E' in programma per oggi pomeriggio un incontro attorno al tema "Aldo Capitini e il pensiero non violento".

La conferenza è organizzata dall’associazione Punto rosso con il Gruppo Umana solidarietà, il patrocinio della Provincia di Ascoli Piceno e dell’Assessorato alla cultura del Comune di Porto San Giorgio.

Con il presidente della Provincia, Massimo Rossi, interverranno illustri relatori, dal filosofo Giulio Girardi al noto critico e saggista Goffredo Fofi, la saggista Federica Curzi e Enrico Euli, docente all’università di Cagliari.

Figura fondamentale della storia del Novecento, Aldo Capitini si ispirava all’opera di Gandhi per teorizzare la non violenza e la pace tra i popoli. Si deve a Capitini la nascita della federazione di associazioni e di persone, la Consulta Italiana per la Pace, alla cui presidenza viene nominato Capitini stesso. I nonviolenti, che pure vi partecipano, costituiscono una propria associazione autonoma: il Movimento Nonviolento per la Pace, con segretario Capitini.

Nel maggio del 1962 si tiene a Firenze il Convegno nazionale sui problemi del disarmo.

Capitini vi svolge una relazione su "Disarmo e politica della nonviolenza. Fondatore della rivista Azione Nonviolenta, che diventa organo ufficiale del Movimento Nonviolento, introduce i lavori del primo congresso del Movimento Nonviolento per la Pace a Perugia con una relazione sul tema "La nonviolenza nel quadro politico e sociale". In essa affronta il problema della crisi, all’interno degli Stati, del tentativi di rivoluzione politica e sociale condotti privilegiando il metodo della violenza da minoranze che presumono di trasformare la società con la semplice presa violenta del potere e mostra il posto che c'è per un "estremismo" piú profondo, quello della nonviolenza. In una visita a don Lorenzo Milani moribondo, Capitini gli chiede cosa possa fare.

Don Milani manifesta il desiderio che si faccia pubblicità al libro Lettera ad una professoressa. Capìtini scrive subito una recensione perché don Milani possa ascoltarne la lettura, pochi giorni prima di morire, "come un colloquio fraterno su cosa a lui cara". La pubblica su Azione nonviolenta (giugno-luglio '67) con il titolo: "La scuola di Barbiana". Il 6 ottobre scrive l'ultima delle sue Lettere di religione (la 63a) intitolata "La forza preziosa del piccoli gruppi".