Fermo restando che il dato oggettivo in termini percentuali sul tasso di disoccupazione della provincia di Ascoli Piceno, fa emergere un quadro sicuramente preoccupante, l’economia provinciale ha tuttavia rivelato delle tenute importanti in alcune aree produttive fondamentali, in particolar modo nel comparto turistico, nell’agroalimentare e, più in generale nel settore del terziario.

Analizzando i dati in termini assoluti, risulta infatti che la provincia di Ascoli Piceno, si colloca
rispetto alle province di Macerata e di Pesaro/Urbino ben al di sopra per numero di occupati, sia uomini che donne, e seconda solo alla provincia di Ancona ( composizione occupati: 193.000 provincia di Ancona, 157.000 provincia di Ascoli Piceno, 156.000 provincia di Pesaro/Urbino, 129.000 provincia di Macerata).

Rispetto ad altre province italiane, appare confortante apprendere che la provincia di Ascoli Piceno con il suo 62% di occupati, si trova in termini occupazionali, al di sopra di altre provincie/regioni italiane: Sondrio (61,1%), Gorizia (60,9%), della regione Liguria (61,0%), così come di molte province toscane quali Grosseto (61,8%), Livorno (57,6%), Massa/Carrara(56,1%), Lucca (61,9), della provincia umbra di Terni (58,2%), e di tutte le province del meridione d’Italia.

Per quanto riguarda la divisione occupazionale della provincia di Ascoli Piceno tra dipendenti e
lavoratori autonomi si evince che la nostra provincia è fortemente vocata all’imprenditoria, alle libere professioni e, più in generale, al lavoro autonomo con una percentuale sul totale degli occupati del 35,7%. Elemento questo ultimo, che non può far definire la nostra provincia in crisi d’identità.