che produce “guasti e danni” ed è anche inutilmente “costosa per le tasche dei contribuenti”. 
 
Questo provvedimento è pericoloso per l’unitarietà dello Stato, aumenterebbe le differenze tra Nord e Sud e avvierebbe l’Italia verso una rischiosa frattura; basti pensare alla regionalizzazione di sanità, scuola e polizia. Tutto questo è costruito su un disegno istituzionale del tutto squilibrato e incongruente, mentre il Paese necessità di un rafforzamento della difesa del sistema sanitario nazionale pubblico, di un sistema dell’istruzione pubblico, e di un vero sistema elettorale proporzionale a garanzia di una maggiore rappresentanza.
 
Dobbiamo difendere i principi della Costituzione repubblicana i cui valori di uguaglianza e solidarietà sociale sono ancora di grande attualità e modernità.
 
Siamo convinti che una netta vittoria dei “NO” al referendum è la condizione per aprire una stagione di confronto e di dialogo tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione e le forze sociali per dare al Paese le riforme istituzionali di cui ha bisogno. Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore il bene del nostro paese e la convivenza democratica a votare “NO” il 25 e 26 giugno 2006 e ad impegnarsi nella campagna elettorale che precederà il referendum.

15/06/2006





        
  



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