Scuola ed educazione : I care, mi importa
San Benedetto del Tronto | Auguriamoci che tra le paure che popolano linconscio dei bambini non si inserisca anche, insieme a orchi, lupi cattivi e streghe ( forse non troppo attuali) anche quello dellinsegnante che, forbici alla mano, minaccia di tagliare parti del corpo.
di Maria Teresa Rosini
L’episodio avvenuto in una scuola milanese sembra davvero riportarci ad atmosfere da fiabe di Grimm o di Perrault, anche se gli elementi magici che in esse riconducono poi ad un lieto fine in cui buoni e cattivi ottengono ciò che meritano nella realtà non sempre ci sono.
Di fronte all’assurdità di quanto accaduto è opportuno riflettere sulla figura dell’insegnante e sul significato dell’azione educativa in un periodo in cui spesso, grazie ad episodi come questo, i docenti sono fatti oggetto di pressoché generale sospetto o discredito, l’educazione dei bambini e dei giovani, ritenuta ormai un’emergenza, anima sui giornali e in televisione le discussioni di esperti, psicologi e neuropsichiatri, mentre le famiglie spesso non riescono ad orientarsi nella molteplicità di analisi, proposte, suggerimenti e prospettati.
L’educazione non è una scienza esatta, purtroppo, e, allo stesso tempo, non c’è azione educativa che possa essere attuata senza passare attraverso la piena consapevolezza di chi la pone in essere.
Il risultato di un’ azione educativa inoltre, non è quasi mai coronato da rapidi successi: i bambini e i giovani sono diversi per storia, carattere, temperamento, e le loro esperienze hanno bisogno di tempo e pazienza per essere elaborate.
Sono diversi e portatori di una propria storia personale anche gli educatori, coloro cioè che per vocazione, scelta o, più frequentemente, casualità della vita, si trovano a rivestire questo ruolo. Un’elevata tolleranza alla frustrazione sarebbe quindi una risorsa indispensabile per un educatore, chiamato ad uno sforzo continuo di analisi e aggiustamento delle propria competenze e della propria azione, oltre che della propria motivazione.
Occorre considerare anche che l’educazione si avvale di uno strumento, la comunicazione interpersonale, per sua natura così straordinariamente ricco di possibilità, ma anche, a volte, così profondamente ambiguo e soggetto ad interpretazioni divergenti. Si comunica con le parole certo, ma anche e forse soprattutto, con i gesti, con le azioni, con l’espressione dei propri sentimenti, con la manifestazione delle proprie emozioni.
I bambini più piccoli sono più pronti a cogliere proprio i gesti, i sentimenti e le emozioni perché il linguaggio e il pensiero sono per essi strumenti ancora molto semplici e poco raffinati, ma proprio per questo essi riescono a percepire in modo quasi infallibile le intenzioni di chi li esprime.
Ci si può rendere conto a questo punto, almeno in parte, della complessità dei problemi con i quali, chi svolga questa funzione, deve confrontarsi e anche di come sia difficile operare sempre valutazioni corrette e ricercare soluzioni adeguate, anche all’interno di contesti istituzionali e organizzativi non sempre, anzi quasi mai, favorevoli.
Esiste però, a mio avviso, un elemento che può “fare la differenza” e contribuire a renderci insegnanti ed educatori migliori e può essere sintetizzato dall’espressione inglese “I care” “io mi prendo cura” o “mi importa” che Don Milani ha così compiutamente vissuto e realizzato nella sua esperienza della scuola di Barbiana.
Questa espressione può delineare efficacemente, secondo me, quella che dovrebbe essere la qualità fondamentale di chi opera nella scuola e, in generale, di chi svolge compiti di educazione e formazione dei giovani: avere cura instancabile di coloro che ci vengono affidati, avere a cuore il loro futuro, nutrire fiducia nelle loro possibilità, animarli di sogni e di speranze, ma anche di certezze e responsabilità.
Il disagio di cui spesso gli insegnanti oggi sono portatori potrebbe essere superato da una attiva consapevolezza di questa responsabilità: la mancanza di rispetto e considerazione sociale potrà essere colmata soltanto se chi svolge o si appresta a svolgere questo compito così complesso, potesse determinarsi a raccogliere questa sfida.
|
|
03/03/2007
Altri articoli di...
San Benedetto
04/04/2025
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
ilq
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
David Krakauer
"The Big Picture"
Una serata di emozioni e scoperte
ASPIC Psicologia di San Benedetto del Tronto presenta il Centro Psiconutrizionale
Betto Liberati







