A cura del Partito della Rifondazione Comunista Circolo “Peppe Fanesi” – Ascoli Piceno

 

Il Partito della Rifondazione Comunista di Ascoli Piceno declina l’invito a partecipare alle iniziative previste per sabato 29 aprile per i sessant’anni di storia del Consiglio Comunale.

Con questo non intendiamo sminuire l’importanza di questa Istituzione, né dimentichiamo che nel dopoguerra anche la città di Ascoli, come il resto del paese, ha intrapreso quel lungo e faticoso processo di ricostruzione fisica e morale dopo il disastro e i crimini commessi dal nazi-fascismo.

Le Istituzioni democratiche rappresentano per noi un valore inestimabile. Crediamo però che questa amministrazione comunale e questa presidenza del Consiglio siano le meno indicate a lanciare questo genere di iniziative:

 

-         perché un avvenimento di tale importanza doveva essere preventivamente concordato e poi organizzato con il concorso di tutte le forze politiche presenti in consiglio, mentre anche in questo caso sono state usate le Istituzioni come mezzo per imporre la volontà della maggioranza;

-         perché la maggioranza di centro-destra non ha mai cercato un confronto con l’opposizione, neppure per questioni fondamentali come per esempio la stesura e l’approvazione del Bilancio o un piano generale di riqualificazione urbanistica che avrebbe dovuto considerare l’interesse pubblico e non invece interessi di parte;

-         per il rifiuto ostinato a riconoscere, fino a l’altro ieri, a chiare lettere nell’intestazione del Comune, il valore e i meriti di coloro che proprio sessant’anni fa hanno sacrificato la vita come combattenti partigiani e che hanno contribuito alla nascita di quelle Istituzioni, tra le quali il Consiglio Comunale, che adesso si commemorano;

-         per il silenzio assoluto del Sindaco, degli Assessori e dei Consiglieri di maggioranza in merito alle devastazioni protratte ai danni delle sedi politiche di alcuni partiti del centro-sinistra e sindacati, silenzio che si è interrotto solo una volta e di recente per ribadire e stigmatizzare tali gesti come semplici, sporadici e casuali atti di teppismo individuale;

-         per il fatto che il Comune dovrebbe piuttosto commemorare, con lo stesso impegno spettacolare, eventi come il 25 aprile o il Primo Maggio (che sono date fondanti della nostra storia repubblicana), e invece tutto tace;

-         perché questa commemorazione dei sessant’anni di vita amministrativa (sessant’anni, si ricordi, dalla fine di quel regime che qualcuno della maggioranza di centro-destra ancora guarda con nostalgia) suona come un’autocelebrazione e un’autoassoluzione per il degrado politico, sociale, culturale, amministrativo che in questi anni si è prodotto e si perpetua.

 

Per questi motivi il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista di Ascoli Piceno ed anche altri consiglieri del passato, fra i quali Guido Cappelloni, non parteciperanno alla celebrazione.