“Se la richiesta di carne bovina Marchigiana arriva a superare l’offerta effettiva ciò lo dobbiamo non solo alla qualità del prodotto e al lavoro delle imprese, ma anche alla capacità di assicurare l’origine della bistecca, venendo incontro alle richieste di quei due italiani su tre che pensano ‘se so da dove proviene, mi fido di più’”.

Lo afferma Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, annunciando un incontro sulle tematiche della tracciabilità e dell’etichettatura obbligatoria che si terrà dopodomani, giovedì 30 marzo, all’agriturismo Ca’ Montioni di Mercatello sul Metauro. L’iniziativa, organizzata da Coldiretti Marche in collaborazione con Bovinmarche, nell’ambito del progetto “Macrofiliera zootecnica marchigiana” avrà inizio alle ore 17.30 e vedrà la partecipazione del responsabile dell’Ufficio repressione frodi, Angelo Mangoni, e del direttore di Bovinmarche, Paolo Laudisio.

Proprio la Bovinmarche avviò nel lontano 1987 un innovativo sistema di tracciabilità, che ha poi portato all’etichettatura elettronica di ogni singolo taglio di carne e che rappresenta oggi un esempio per l’intera filiera zootecnica marchigiana. “Dopo l’aviaria siamo riusciti ad avere l’origine anche per la carne di pollo – conclude il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -, ma restano ancora ‘anonime’ quella di maiale e quella di coniglio. L’obiettivo è dunque rimediare a questa situazione che colpisce consumatori e imprese agricole, impedendo di mettere in trasparenza il legame col territorio.
La maggior parte degli allevamenti zootecnici opera, tra l’altro, nelle zone montane e svantaggiate, come nell’Urbinate, frenando lo spopolamento e conducendo una costante opera di manutenzione del territorio. Valorizzare le loro produzioni, e riequilibrare la distribuzione del reddito all’interno della filiera, aiuterà ad evitare che chiudano i battenti”.