Era attesa ormai da alcuni mesi: finalmente martedì a Roma si terrà la Conferenza dei servizi per la discussione dell'ampliamento dell'autostrada A14 da Porto Sant'Elpidio a Pedaso, tratto che ha scatenato negli ultimi tempi una ampia mobilitazione popolare e degli enti locali coinvolti per evitare la realizzazione di un'opera dall'impatto ambientale significativo.

In prima linea ci saranno ancora una volta i comuni di Fermo e Porto San Giorgio, i primi ad opporsi all'ampliamento, che rimagono su un fermo no al progetto e si dicono favorevoli all'ipotesi di arretramento della sede autostradale. Una possibilità che al momento sembra difficile da percorrere, considerando anche come Società Autostrade abbia dato il via negli ultimi mesi alle procedure di esproprio lungo il tratto Porto Sant'Elpidio-Porto San Giorgio, propedeutiche alla realizzazione della terza corsia. Quanto agli altri comuni attraversati dalla sede A14, Pedaso ed Altidona, c'è incertezza sulle loro posizioni. L'Unione comuni Valdaso, un paio di mesi fa, votò quasi all'unanimità un documento in cui si chiedeva di fermare la terza corsia a Porto Sant'Elpidio. Ma Pedaso si astenne e per Altidona non votò il Sindaco, ma il suo vice. Da chiarire quali saranno le scelte degli amministratori delle due cittadine.

E' possibile che i lavori procedano comunque, nonostante il no degli enti locali in Conferenza dei servizi, attraverso la delibera del Consiglio dei Ministri. Oppure si potrebbe raggiungere un accordo attraverso la concessione di opere compensative, vale a dire strutture viarie che vadano a migliorare la struttura di strade del Fermano e che potrebbero convincere i Comuni a rivedere la propria contrarietà. Ma fino ad ora, le proposte formulate sono state ritenute largamente insufficienti, e sembra difficile che possano cambiare radicalmente nell'incontro di martedì.

L'arretramento dell'autostrada, intanto, ha conquistato negli ultimi tempi diversi sostenitori. E' nato anche un Comitato interprovinciale, che si propone di sensibilizzare l'opinione pubblica e fare pressioni affinché si cambi completamente il progetto viario per le Marche. L'idea sarebbe quella di arrestare l'autostrada al casello che sorgerà a Porto Sant'Elpidio, e di arretrarla da lì fino a Servigliano. Parallelamente, si tratterebbe di riprendere in mano un progetto vecchio di decenni per il collegamento Cesena-Chieti Scalo, un corridoio che consentirebbe un rilancio dell'entroterra marchigiano, tagliato fuori dalla grande rete viaria. Sull'attuale tratto di A14 si andrebbe a trapiantare la Statale 16, che verrebbe così decongestionata, andando a risolvere un problema particolarmente sentito nelle città litoranee. Martedì se ne saprà di più, anche se la sensazione diffusa è che difficilmente potrà cambiare molto, nonostante l'opposizione dei Comuni, e che la terza corsia, piaccia o no, si farà.