Luca Bigazzi protagonista della lezione di Economia del Cinema
Montefiore dell'Aso | Il noto direttore della fotografia è intervenuto parlando delle Immagini Poetiche nel Cinema italiano. Ilquotidiano.it lo ha intervistato.
di Arabella Pallottini
Luca Bigazzi con il prof. Giancarlo Basili
Presso il Polo Museale di San Francesco di Montefiore dell'Aso si è tenuto un incontro con Luca Bigazzi, direttore della fotografia. E' un grande onore per Montefiore ospitare una persona così di fama e talento come il grande Bigazzi. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione dell'amministrazione comunale e all'impegno dimostrato dal prof. Giancarlo Basili, nativo di Montefiore che ha lavorato spesso con Bigazzi nella veste di scenografo.
Bigazzi si orienta verso il cinema nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini. Con Soldini vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e tulipani. Nel 1999 per Così ridevano vince l'Osella d'oro a Venezia. Collabora anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco. Successivamente curerà la fotografia degli ultimi due film di Paolo Sorrentino, Le conseguenze dell'amore con cui vince nel 2005 il Nastro d'argento e l'ultimo L'amico di famiglia nel 2006.
Bigazzi ha rilasciato una breve intervista a IlQuotidiano.it:
Da quanto tempo fa questo mestiere?
“Ho iniziato a 18 anni come aiuto regista e a 23 anni ho avuto la possibilità di diventare l'operatore di Soldini, visto che poi eravamo amici e ci conoscevamo dal tempo del liceo. Sono ben 25 anni che mi dedico alla fotografia come autodidatta, si può dire che ho iniziato per caso e sicuramente sono stato anche molto fortunato.”
Con quale spirito ha iniziato a fare questo lavoro?
“Essendo un lavoro di groppo, è molto importante andare d'accordo con gli altri ed ho iniziato collaborando con entusiasmo ma nello stesso tempo con fatica.”
Nel campo cinematografico perché ha scelto di fare proprio il direttore della fotografia?
“Ho sempre avuto una passione per il cinema di significato ma anche per la fotografia ed ho trovato il modo così di unire entrambi gli interessi.”
In quali film ha lavorato e per lei qual'è stato il film più significativo?
“Ho lavorato in più di 50 film come ad esempio Paesaggio con figure, Il sodalizio di Soldini, Le parole di mio padre con Francesca Comencini ecc. Un film preferito non c'è.”
Nella vita si è sempre occupato di questo lavoro o si è dedicato anche ad altro?
“Ho iniziato come aiuto regista nella pubblicità ma l'ho fatto per sopravvivere e poi mi sono sempre dedicato alla fotografia. Altri lavori non li ho mai fatti ma mi piacerebbe saper fare anche qualcos'altro.”
Nella vita ci sono altre aspirazioni e altre mete che vorrebbe raggiungere?
“L'aspirazione più importante è quella di vivere in un Paese migliore. Per quanto riguarda le mete non ambisco a qualcos'altro, mi piace il mio lavoro. Non vorrei mai fare il regista.”
L'incontro è iniziato con un discorso introduttivo da parte del Sindaco Achille Castelli, il quale ha dato in omaggio a Bigazzi una pubblicazione su Montefiore. Di seguito è intervenuto il prof. Giancarlo Basili sostenendo che l'immagine di un film è legata soprattutto al direttore della fotografia ed ha sottolineato che Bigazzi fa sia l'operatore di macchina che il direttore della fotografia ed ha vinto ben quattro David di Donatello.
Bigazzi ha esordito spiegando quanto è importante l'immagine nel cinema, affermando di aver “imparato a fare la fotografia dal regista”.
Il prof. Basili si è rivolto a Bigazzi ponendo diverse domande. Ha chiesto ad esempio se è possibile lavorare quando con il regista non c'è feeling. Bigazzi ha risposto che non ha nessun preconcetto e “se partecipo ad un progetto cinematografico, parte tutto dal copione che leggo. Mi metto a servizio del film. Quando si legge una sceneggiatura si capisce anche con chi si andrà a che fare. Il mio approccio non è molto tecnico ma tendo ad improvvisare.” Il direttore della fotografia ha poi aggiunto che il cinema racconta la realtà ed è importante che venga creduto dallo spettatore.
Bigazzi ha poi svelato qualche piccolo segreto legato alla fotografia spiegando l'importanza di avere un'illuminazione ottimale, buona ma non eccessiva. Il sole ad esempio è il principale nemico in quanto troppa luce ad esempio rende sgradevole i visi.
Durante l'incontro è stato anche proiettato qualche spezzone del film “Così ridevano” di Gianni Amelio in cui si racconta l'immigrazione dal sud verso il nord. Un film che ha richiesto un notevole impegno sul piano della fotografia e che ha raggiunto l'ambito premio del Leone d'oro alla Mostra di Venezia nel 1998.
Bigazzi si orienta verso il cinema nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini. Con Soldini vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e tulipani. Nel 1999 per Così ridevano vince l'Osella d'oro a Venezia. Collabora anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco. Successivamente curerà la fotografia degli ultimi due film di Paolo Sorrentino, Le conseguenze dell'amore con cui vince nel 2005 il Nastro d'argento e l'ultimo L'amico di famiglia nel 2006.
