"Il mio amore per la città non è riconosciuto, ma io vado avanti" . Lo sfogo di Bachisio Ledda nasce dal trattamento penalizzante riservato a lui e al suo staff nella organizzazione della Sagra del Buon Mangiare, pensata e voluta come evento promozionale per le squadre di calcio e volley della città, di cui City Poste è diventata il Main Sponsor. Segno dell'atteggiamento di un'amministrazione comunale che non riconosce gli sforzi fatti e non ritiene nemmeno di dover preservare buoni rapporti con chi sta dando l'anima a questa città.

La manifestazione, costata 10.000 € solo per l'eccellente programma artistico che ha richiamato turisti e appassionati di musica e cabaret, a cui si aggiungono altre 10.000 € per le bevande e il cibo di qualità, è stata gravata di ulteriori 18.000 € per le spese organizzative. Una parte cospicua di esse è stata necessaria per affittare e mettere a norma lo spazio demaniale concesso per l'iniziativa, l'ex galoppatoio raccomandato dal Sindaco perché ben attrezzato per ospitare manifestazioni del genere.

Ma così non era e dopo aver raccolto più di 1500 persone ogni sera intorno alla Samb e al Volley, dopo avere inviato una missiva al Sindaco per chiedere spiegazioni sullo esborso di 1.500 € per l'uso dell'area - che non sono state chieste alle altre organizzazioni che hanno allestito sagre in città nello stesso periodo - sul perché sia stata spacciata per ‘ben attrezzata' un' area impropria che solo di illuminazione è costata 2.000 € più altre 4.000 € per l'allestimento degli spazi totalmente sprovvisti di attrezzature, l'imprenditore sardo non si è visto degnare nemmeno di una risposta.

"Siamo soddisfatti per come è andata: abbiamo fatto 4.000 coperti e anche se dal punto di vista finanziario siamo andati sotto di 6.000 € la cosa che fa male è l'essere stati trattati così. La nostra è stata una festa per la città, per le squadre che ne tengono alto il nome in Italia, per i tifosi, per i turisti e i sambenedettesi che hanno assistito a ottimi spettacoli senza dover spendere nemmeno per un bicchiere d'acqua. Ma l'abbiamo fatto e lo rifaremo l'anno prossimo perché amiamo questa città. Solo non vorremmo essere presi in giro e che si abusasse della nostra vocazione. Spero che per l'approccio almeno verso le squadre e le esigenze che avranno per gli allenamenti e le gare cambi, e la smettano di penalizzarci".

Nessuno è profeta in patria, si sa, ma la tendenza a non riconoscere i meriti e l'impegno, ma anzi ad abusare della buona fede è purtroppo un modo infallibile per allontanare chi lavora per il bene comune.