Sagre, sagre, sagre lo sfogo di una ristoratrice
Monteprandone | Le sagre perenni, senza alcuna tradizione alle spalle, stanno trasformando il Piceno in una mensa a cielo aperto, perlopiù di bassa qualità. Secondo Ermetina Mira un modo inaccettabile di intendere lenogastronomia che danneggia il territorio.
di Redazione
Sagre, sagre, sagre...
Agosto volge al termine, e con la fine dell'estate si diradano anche gli appuntamenti enogastronomici che hanno tappezzato il calendario estivo. In effetti, da giugno a settembre, non passa giorno senza che qualche comune o frazione non proponga ricchi menu a basso costo. E così è inevitabile che il moltiplicarsi delle sagre, spesso di bassa qualità o prive di tradizioni alle spalle, infastidisca gli operatori della ristorazione che beneficiano sempre meno dell'afflusso turistico estivo.
Così scrive a proposito Ermetina Mira dell'Hotel San Giacomo di Monteprandone:
"Gentile Direttore,
finalmente stampa e pubblici amministratori danno spazio ed attenzione alla dilagante moltiplicazione delle sagre, che fuori da ogni programmazione e regolamentazione stanno coprendo l'intero territorio - città e paesi, quartieri e frazioni - e vengono proposte contemporaneamente ovunque e sempre, per ogni giorno del periodo estivo.
Sono un'imprenditrice turistica e della ristorazione e credo profondamente nel valore aggiunto della qualità del territorio, della sua cultura, dei suoi prodotti tipici, della sua cucina storica, unica ed irrepetibile, che si può vivere e trovare solo qui. Di questi valori locali la sagra è un aspetto significativo se mantiene la sua autentica natura: momento di socialità popolare, legato ad un luogo specifico, alle sue tradizioni; appuntamento unico ed eccezionale, che accade in un giorno unico e speciale, quale può essere la festa del patrono o qualche altra straordinaria ricorrenza.
Invece le sagre perenni, senza alcuna tradizione alle spalle, messe su da comitati, associazioni e gruppi spesso nati ad hoc, stanno trasformando il Piceno in una mensa a cielo aperto perlopiù di bassa qualità, dove si propongono piatti che non hanno alcun legame con il territorio, dove si celebrano birra e nutella, cozze in montagna e castrato in marina, contro la più elementare strategia di marketing, che oggi tutti sanno richiedere qualità e riconoscibilità territoriale.
Questo modo per me inaccettabile di intendere l'enogastronomia danneggia il territorio perché gli toglie attrattività annegandolo nell'indistinto e pacchiano mare dei prodotti industriali o di quelli che comunque nulla hanno a che fare con i nostri luoghi. Ed inoltre danneggia gravemente il lavoro che da anni tanti operatori della ristorazione come me stanno facendo: ricerche storiche per riportare alla luce ricette tipiche, circuiti enogastronomici tematici, collegamento fra enogastronomia, agricoltura tipica, storia, arte, bellezza delle nostre colline e dei nostri centri storici, in un intreccio inseparabile, basato sulla centralità del territorio e su una proposta complessiva di qualità.
Mi fa piacere, dunque, leggere le parole del sindaco di San Benedetto del Tronto che pubblicamente ha sottolineato la necessità di regolamentare le sagre nella sua città. Ma non basta. Per le ragioni che ho cercato di esporre, prima fra tutte l'unità del territorio, tale regolamentazione non può riguardare solo la costa ma deve coinvolgere con uno sguardo d'insieme tutto l'entroterra. Occorrono programmazione e regolamentazione coordinate e comuni. E' per ottenerle che invio questa pubblica lettera, nella speranza che la mia voce di operatrice del settore giunga a tutti gli amministratori, non solo dei Comuni, ma anche della Provincia e della Regione, perché affrontino seriamente tale questione e mettano in campo un rapido intervento di rigorosa, trasparente e condivisa regolamentazione".
|
|
25/08/2010
Sagre, sagre, sagre lo sfogo di una ristoratrice
Monteprandone | Le sagre perenni, senza alcuna tradizione alle spalle, stanno trasformando il Piceno in una mensa a cielo aperto, perlopiù di bassa qualità. Secondo Ermetina Mira un modo inaccettabile di intendere lenogastronomia che danneggia il territorio.
di Redazione
Sagre, sagre, sagre...