Bigazzi ha rilasciato una breve intervista a IlQuotidiano.it:
Da quanto tempo fa questo mestiere?
“Ho iniziato a 18 anni come aiuto regista e a 23 anni ho avuto la possibilità di diventare l'operatore di Soldini, visto che poi eravamo amici e ci conoscevamo dal tempo del liceo. Sono ben 25 anni che mi dedico alla fotografia come autodidatta, si può dire che ho iniziato per caso e sicuramente sono stato anche molto fortunato.”
Con quale spirito ha iniziato a fare questo lavoro?
“Essendo un lavoro di groppo, è molto importante andare d'accordo con gli altri ed ho iniziato collaborando con entusiasmo ma nello stesso tempo con fatica.”
Nel campo cinematografico perché ha scelto di fare proprio il direttore della fotografia?
“Ho sempre avuto una passione per il cinema di significato ma anche per la fotografia ed ho trovato il modo così di unire entrambi gli interessi.”
In quali film ha lavorato e per lei qual'è stato il film più significativo?
“Ho lavorato in più di 50 film come ad esempio Paesaggio con figure, Il sodalizio di Soldini, Le parole di mio padre con Francesca Comencini ecc. Un film preferito non c'è.”
Nella vita si è sempre occupato di questo lavoro o si è dedicato anche ad altro?
“Ho iniziato come aiuto regista nella pubblicità ma l'ho fatto per sopravvivere e poi mi sono sempre dedicato alla fotografia. Altri lavori non li ho mai fatti ma mi piacerebbe saper fare anche qualcos'altro.”
Nella vita ci sono altre aspirazioni e altre mete che vorrebbe raggiungere?
“L'aspirazione più importante è quella di vivere in un Paese migliore. Per quanto riguarda le mete non ambisco a qualcos'altro, mi piace il mio lavoro. Non vorrei mai fare il regista.”
L'incontro è iniziato con un discorso introduttivo da parte del Sindaco Achille Castelli, il quale ha dato in omaggio a Bigazzi una pubblicazione su Montefiore. Di seguito è intervenuto il prof. Giancarlo Basili sostenendo che l'immagine di un film è legata soprattutto al direttore della fotografia ed ha sottolineato che Bigazzi fa sia l'operatore di macchina che il direttore della fotografia ed ha vinto ben quattro David di Donatello.
Bigazzi ha esordito spiegando quanto è importante l'immagine nel cinema, affermando di aver “imparato a fare la fotografia dal regista”.
Il prof. Basili si è rivolto a Bigazzi ponendo diverse domande. Ha chiesto ad esempio se è possibile lavorare quando con il regista non c'è feeling. Bigazzi ha risposto che non ha nessun preconcetto e “se partecipo ad un progetto cinematografico, parte tutto dal copione che leggo. Mi metto a servizio del film. Quando si legge una sceneggiatura si capisce anche con chi si andrà a che fare. Il mio approccio non è molto tecnico ma tendo ad improvvisare.” Il direttore della fotografia ha poi aggiunto che il cinema racconta la realtà ed è importante che venga creduto dallo spettatore.
Bigazzi ha poi svelato qualche piccolo segreto legato alla fotografia spiegando l'importanza di avere un'illuminazione ottimale, buona ma non eccessiva. Il sole ad esempio è il principale nemico in quanto troppa luce ad esempio rende sgradevole i visi.
Durante l'incontro è stato anche proiettato qualche spezzone del film “Così ridevano” di Gianni Amelio in cui si racconta l'immigrazione dal sud verso il nord. Un film che ha richiesto un notevole impegno sul piano della fotografia e che ha raggiunto l'ambito premio del Leone d'oro alla Mostra di Venezia nel 1998.
|
|
18/04/2008
Altri articoli di...
Cultura e Spettacolo
28/04/2011
BRUNO LAUZI Questo piccolo grande uomo" (segue)
BRUNO LAUZI Questo piccolo grande uomo" (segue)
24/04/2011
Bruno Lauzi Questo piccolo grande uomo (segue)
Bruno Lauzi Questo piccolo grande uomo (segue)
15/04/2011
Un cinema non solo da vedere: al via la rassegna La posta in gioco (segue)
Un cinema non solo da vedere: al via la rassegna La posta in gioco (segue)
04/04/2011
Stagione teatrale: FABIO RICCI CANTA ZERO (segue)
Stagione teatrale: FABIO RICCI CANTA ZERO (segue)
28/03/2011
La mia provincia": un premio alle classi vincitrici del concorso di disegno (segue)
La mia provincia": un premio alle classi vincitrici del concorso di disegno (segue)
25/03/2011
Ultimo appuntamento con i Teatri DInverno (segue)
Ultimo appuntamento con i Teatri DInverno (segue)
25/03/2011
PATTY PRAVO TOUR 2011 (segue)
PATTY PRAVO TOUR 2011 (segue)
23/03/2011
150 Anni dell'unità d'Italia (segue)
150 Anni dell'unità d'Italia (segue)
ilq
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
David Krakauer
"The Big Picture"
Una serata di emozioni e scoperte
ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale
Betto Liberati







