“Presidente, è più amareggiato o arrabbiato. “. Alberto Soldini ci mette un po’ a rispondere mentre cerca di riprendere il controllo. Pochi minuti fa si è trovato ad un passo dall’aggressione fisica quando, sfidando la collera dei tifosi, si è recato all’ingresso della Curva Nord per cerare di intavolare un discorso diretto con un gruppo di tifosi inferociti per l’ennesima brutta prova della squadra e per il goal validissimo ( Rai 3 Regione lo ha proposto al rallentatore) annullato alla Samb. Prima aveva cercato di portare tutti i giocatori a rendere conto della loro prova al diretto cospetto dei tifosi ma evidenti ragioni d’ordine pubblico ne hanno sconsigliato la messa in pratica.

“Penso che un risultato negativo di ben quattordici partite siano difficili da spiegare e ancora più difficile da digerire per questi nostri splendidi tifosi. Non riesco a capacitarmi di cosa può bloccarli. Fisicamente la squadra è a posto. Le pendenze finanziarie sono state per la maggior parte saldate. L’allenatore è un ex campione di provata esperienza. Voi dite che i ragazzi ce l’hanno messa tutta ma a me sembra che si possa fare qualcosa di più. Dovevamo giocare almeno un tempo con la stessa intensità degli ultimi cinque minuti. Il Ravenna non avrebbe retto molto. Il nostro avversario non era certo irresistibile”.

Pensa di adottare provvedimenti?
“Stiamo pensando ad un ritiro per cercare di trovare un po’ di pace e di concentrazione anche se personalmente non credo molto a questo tipo di soluzioni. Io ne faccio una questione di rapporto di lavoro. Tu lavori ed io ti pago: né più né meno. Fin’ora, e spero di sbagliarmi, non mi sembra che le due cose si siano sempre equivalse. Ogni volta mi dico che abbiamo toccato il fondo e che ora s’inizia la risalita ma poi eccomi di nuovo qui a commentare un’ennesima delusione. Ho preso una società sul baratro economico e mi sono ritrovato una situazione come quella delle azioni sequestrate che mi hanno provocato un serio danno a livello d’immagine sportiva ed imprenditoriale anche se in via del tutto estraneo alla mia persona ed al mio comportamento. In settimana vedremo cosa fare ma sicuramente accadrà qualcosa”.

Il lavoro dell’allenatore sarà messo in discussione?
“Caso mai dovrebbe essere il comportamento di qualche giocatore ad essere messo sotto esame. Licenziare un allenatore è troppo facile. E’ un modo usato ed abusato per nascondere le proprie responsabilità di Presidente e non sono il tipo. Non penso neanche lontanamente a lasciare come alcuni tifosi esasperati mi hanno gridato dietro. Se io lascio la Samb fallisce. Punto e basta. Con questa classifica nessuno si sognerebbe di farsi avanti. Chiedete a Mastellarini quanto ha penato per poter vendere. Molti pensano che quella di San Benedetto è una piazza difficile ma a me piacciono le sfide. Pensate che mi faccia piacere lasciare la mia famiglia a Roma e scendere fino a San Benedetto per vedere la squadra giocare in quel modo ?”

Non le sembra che dopo una partita del genere con un finale caotico andare ad affrontare i tifosi possa essere interpretato come una sfida?
“I nostri tifosi sono tutti ragazzi mossi dall’entusiasmo e dall’amore per la loro squadra. La decisione di andarli a trovare è stata presa sulle ali dello stesso entusiasmo che adotto io nel fare le cose. Non ci siamo capiti ma sono un tipo che mi piace parlare in faccia per questo sono andato da loro direttamente invece di farlo a mezzo stampa come stiamo facendo adesso. Loro hanno diecimila cervelli che pensano ad una cosa sola: la Samb. Io invece ho un solo cervello che deve pensare a diecimila cose che sono i problemi attuali della squadra. La differenza è tutta qui”.