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Andrea Pezzi ed i suoi “Mondi Nuovi” a Matelica

| MATELICA – Presentazione di un diario figurato di interviste a gente di popoli lontani

di Simone Menin


Verso le nove di ieri sera, quando sembrava che a Matelica tutti i cittadini si fossero rintanati nelle proprie abitazioni, sensibili al fresco vento che spirava sopra il corso Vittorio Emanuele ancora distrutto dagli scavi archeologici, un ragazzo alto e “bello di sua natura” (come lui si definisce) si avvicinava al teatro Piermarini per tenere quello che sarebbe dovuto essere un dibattito centrato sul suo nuovo libro “Nuovi mondi”.

 Andrea Pezzi, che veniva a presentare il suo lavoro, è volto noto e amatissimo di MTV, ha una rubrica settimanale su Il Sole 24 Ore alle spalle, è stato autore e conduttore di numerosi programmi televisivi di successo come Il Tornasole su RaiDue ed ora è al debutto come scrittore.

Moderatore Andrea Compagnucci al quale però il Pezzi ha tolto subito la parola convogliando l’attenzione del pubblico verso il suo volto e immergendo la mente dello spettatore fra i mille viaggi della sua ricerca e verso le intricate peripezie della sua mente riguardo i paesi della Cina e della Russia. Lo abbiamo incontrato prima della presentazione del libro per un’intervista:

Una nuova forma di scrittura, il diario figurato, edito da Acca per dare un valore aggiunto alla considerazione dei paesi di Cina e Russia.

Perchè scegliere Acca come editrice e quale il valore aggiunto del libro?
“Acca perchè l’idea è la loro, io ho fatto solo un documentario, sulla Cina e sulla Russia, sul Giappone, sull’India e sull’Iran ed ho scelto questi due paesi perchè il titolo del libro è Mondi Nuovi e solo questi due a mio parere hanno la possibilità di essere inclusi in un discorso di questo genere. L’editore ha visto i miei documentari e li ha trasformati in un libro che si legge come una sceneggiatura, ci sono i dialoghi in verticale e le mie idee e pensieri in orizzontale. Il valore aggiunto è quello di un occhio, il mio, della mia curiosità e non di una descrizione ad esempio della Russia perchè ovviamente queste pagine non possono racchiudere la descrizione di una realtà così complicata. Quello che ho cercato di fare è stato mettere in discussione gli stereotipi della nostra cultura alla luce e in chiaro scuro rispetto a quel tipo di mondo. Un cinese che parla a noi e ci dice molte cose che si contrappongono in modo anche contraddittorio con alcuni valori che a noi sembrano essere irrinunciabili e invece sono assolutamente relativi se visti a confronto con civiltà che stanno oggi prendendo in mano il mondo.”

Ecco, una delle frasi che mi è rimasta più impressa del libro è stata per esempio “Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà”, una frase di Napoleone che è stato interessante riportare per il significato ultimo del libro, secondo lei la Cina può essere un pericolo industriale per le dinamiche del mondo di oggi?
“Io credo assolutamente di si, ma non un pericolo nel senso negativo. Siamo in una cultura che è governata da riferimenti valoriali o pseudotali dell’America e non ho paura di affermare che nel giro di qualche anno la Cina farà la funzione per tutto il mondo che oggi è svolta dagli Stati Uniti. La fortuna dell’Europa è che, essendo a metà, e la Russia, essendo un grandissimo territorio che è in collegamento diretto con l’Asia e la Cina in particolare, potrebbe rimanere, se è sufficientemente intelligente, aggrappata perchè l’Europa rimane comunque il trasferimento di civiltà, di intelligenza in tutto il resto nel mondo. Lo è e lo sarà sempre e comunque perchè il genio europeo è un genio che questi popoli non conoscono. La forza della Russia, è, lo descrivo nel libro, la loro, secondo me, psicologia che si esplicita nel mito del drago ovvero di un popolo che può avere infinite gambe, un miliardo e trecento milioni di individui che però si univocano, stanno tutti insieme all’interno della volontà di un uomo solo e un partito unico, che non è una dittatura, è dittatura del popolo in un certo senso, così la definiscono loro da un punto di vista delle carte costituzionali però è una dittatura funzionale, pragmatica, dove a cuore c’è veramente il bene del paese e alcune riflessioni che ci sono in questo libro secondo me destano anche un pò di stupore rispetto a temi che noi diamo un pò per scontati come la democrazia. Nel senso che la stessa non va toccata ma il modo con cui la applichiamo forse si, in questo qualche discussione potremmo farla.”

Non mi sembra che il libro apporti considerazioni anche di tipo bellico in confronto alle altre potenze mondiali ma non crede che in un documentario anche questo aspetto debba essere tenuto in considerazione per quanto riguarda i rapporti internazionali?
“Mah, no, guarda, l’esempio dell’Iran, e il fatto che gli estremisti evidentemente vorrebbero fargli la guerra e non la fanno perchè l’Iran è sotto l’ala dei russi e dei cinesi ad un certo punto è un esempio che fa pensare e fa capire che la forza non ce l’hanno solo gli Stati Uniti. Al contrario, ogni volta che fanno una guerra la perdono se sono da soli.”

A questo riguardo mi permetto di ampliare la visuale riportando la conversazione a quello che è l’attuale situazione della Corea del Sud e del Nord. Pensa che gli attuali esperimenti nucleari e bellici siano un pericolo per il mondo?
“No, io non penso che sia un pericolo, non più di quanto lo siano gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti si sono erti a paladino del mondo senza che nessuno glielo chiedesse, hanno vinto una guerra assieme agli inglesi ecc... ma non si capisce perchè un altro paese che non era seduto al tavolo, che non è stato consultato quando è stata fatta la carta per il disarmo, perchè un paese che oggi ha i mezzi per farlo non possa avere oggi la bomba atomica. Uno dice... tu mi puoi obbligare a non averla se tu non ce l’hai ma perchè io devo accettare che tu sei l’unico sul pianeta che decide chi deve averla e chi non averla? Dove cacchio sta scritto? Io tra l’altro non ero neanche invitato, dicono i coreani, in quell’incontro in cui si è deciso il disarmo, per cui fa acqua da tutte le parti e io credo che lui faccia bene perchè lui è un patriota. Io amo tutti i grandi che amano il loro paese. Non credo che nel farlo abbia fra le sue intenzioni motivi bellicosi anche perchè è una cosa sbagliata a prescindere ma credo anche che sedere al tavolo dei potenti sia un’ambizione giusta e lui ha capito che con il mondo occidentale si ragiona solo così. Con le infrazioni, in un certo senso, di un sistema ormai consolidato ma che sta crollando a pezzi, perchè il sistema di potere occidentale sta crollando a pezzi.”

25/10/2006





        
  



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