La Rosa nel Pugno con forza porta all’attenzione della stampa il suo ruolo di partito laico, socialista, liberale e riformista. Un movimento politico quotidianamente osteggiato e frainteso dai “media” che lo dipingono in perenne contrasto con le istituzione ecclesiastiche, riducendo così una forza laica, democratica, che si batte per le libertà personali e che vuole realizzare un nuovo umanesimo sociale all’incarnazione dell’anticristo.

 

Una tendenza nazionale per tarpare le ali ad una forza riformatrice, che crede profondamente nello Stato ed ha una spiccata etica pubblica. Il segretario provinciale della Rosa nel Pugno il professor Antonio D’Isidoro ha insistentemente ribadito tali concetti e le posizione assunte dal partito della Rosa nel Pugno, il quale non mira solo al riconoscimento dei Pax.

 

La Rosa nel Pugno è per una convinta laicità dello Stato, è per una scuola pubblica non confessionale e quindi non accetta che le ore destinate alla religione diventino momento di catechesi, esistono logicamente luoghi appositamente deputati a tale scopo. Dalla conferenza emergono curiosità che invitano a riflettere: gli insegnati di religione sono direttamente nominati dalla curia Vescovile, inseriti all’interno della scuola diventano insegnanti di ruolo, quindi dipendenti pubblici a tutti gli effetti senza però aver fatto il concorso pubblico. Sono quindi esonerati dal dimostrare allo Stato le loro capacità professionali, una disposizione feudale che non poggia su nessun presupposto democratico e meritocratico.

 

La Rosa nel Pugno è composta dai Socialisti Democratici Italiani, i Radicali Italiani, dall’Associazione Luca Concioni e dalla Federazione Giovani Socialisti e ha lo scopo di difendere i diritti dei cittadini e delle libertà individuali, politiche e religiose. Vuole avere la possibilità di esprimersi in tematiche antagonistiche e con trasparenza approfondire i grandi temi che interessano la società italiana.

 

Localmente vanta rappresentanti illustri e di governo come il professor Antonio D’Isidoro, l’assessore provinciale con deleghe al Decentramento e Circondari, URP, Politiche Comunitarie e Sport Nino Capriotti, la dottoressa Tiziana Antonucci vice presidente dell’Aied (il primo consultorio sorto in Italia), ma anche Giampaolo Gabrielli dirigente nel pubblico impiego, Mariella Pignoloni insegnate e Laura Pistoni lavoratrice impegnata nel settore socio-sanitario.

 

Ad uno ad uno i candidati hanno illustrato le proprie competenze nei vari settori della vita pubblica, riuscendo a raffigurare con completezza possibili soluzioni a problematiche che affliggono l’Italia e il Piceno. Si è quindi parlato di viabilità, dei servizi sociali, del lavoro, dello sviluppo della conoscenza e per Ascoli Piceno dell’Università, della mancanza di una seria programmazione di eventi culturali e del ruolo che la città sta acquisendo per via del cattivo governo proposto dal centro destra.

 

Dalla conferenza stampa si alza un grido di allarme a causa di eventi politicamente scorretti ai danni del partito della Rosa del Pugno che vede strappati sistematicamente i propri manifesti elettorali. La perdita economica legata al verificarsi di questi atti vandalici e la costante strumentalizzazione del programma elettorale proposto dalla Rosa nel Pugno inaspriscono anche localmente la campagna elettorale. Venerdì 31 marzo alla Sala Pertini di Offida alle ore 21.00 ci sarà l’incontro dibattito con Marco Perduca su “Antiproibizionismo: le proposte della Rosa nel Pugno”.