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“Il coraggio dell’utopia ottimistica per sconfiggere le inquietudini del nostro tempo”

Ascoli Piceno | Dopo una breve introduzione dell’assessore all’istruzione Giovanni Silvestri e i saluti del sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani, Don Oreste Benzi parla alla giovane platea delle sue esperienze di vita vissuta

di Federico Biondi


Don Oreste Benzi presso la multisala del cinema Piceno ha incontrato gli allievi delle scuole medie inferiori di Ascoli Piceno. Un incontro organizzato dall’assessorato alla pubblica istruzione che ha lasciato sicuramente un segno ai giovani allievi e alle giovani allieve presenti in sala. Dall’incontro dibattito è sicuramente emerso che Don Oreste Benzi alla veneranda età di ottanta anni emana un’energia vitale come pochi uomini riescono a fare.  

Parla senza remore di una società che ha dei lati oscuri, di una società che in alcuni casi non ha la capacità di amare il prossimo. Un amore inteso come fratellanza, rispetto, felicità di vivere la vita. Quello di Don Oreste è un discorso di un uomo che nella sua esistenza ha conosciuto, incontrato e soccorso decine di persone bisognose. Di un uomo che seguendo la parola di Gesù ha aperto un dialogo e un confronto schietto con le persone.
 
Esorta le giovani e i giovani a dare un forte impulso ad un cambiamento che è necessario affinché tutti possano godere della vita al meglio. Incita i giovani a prendere le redini del presente per creare una società migliore, di avere coraggio, lo stesso coraggio che ebbe “Cristo” quando riuscì a dare un nuovo impulso alla vita, ai rapporti sociali. Avere quindi il coraggio di capire se stessi e di non aver paura del male ma del bene che non c’è.
 
Durante questa manciata di ore i ragazzi e le ragazze di Ascoli Piceno hanno ascoltato racconti di loro coetanei sfortunati, come per esempio di Mirco di 9 anni malato di Aids e senza genitori, ma anche di meno giovani come Evelin meretrice trovata morta in un casolare di campagna dopo esser stata torturata. In questo ultimo caso è lo stesso Don Oreste Benzi a fare il Mea Culpa, dato che non è riuscito a strappare dalle mani di uomini crudeli questa giovane vita.
 
Esperienze dure, crude, che rappresentano la quotidianità in alcune città, anche marchigiane ma ben raccontate. C’è sempre una porta aperta che dà la speranza di un mondo che può cambiare, una speranza che mitiga che va incontro ai giovani ascoltatori che dalla platea applaudono. Don Oreste riesce anche a sdrammatizzare facendo sorridere i giovani ascoltatori e tra un racconto e l’altro incita a dare una svolta per cambiare le cose.
 
“Avete delle responsabilità – dice Don Oreste Benzi rivolgendosi ai ragazzi – liberate il mondo che soffre”. Porta con se Don Oreste anche degli esempi concreti. Era presente Daniele che ha quaranta anni e una casa famiglia con sei figli, di cui tre avuti dalla sua moglie Annalisa e tre adottati. Quest’ultimi sono tutti portatori di handicap, Vittorio è celebroleso e Marco è autistico che ha passato i primi sei anni della sua vita chiuso dentro uno stanzino.
 
C’è anche nella Provincia di Ascoli Piceno una casa famiglia della grande Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, associazione fondata da Don Oreste nel lontano 1968 e che è presente in 22 stati del mondo, retta da Claudia una giovane mamma sanbenedettese che insieme a suo marito ha attualmente 14 pargoli.
 
Questi sono esempi di vita concreti proposti da Don Oreste Benzi: è possibile dare del bene incondizionatamente e vivere una vita piena di felicità, impegnativa sicuramente, con tante preoccupazioni ma bisogna avere il coraggio di non abbandonare il prossimo e di non avere paura di ciò che non si comprende.
 
Nel messaggio lanciato da Don Oreste Benzi è implicita l’esistenza di cammini diversi per realizzare se stessi, percorsi non codificati e tutti da scoprire, “Il sentiero che porta a Cristo e irto, curvo e difficile ma non per questo meno bello”.
 
Quando parla delle ragazze anoressiche e delle loro problematiche la giovane platea applaude di cuore, questo è un problema delle nuove generazione è il problema dell’amica e perché no dell’amico di banco.

02/05/2006





        
  



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