L’ultimo fine settimana del mese Umberto Broccoli, Tiziana Di Simone e il loro staff, trasmettono In Europa e Speciale con parole mie, da una città diversa d’Italia. Questo 29 e 30 aprile è toccato a Fermo. In televisione senza schiamazzi né urla, ma con sobrietà per diffondere cultura. Ciò è possibile. Come? Ce lo spiega Umberto Broccoli, ovviamente, con parole sue.

Lei che è archeologo, storico e cultore dell’arte come è passato al mondo dei mass-media televisivi e radiofonici?
Sono passato ai media casualmente. Tutto il primo periodo, nel ‘77, è stato veramente una convivenza. Insegnavo da un anno all’università e già facevo la radio. Poi nel ’78-’79 ho iniziato la terza rete televisiva. Ho sempre avuto questa vocazione a parlare in pubblico, in fin dei conti il professore universitario parla in pubblico.

Passare dalle biblioteche alla televisione, non è un po’ un controsenso?
Guardando la televisione di oggi, si! Ma non dovrebbe essere così. La televisione di oggi prevede l’“incultura” al governo. Credo che non sia giusto. Da sempre in televisione e in radio, prima di questo abuso di massa e informe di format, preferisco chiamarli programmi o idee anziché format, che hanno avuto successo e che secondo me vendono il nulla, le cose venivano pensate e scritte. Ma anche il varietà, mica soltanto le cose auliche! Il varietà era fatto da scrittori che si mettevano a tavolino e immaginavano, scrivendo, come far divertire la gente. Oggi ci sono poche persone che lo fanno, penso a Fiorello, Panariello, Fabio Fazio… Baudo che è della vecchia generazione.

Generazione che ha dimostrato che si può comunicare senza chiasso ne urla e, come lei, riceve attenzione dal pubblico grazie alla pacatezza e tranquillità.
E’ quello che esattamente ho sempre fatto. La cosa stravagante e straordinaria è che si riesce anche a far ascolto in maniera pacata e si riesce anche a diventare un personaggio popolare senza bisogno di denudarsi o emettere suoni eccessivi.

E’ questa la novità, che poi non dovrebbe essere una novità!
No, non è una novità. Lo dico sinceramente, perché non voglio sembrare un presuntuoso e sono consapevole dei miei limiti, una persona come me quaranta anni fa sarebbe stata una persona normalissima. Una persona che avrebbe dovuto fare a gomitate per fare televisione.

Lei spesso e volentieri spiega l’attualità riprendendo la storia, diciamo che sa anche coma va a finire. Non si sente un po’ Cassandra?
No, Cassandra no! Perché Cassandra è una persona che tirava a sorte, cercando di capire il destino dall’olio e dal grano. Io credo che la storia sia tutta scritta, anche il nostro futuro penso sia scritto. Ma non dobbiamo investigare con l’astrologo perché tecnicamente se facciamo la guerra non è che ci vuole molto per capire che la guerra non lascia né vincitori né vinti. I vincitori per vincere si saranno spogliati di tutte le loro risorse, avranno fatto soffrire la popolazione… avranno vinto però con le tasche vuote. Non è che ci voglia molto a capire questo. E ciò lascia un po’ di amaro in bocca.

Lei è la seconda volta che viene a Fermo, c’è un luogo che le è piaciuto in particolar modo?
Direi tutta la città. Perché non è tanto quella chiesa o quella cattedrale ad avermi interessato. Quello che mi ha colpito, ne parlavo con Patrizia, la mia coautrice che è architetto, è proprio l’architettura. Entri a Fermo e respiri il rinascimento e vedi costruzione e atmosfere appartenenti a quel periodo lì.

Il prossimo appuntamento con Broccoli è Con parole mie su Radiouno Rai dal lunedì al venerdì dalle 14.07 alle 14.47.