Agosto volge al termine, e con la fine dell'estate si diradano anche gli appuntamenti enogastronomici che hanno tappezzato il calendario estivo. In effetti, da giugno a settembre, non passa giorno senza che qualche comune o frazione non proponga ricchi menu a basso costo. E così è inevitabile che il moltiplicarsi delle sagre, spesso di bassa qualità o prive di tradizioni alle spalle, infastidisca gli operatori della ristorazione che beneficiano sempre meno dell'afflusso turistico estivo.
Così scrive a proposito Ermetina Mira dell'Hotel San Giacomo di Monteprandone:
"Gentile Direttore,
finalmente stampa e pubblici amministratori danno spazio ed attenzione alla dilagante moltiplicazione delle sagre, che fuori da ogni programmazione e regolamentazione stanno coprendo l'intero territorio - città e paesi, quartieri e frazioni - e vengono proposte contemporaneamente ovunque e sempre, per ogni giorno del periodo estivo.
Sono un'imprenditrice turistica e della ristorazione e credo profondamente nel valore aggiunto della qualità del territorio, della sua cultura, dei suoi prodotti tipici, della sua cucina storica, unica ed irrepetibile, che si può vivere e trovare solo qui. Di questi valori locali la sagra è un aspetto significativo se mantiene la sua autentica natura: momento di socialità popolare, legato ad un luogo specifico, alle sue tradizioni; appuntamento unico ed eccezionale, che accade in un giorno unico e speciale, quale può essere la festa del patrono o qualche altra straordinaria ricorrenza.
Invece le sagre perenni, senza alcuna tradizione alle spalle, messe su da comitati, associazioni e gruppi spesso nati ad hoc, stanno trasformando il Piceno in una mensa a cielo aperto perlopiù di bassa qualità, dove si propongono piatti che non hanno alcun legame con il territorio, dove si celebrano birra e nutella, cozze in montagna e castrato in marina, contro la più elementare strategia di marketing, che oggi tutti sanno richiedere qualità e riconoscibilità territoriale.
Questo modo per me inaccettabile di intendere l'enogastronomia danneggia il territorio perché gli toglie attrattività annegandolo nell'indistinto e pacchiano mare dei prodotti industriali o di quelli che comunque nulla hanno a che fare con i nostri luoghi. Ed inoltre danneggia gravemente il lavoro che da anni tanti operatori della ristorazione come me stanno facendo: ricerche storiche per riportare alla luce ricette tipiche, circuiti enogastronomici tematici, collegamento fra enogastronomia, agricoltura tipica, storia, arte, bellezza delle nostre colline e dei nostri centri storici, in un intreccio inseparabile, basato sulla centralità del territorio e su una proposta complessiva di qualità.
Mi fa piacere, dunque, leggere le parole del sindaco di San Benedetto del Tronto che pubblicamente ha sottolineato la necessità di regolamentare le sagre nella sua città. Ma non basta. Per le ragioni che ho cercato di esporre, prima fra tutte l'unità del territorio, tale regolamentazione non può riguardare solo la costa ma deve coinvolgere con uno sguardo d'insieme tutto l'entroterra. Occorrono programmazione e regolamentazione coordinate e comuni. E' per ottenerle che invio questa pubblica lettera, nella speranza che la mia voce di operatrice del settore giunga a tutti gli amministratori, non solo dei Comuni, ma anche della Provincia e della Regione, perché affrontino seriamente tale questione e mettano in campo un rapido intervento di rigorosa, trasparente e condivisa regolamentazione".
|
|
25/08/2010
Altri articoli di...
Cronaca e Attualità
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
Project Work Gabrielli, i vincitori (segue)
800.000 euro per le scuole (segue)
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
Tre milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (segue)
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
San Benedetto
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
Una serata di emozioni e scoperte
Betto Liberati







