Intervista a Maurizio De Giovanni
San Benedetto del Tronto | In occasione della presentazione del suo ultimo romanzo, "Per mano mia", lo scrittore napoletano ci ha concesso un'intervista esclusiva
di Lorenzo Picardi
Maurizio De Giovanni
Io credo, o almeno mi piace crederlo, che Ricciardi sia incline alla partecipazione affettiva al dolore altrui. Che capisca e soffra della sofferenza, che abbia compassione. Mi piace credere che sia questo, che attrae, oltre all'ambientazione negli anni Trenta, naturalmente.
Perché gli anni Trenta ti hanno così affascinato da farne l'epoca dei tuoi romanzi, almeno di quelli di Ricciardi?
Gli anni Trenta sono quelli in cui sono nati i miei genitori, quelli che fanno da sfondo ai loro racconti dell'infanzia, quelli di una Napoli felice e ingenua, che sta andando verso il Regime e la guerra mondiale ma ancora non ne ha nessun sentore. Quelli in cui è ancora vivo il rispetto delle mille tradizioni, ma c'è una gran voglia di futuro. Tutte cose belle da raccontare, insomma.
Per mano mia, un titolo certamente riuscito. In particolare cosa rappresenta questa mano?
Le mani mettono in atto i pensieri, le passioni, le emozioni. Le mani creano e distruggono, costruiscono con pazienza e disfano con rabbia, accarezzano e uccidono. Sono le mani, in ogni loro azione, le protagoniste del romanzo.
La cosa più positiva e quella più negativa che hai avuto dal successo di questi ultimi anni.
La più positiva è l'affetto dei lettori, verso i personaggi, verso le storie e quindi verso di me; e ritrovare persone che non vedevo da anni, che credevo perdute. La peggiore, forse un po' di invidia che ha allontanato qualcuno che io credevo sinceramente amico. La fine di un'amicizia è sempre una sconfitta bruciante, per tutti.
Nel tuo ultimo libro si parla molto di pescatori e della loro fatica.
I pescatori, il duro lavoro e la loro vita difficile per trarre il nutrimento dal mare, sono affascinanti in ogni epoca e dovunque essi operino. Mi hanno sempre incusso rispetto e tenerezza, sono felice di averli raccontati anche solo marginalmente. Sono certo, nelle mie prossime storie, di incontrarne ancora, e ne sarò assolutamente felice.
Ringraziamo Maurizio De Giovanni per la sua gentilezza e disponibilità.
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27/11/2011
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