Le emozioni che sono state regalate dalla rappresentativa italiana ai Mondiali 2006 sono eccezionali, ci hanno donato una ventata di dignità e di ottimismo.

In un gioco tra bandiere, inno Nazionale, tifo, si è ricostruito l’orgoglio di essere Italiani.

Spesso capita di vedere e di sentire, per lo più per una pseudo cultura della cosiddetta politica corretta, finaliz-zata a manifestare pubblicamente un certo imbarazzo di appartenenza alla nostra Nazione, creando così, un certo disagio nell’essere Italiani.

E’ quindi necessario, manifestare apertamente e senza timori l’orgoglio di essere Italiani e di amare la nostra Patria e la nostra Bandiera non solo durante i Mondiali di calcio.

Gli azzurri hanno ben rappresentato sul campo i nostri veri valori: l’impegno, la pervicace determina-zione, la fantasia, il talento, lo spirito di squadra, ma soprattutto la passione.

Ci hanno insultati, offesi, derisi, al di fuori di ogni spirito sportivo, ma nel silenzio e privi di ogni difesa da parte dei rappresentanti del Governo, noi Italiani sappiamo quando è il momento di impegnarsi e di dare il mas-simo, come hanno fatto i numerosi emigrati italiani che grazie al loro lavoro, ai grandi sacrifici affrontati, soprat-tutto vivendo in paesi diversi e molto spesso poco ospitali, nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti ad emer-gere in quelle società, arricchendo quelle Nazioni, dimostrando il vero senso della dignità e dell’orgoglio.

E’ vero il calcio è solo uno sport, ma certe doti di fondo sono insite nel carattere di un popolo che emergono quando e dove è necessario.

In Italia l'arte, la capacità inventiva, la bellezza non ha eguali con altri Paesi.

Con i nostri Azzurri cogliamo l’occasione di dimostrare quanto amiamo il nostro Paese, rispettando tutti i no-stri simboli come la Bandiera, le Frecce Tricolori che rappresentano la capacità tecnica e l’impegno degli italiani per giungere ad elevate mete, le Forze Armate in missione di pace che rappresentano la sensibilità degli italiani nell’aiutare gli altri popoli.

Riflettiamo su ciò che rispose, il giorno del funerale del Caporale Alessandro Pibiri deceduto in Iraq, il fratello Mauro a Diliberto - che nonostante il suo ruolo e la triste circostanza non ha rinunciato a denigrare il nostro Pae-se -: “Ma cosa sta dicendo … Mio fratello era andato laggiù per aiutare gli iracheni, non per fare la guerra, lei cosa ne sa …. I nostri militari in Iraq hanno portato l’acqua, la luce, aiutiamo le imprese a ricostruire”.

Per questi giovani, per gli emigrati, per gli Italiani che si emozionano davanti alla Bandiera e nell’ascoltare l’Inno di Mameli, non togliete al termine dei mondiali le bandiere dai Vostri balconi, lasciate che l’orgoglio nazionale vinca su tutti quei politici e proseliti detrattori della nostra Italia, amata nel mon-do, ma non da tutti gli italiani.