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Approvata delibera per la tutela delle acque pubbliche

Ascoli Piceno | Il presidente Rossi non esclude che con questa regolamentazione alcune concessioni possano essere accolte

di Federico Biondi


La giunta provinciale ha deliberato l’atto “Definizioni, criteri di tutela transitori e misure di raccordo per la captazione, utilizzazione e derivazione di acque nel territorio della Provincia di Ascoli Piceno”. È l’unica provincia delle Marche che si dota di una regolamentazione, seppur transitoria, aspettando che chi dovere legiferi in tal senso. L’amministrazione provinciale ha chiesto alle autorità competenti di legiferare anche perché il rilascio delle concessioni per lo sfruttamento delle acque termali e minerali sono divenute con la Legge regionale n°10 del ’99 di sua competenza.
 
Un atto complesso frutto di un approfondito lavoro da parte degli uffici del servizio ambiente dell’amministrazione provinciale in collaborazione con il Parco dei Monti dei Sibillini. Il presidente Rossi durante la conferenza ha illustrato gli atti con cui si sollecitava le autorità di bacino e l’amministrazione regionale a fornire documentazione sulla situazione attuale e dei relativi strumenti di programmazione e di tutela delle risorse idriche, come tra l’altro ribadisce la Comunità Europea nel trattato Costituzionale.
 
Documenti tecnici necessari che rivelano lo stato delle risorse idriche del territorio provinciale, in modo da far fronte alle diverse richieste pervenute all’ente provinciale (imbottigliamento delle acque o sua captazione per uso termale). La giunta Rossi per far fronte a queste richieste si è dotata di uno strumento amministrativo chiaro che stabilisce dove e come si possono rilasciare concessioni per lo sfruttamento delle falde acquifere. Un atto estremamente importante che classifica il territorio scientificamente.
 
La delibera approderà sui tavoli dei comitati tecnici del Bacino Interregionale del Tronto e dell’Autorità di Bacino Regionale per un parere. L’amministrazione provinciale ha agito con il principio di precauzione amministrativa, prendendo atto degli studi realizzati fino ad oggi per fissare delle regole e dei criteri oggettivi di valutazione.
 
Le richieste di concessione pervenute all’amministrazione provinciale fino ad oggi sono otto, tra queste c’è la richiesta del Sindaco Petrucci di Arquata del Tronto di prelevare una determinata quantità di acqua sorgiva per produrre acqua oligominerale in bottiglia, al fine di recuperare posti di lavoro per un territorio montano depresso economicamente.
 
Il presidente Rossi non esclude che con questa regolamentazione alcune concessioni, tra cui quella chiesta a gran voce da Petrucci, possano essere accolte a determinate condizioni.
 
Il documento è molto tecnico, il parere sul rilascio o no di una concessione non sarà assolutamente deciso politicamente, ma dai servizi tecnici dell’amministrazione provinciale e dalle autorità di bacino secondo un preciso protocollo operativo di valutazione.
 
L’assessore all’ambiente Massimo Marcaccio puntualizza che non c’era una normativa che regoli tali attività, “l’amministrazione regionale in passato ha rilasciato concessioni in modo indiscriminato. Una eccezioni stava divenendo una regola”.
 
Il presidente Rossi ci tiene a diversificare la sua attività amministrativa con quella di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, come patrimonio collettivo da non depauperare. La direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo precisa “L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”.
 
Oltre a ciò è necessario specificare che la regione Marche stabilì con la Legge n°18 del 22 giungo del 1998 che “le acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici sono da considerarsi una risorsa e riserva strategica della regione da tutelare e salvaguardare”.
 
Le norme nazionali per la ricerca di acque minerali e per la derivazione di acque pubbliche risalgono in alcuni casi alla prima metà del XX secolo e le più recenti fanno comunque riferimento a quanto stabilito dalla Comunità Europea.
 
In definitiva il documento si rivela uno strumento operativo lungimirante che tutela tutti cittadini della Provincia di Ascoli Piceno, alla sua stesura hanno contribuito in modo determinante il dirigente del servizio ambiente Roberto Fausti in collaborazione con il servizio di protezione civile e i tecnici del Parco dei Monti Siillini.
 
La decisione di rilasciare concessioni sarà un atto amministrativo e si avranno novità nel mese di marzo, intanto l’amministrazione provinciale sta realizzando una serie di progetti per informare ed educare i cittadini a bere l’acqua che sgorga dai rubinetti della rete idrica. In programma progetti nelle scuole di Ascoli Piceno, Fermo e San Benedetto del Tronto per scoprire le proprietà organolettiche e la composizione dell’acqua.
 
Interessante è la distribuzione di erogatori di acqua nelle scuole, nelle mense, nei poliambulatori e con accorgimenti particolari di ordine igienico negli ospedali. È importante specificare quanto sia oneroso per il cittadino acquistare usualmente acqua in bottiglia, se si confrontano il costo a metro cubo e la qualità di quella della rete idrica, soprattutto in un territorio fortunato come il Piceno, dove l’acqua è abbondante e tradizionalmente controllata dagli organi preposti.

15/02/2006





        
  



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