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Violenze, minaccie e induzione alla prostituzione: arrestate 3 persone

Monteprandone | A denunciare i tre malviventi, due uomini e una donna, è stata una 21enne nigeriana costretta dai tre a prostituirsi.

di Redazione

Violenze e minacce basate per costringere una ragazza di 21 anni a prostituirsi, questi i metodi utilizzati dalla malavita nigeriana che ultimamente sembra predominare il mercato del sesso a pagamento lungo la Bonifica.

I carabinieri di Monteprandone hanno arrestato tre nigeriani, due uomini e una donna di età compresa fra i 30 e i 31 anni, con l'accusa di procurato ingresso di clandestini sul territorio nazionale, induzione alla prostituzione, sequestro di persona alle violenze sessuali. In una sorta di casa degli orrori avevano accolto una ventunenne, anche lei nigeriana, sbarcata a Lampedusa e finita quasi immediatamente nelle mani dell'organizzazione.

La giovane si è trovata in un appartamento di Centobuchi insieme a due uomini e una donna che hanno subito preteso di metterla in strada. Quando la giovane si è rifiutata è iniziata una serie di violenze fisiche e psicologiche al limite del disumano.

Sarebbero stati inoltre effettuati riti di magia nera e sarebbero state rivolte minacce ai familiari della ragazza, rimasti in Nigeria. La ragazza, però, è entrata in contatto con alcuni addetti dell'associazione On the road che l'hanno messa in contatto con i carabinieri di Monteprandone i quali, a loro volta, sono stati in grado di offrirle tutta la protezione necessaria individuando l'abitazione e iniziando a tenerla d'occhio nella speranza di risalire alla catena di comando dell'organizzazione.

Quando i militari hanno visto i due nigeriani che stavano caricando in auto le loro valige con l'evidente intenzione di fuggire e far perdere le loro tracce, sono stati costretti a intervenire.

I due uomini e la donna sono stati bloccati e sono stati loro contestati i reati di procurato ingresso clandestino, induzione alla prostituzione, sequestro di persona e violenza sessuale. Per i due uomini sono scattate le manette ed ora sono rinchiusi nel carcere teramano di Castrogno a disposizione della magistratura; la donna ha evitato il carcere soltanto perchè madre di un neonato.

19/12/2008





        
  



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