Lattore teramano Raffaele Battistella in un film di Roberto Leoni su Botticelli
| TERAMO - Distribuito in dvd, da sabato 29 aprile 2006, in tutte le edicole. Intervista a Giovanni Fabbri e Raffaele Battistella.
di Nicola Facciolini
Da sabato 29 aprile 2006, sono disponibili in edicola i dvd della fiction “L’artista e la vita” dedicata a Sandro Botticelli. Tra tutti gli artisti che vi hanno preso parte, c’è l’attore teramano Raffaele Battistella che interpreta il personaggio di Angelo Poliziano. La fiction “L’artista e la Vita”, in due puntate, è distribuita dalla Fabbri Editori, per la regia di Roberto Leoni. Giovanni Fabbri, fondatore nel 1946 della Fratelli Fabbri Editori (attuale Rizzoli), concepisce un progetto monumentale da 250 uscite settimanali intitolato ‘Il genio e la vita’. Le precedenti puntate (“La testa del cavallo – Andrea Verrocchio”; “Il codice di Monna Lisa – Leonardo Da Vinci”; “Inseguendo l’Eden – Paul Gauguin”) hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica. Abbiamo intervistato sia l’attore teramano Raffaele Battistella, per descriverci questa sua avventura, sia il maestro Giovanni Fabbri. “Oggi ci sono dei mezzi che mi possono permettere di fare meglio quello che ho già fatto con la Fratelli Fabbri, come i ‘Maestri del Colore’” - spiega Giovanni Fabbri -allora ho pensato di riprendere quell’idea in modo più ampio, con monografie dedicate ad artisti, scienziati, esploratori, musicisti: per ciascuno un libro e un film originale sulla loro vita”.
L’opera è pensata e calibrata per la distribuzione internazionale. “Negli ultimi cinque anni ho girato il mondo per capire, conoscere e imparare. Sono stato negli Usa, in Giappone e più volte alla Bbc, a Londra”, racconta Fabbri. “Quando ho presentato il progetto e fatto vedere la prima puntata test della fiction alla Random House di New York mi hanno detto: “Fantastico”. Con loro, come con i giapponesi, i contatti sono aperti”.
L’opera è pensata e calibrata per la distribuzione internazionale. “Negli ultimi cinque anni ho girato il mondo per capire, conoscere e imparare. Sono stato negli Usa, in Giappone e più volte alla Bbc, a Londra”, racconta Fabbri. “Quando ho presentato il progetto e fatto vedere la prima puntata test della fiction alla Random House di New York mi hanno detto: “Fantastico”. Con loro, come con i giapponesi, i contatti sono aperti”.
Dott. R. Battistella, dal 29 aprile esce in edicola l'interprete del Rinascimento della grazia e della bellezza: Sandro Botticelli…
“Sandro Botticelli è stato fra i massimi artisti del Rinascimento, il più originale e poetico interprete della grazie e della bellezza. Raffinato pittore nella splendida corte di Lorenzo de' Medici seppe raccontare, con il suo stile inimitabile, i fasti di un'epoca straordinaria perennemente in bilico tra la ricerca dell'armonia e della bellezza e la tragedia della più cieca violenza”.
La realizzazione dell’opera è stata particolarmente complessa?
“Credo che sia stato molto difficile scrivere la sceneggiatura per raccontare la vita di artisti di questo calibro. L’esigenza di stringare le loro storie, riuscire a “schizzarle” e infine fornire un quadro d’insieme completo delle complesse interazioni che intercorrono tra i personaggi è senza dubbio il lavoro piu grosso a cui è stato chiamato il regista Roberto Leoni. Per noi attori invece una delle difficoltà piu grandi si è rivelata senza dubbio il dover recitare anche in inglese, visto che la fiction è destinata anche al mercato internazionale. Ma il problema è stato brillantemente risolto grazie anche alla costante presenza sul set di un “language coach” che ci seguiva passo passo correggendo difetti di pronuncia, intonazione ecc.. E’ stato fatto comunque un grosso lavoro di matrice stanislavskijana, con un’attenzione forte per il lavoro interiore. Si è partiti ovviamente con la lettura dettagliata della sceneggiatura che durante il lavoro di preparazione ha subito diversi aggiustamenti. Personalmente per il ruolo di Poliziano ho ritenuto opportuno aprire un fitto dialogo con il regista, per capire la direzione in cui andare: se mitigare alcune reazioni o se al contrario renderle più esuberanti in maniera da caratterizzare e rendere più interessante il personaggio senza tuttavia rischiare di stravolgerlo”.
La cosa più affascinante del mestiere di attore?
“Del mestiere di attore ho sempre adorato la possibilità di potersi inserire in mille ruoli, mille vite, strappandone e vivendone qualche brandello. Si ha la possibilità di vestire i panni altrui per qualche mese, a volte qualche giorno e, se si fa bene il proprio lavoro, di emozionare e riflettere gli spettatori, che sono i giudici più autentici ed esigenti”.
Nel creare una migliore interpretazione, trova che molte delle sue idee vengano dalle sue interazioni durante le prove, oppure molte arrivano quando si esercita solo con se stesso?
“Sono il tipo di attore che non ha particolari sensazioni durante le prove. Ho solamente bisogno di tenere a mente tutte le battute e aspettare per le riprese, quando tutte le mie idee e intenzioni vengono fuori e, naturalmente, le discuto con il regista e l’operatore. È il mio modo di lavorare, non c’è una ragione specifica”.
Angelo Poliziano, uomo di grande cultura, circondato da personaggi illustri dell’epoca. Che effetto fa calarsi nel suo ruolo?
“Basta semplicemente ricordare che stiamo parlando di una delle più grandi figure di umanisti del Rinascimento. Fu definito “il principe degli Umanisti”. Poeta ed amico di Lorenzo il Magnifico (fu il precettore dei suoi figli), si impose per la sua prodigiosa cultura classica. Testimonianza della sua grande passione per la lingua latina, sono le traduzioni dal greco del "Manuale di Epitteto", (successivamente tradotto in italiano da Giacomo Leopardi), del "Carmide" di Platone, della "Storia dell'Impero dopo Marco Aurelio" di Erodiano, e composizioni assemblate sotto il nome di "Sylvae" (o "Praelectiones" o "Inscriptiones"). Divenne in seguito professore di letteratura Greca e Romana. Compose le "Stanze per la giostra di Giuliano de' Medici", e l'Orfeo. Come volete che mi senta? Un perfetto ignorante!”.
Quindi non c’è stato un vero punto di partenza per esaminare la psicologia del poeta?
“In realtà, il tema della consapevolezza della caducità della giovinezza presente con particolare evidenza nella “Canzone di Bacco” di Lorenzo de' Medici e nella ballata di Angelo Poliziano “I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino” , oltre all’invito a godere delle gioie della vita e della bellezza finché si è giovani, espresso anche nella ballata di Lorenzo de' Medici “Chi tempo aspetta, assai tempo si strugge” può essere un buon punto di partenza per iniziare un percorso volto a ricostruire il complesso rapporto di Angelo Poliziano con gli altri e con il suo tempo”.
Alcune news sul set?
“Eravamo come in un bozzolo, trasportati in un altro tempo, e quando devi raccontare una storia di questo tipo la cosa più importante è che sia tu il primo ad essere convinto di quello che fai. Il film è stato girato in Umbria, per essere più precisi tra Amelia e Terni. Sono stati i luoghi che la Film Commission dell’Umbria ha indicato come i più idonei. In effetti abbiamo girato all’interno di costruzioni in cui sono stati ricreati perfettamente ambienti dell’epoca”.
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30/04/2006
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