Nostro malgrado leggiamo quanto contenuto nel comunicato stampa della segreteria regionale del PSDI che impone senza il confronto democartico con la base, e i dirigenti tutti, una linea politica che non tiene conto delle tradizioni riformiste democratiche di sinistra e, soprattutto, del lavoro della segreteria provinciale che ha profuso un sforzo appassionato per la ricostituzione del partito nella città.

Siamo convinti che, in un partito democratico come il nostro, debba essere la base a decidere la linea politica nell’interesse del bene comune e la nomina dei respopnsabili deve essere il frutto di una discussione tra gli iscritti e non una scelta del vertice regionale.

Pur non discutendo le direttive nazionali, è d’obbligo far presente che a livello amministrativo locale lo scenario politico e le scelte di campo sono state predeterminate scavalcando completamente il PSDI, malgrado fossero a tutti note le scelte nazionale del PSDI, non rispettando né la tradizione politica, caratterizzata dalla piena autonomia e dalla volontà di non assoggettarsi aprioristicamente ai partiti più grandi ( tale è stato l’insegnanento di Saragat) né gli uomini che compongono il partito completamente esclusi da ogni decisione.

Verò è che in precedenti riunioni, svolte con i compagni dello SDI, abbiamo posto il problema del rispetto e della pari dignità politica delle forze che compongono lo schieramento di centro sinistra, con l’espressa volontà di partecipare alle scelte ed ai programmi, ritenendo che l’interesse pubblico debba essere fondamentale e proritario rispetto agli interessi di alcuni individui.

Per tali ragioni, non accettiamo le decisioni gerarchiche né le imposizioni di forza convinti come siamo che nella democrazia debba essere il confronto e la dialettica a determinare le ragioni di una scelta.