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Una rispsota a Cinì...

Ascoli Piceno | C'ero anche io quella sera, proprio come addetta stampa...

di Annalisa Cameli


in riferimento all'articolo del prof Cinì pubblicato sulla testata ilquotidiano.it
http://www.ilquotidiano.it/articoli/index.cfm?ida=55308

Conosco Cinì, lo stimo tantissimo, abbiamo studiato teatro assieme ed è stato un mio professore...
ma quando ho letto l'articolo non ho potuto fare a meno di scrivervi.

C'ero anche io quella sera, proprio come addetta stampa. 
E' vero, lo spettacolo non è stato dei più emozionanti, sopratutto per chi si aspettava il Marcorè Gasparri o il Marcorè della lunga notte del dottor Galvan.

La recitazione non è stata delle migliori, ma nello spettacolo ci stava tutta.
Licini era un artista... "strano", si allontanava dalla realtà per approdare nell'irreale e io sul palco ce l'ho visto tutto. 
E' paragonabile, Licini, a Cecco D'Ascoli: errante erotico eretico. cecco scrisse l'acerba, che fu - anzi è - l'antitesi della divina commedia.
Cecco neanche oggi verrebbe capito, se rappresentato, poichè tutti abbiamo ormai negli occhi la commedia di Dante. Per Licini è lo stesso. 
E marcorè anche c'era tutto. neri è simpatico, ma fondamentalmente chiuso, timido forse, pacato.

Mi spiace che non sia stato seguito il copione per intero (manca tutta la parte della farina, che doveva essere gettata da Corinna (la farina come segno della memoria) che avrebbe dovuto imbrattare gli attori.
Lo spettacolo è stato una serie di segni e disegni, di movimento paesaggistico. 

E se anche ci sono state delle imperfezioni - attori che dimenticavano battute o che non attaccavano quando giusto - sono state imperfezioni divertenti, quasi sembravano studiate a tavolino. 
E poi la Gobbi lo aveva detto, a inizio spettacolo, che sarebbe stato un teatro sperimentale, un laboratorio forse troppo progettuale, ma pregnante di una innovazione scenica e comunque d'impatto. 

E comunque, vorrei anche ricordare, che il biglietto non era poi neanche tanto caro...! otto euro per andare a teatro quando in altri teatri si paga come minimo quaranta euro. teniamo conto anche di questo.

Quindi è vero che di imprecisioni ce ne sono state, è anche vero che la recitazione non era poi così frizzantina (cinì è un attore fantasmagorico, anche meglio di fo, personalmente credo), ma forse qui nelle marche l'avanguardia artistica stenta a radicarsi.

Vabbè, un piccolo sfogo, una semplice opinione.

28/04/2006





        
  



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