Psicosi aviaria
Ascoli Piceno | Se continua così, il virus sarà davvero mortale per gli allevatori
di Anna Laura Biagini
Le carni di pollo provenienti dagli allevamenti italiani sono controllate e sicure, si sforzano di ripetere i politici così come gli specialisti, i virologi e i documenti ufficiali, che giungono da tutte le organizzazioni sanitarie come l'Oms (Organizzazzione Mondiale Sanità). "I cittadini possono mangiare polli e altri volatili domestici, uova e derivati, in assoluta sicurezza. Anzi queste carni e questi cibi sono particolarmente vantaggiosi dal punto di vista nutrizionale", è l'appello lanciato dalla Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). "La sicurezza delle carni avicole è assoluta”, rileva la SIMG, “e l'organizzazione sanitaria, è scrupolosamente in grado di far fronte a qualsiasi emergenza, basta con l'intervistare mamme che dicono che non danno più carne di pollo ai bambini".
E abbiamo smesso. Abbiamo intervistato chi di igiene alimentare se ne intende e se ne occupa quotidianamente, la dott.ssa in Agraria Daniela Cori e la biologa Chiara Pignatale, entrambe della Tecno.Eco Marche, centro di consulenza in materia di sicurezza alimentare e autocontrollo, per le aziende agroalimentari.
Voi il pollo lo mangiate?
Dott.ssa Cori: “Certo, ora che costa meno lo mangio almeno due volte alla settimana. Se non fossi sicura non lo farei”.
Dott.ssa Pignatale: “Io non ho modificato le mie abitudini alimentari. Lo consumo come prima, quando mi va”.
Credete che siamo al sicuro?
Dott.ssa Cori: “Se consumiamo polli nostrani, sì. Ma questo vale per tutti i prodotti Made in Italy, certificati con l’etichettatura garantita”.
Dott.ssa Pignatale: “Se l'influenza aviaria dovesse espandersi, tanto da richiedere un intervento straordinario, il governo incaricherà un commissario speciale, con il compito di gestire e coordinare le attività. Lo prevede un Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Fino ad allora nessuna psicosi”.
Eppure il mercato avicolo è in piena crisi
Dott.ssa Cori: “E’ il solito panico collettivo ingiustificato, che si ripete ogni anno su diversi alimenti. Il problema dell’influenza aviaria, attualmente riguarda solo i volatili selvatici migratori, é quindi un problema di sanità veterinaria. Non c è nessuna relazione, tra il consumo di carne avicola e il contagio con la malattia”.
Dott.ssa Pignatale: “Tra l’altro i casi accertati in Italia erano e restano 8. Ciò dimostra che il virus, non si sta diffondendo”.
Ci sono però delle precauzioni che si possono prendere?
Dott.ssa Cori: “Quelle del Ministero della Salute mi sembrano sufficienti. Non toccate volatili morti, lavate e cuocete bene carne e uova, tenete al chiuso animali domestici a rischio. Per chi ha allevamenti industriali ovviamente, le regole sono ancora più severe”.
Dott.ssa Pignatale: “Eventualmente, per soggetti particolarmente deboli, si può seguire il consiglio della Commissione Europea e aumentare il numero delle vaccinazioni contro l'influenza stagionale, come atto di precauzione per una pandemia. C’è anche una profilassi per chi è venuto in contatto con animali sospetti, saranno cioè sottoposti ad un trattamento antivirale, con farmaci già disponibili”.
Quali sono i provvedimenti presi in Italia?
Dott.ssa Cori: “Dall'11 febbraio, con un’ordinanza ministeriale, è stato previsto il blocco del traffico di carne e animali, per alcune province, dopo l'individuazione di cigni infettati dal virus. In ogni zona colpita i sindaci e i responsabili delle Asl, hanno dovuto preparare la lista degli allevamenti. Poi dal punto di reperimento dell'animale malato, hanno tracciato un cerchio ideale con tre chilometri di raggio. Questa sezione è quella di protezione. Tutti gli allevamenti dell’area sono stati sottoposti a controlli. In un raggio di 10 chilometri invece, è stata tracciata l'area di sorveglianza, dove i controlli sono minori”.
Ma è davvero impossibile il passaggio del virus all’uomo?
Dott.ssa Pignatale: “Affinchè il virus diventi pericoloso per l’uomo, sono necessari una serie di passaggi che portino al salto di specie, ovvero alla mutazione che farebbe del H5N1, un virus capace di passare da uomo a uomo. In teoria è possibile, ma in pratica è un processo lunghissimo. Dagli uccelli migratori, il virus dovrebbe infettare i volatili domestici, poi dagli animali domestici passare all’uomo, modificandosi e poi trasmettersi da uomo a uomo. C’è da dire che la mutazione è un processo casuale, può avvenire ma ci sono basse probabilità che accada”.
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17/02/2006
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