Il leader di An Gianfranco Fini, ha parlato ieri sera per un'ora senza mezzi termini, nello studio di Giuliano Ferrara durante la trasmissione "Ottoemezzo" de La7, affrontando temi diversi, supportato dall'autorevole analisi critica del direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, con il quale vi sono stati molti punti di condivisione.

"Di Prodi - dice il Ministro degli Esteri - gli italiani ricordano che non è vergine alla politica. Le elezioni non si vincono con gli spot: o c'è una buona politica alla spalle o non serve".

"Gli elettori del centrosinistra sono storicamente abituati alla dialettica, l'elettore di centrodestra ci chiede di smettere di litigare. Nel centrosinistra non è vero che c'è Prodi 'uber alles' e che da questa parta siamo tanti. La differenza - ha aggiunto il leader di An - non è che da un lato i giocatori sono quattro e dall'altra uno. La differenza è che noi presenteremo un progetto che ha una convergenza". 

"Invito il centrosinistra a mettere nero su bianco quello che andrà fatto. Prodi presenti un programma. Non si limiti ai titoli. Lo sfido a presentare un programma dettagliato, non dei titoli, che dica la volontà di Prodi se diventa Presidente del Consiglio. Noi abbiamo tenuto fede al programma Berlusconi".

Poi si sofferma sulle "quote rosa": "In una società come la nostra - dice il Presidente AN - in cui le donne hanno tanti ruoli in tutte le attività in politica stentano. E' anche vero che le donne non rivendicano con forza. Raramente in politica le donne votano per una donna. Se la legge elettorale passa deve venire modificata in questo senso. Se no, va riproposta la questione".