Baustelle in concerto
Sant'Elpidio a Mare | La band emergente alla manifestazione Attraverso la Marca
di Marco Taddei
Baustelle, criptico appellativo tedesco, nasconde quella che pare essere un’interessante realtà della molliccia scena musicale italiana.
Un po’ di biografia: sono toscani, nati a Montepulciano. Sono quattro, 1 donna e 3 uomini. Hanno già collezionato tre album dal 2000 ad oggi. L’ultimo, La Malavita, è il razzo predisposto per l’uscita dall’anfratto indipendente verso i grandi mercati delle orecchie italiane. Dal sito si viene a sapere che un’evoluzione nelle liriche c’è effettivamente stata. Dai temi adolescenziali dei primi album si è scivolati languidamente, attraverso sentieri mitteleuropei e esistenzialisti, verso un romanticismo sardonico e laccato. L’aspetto ye ye (a causa dell’uso improprio che se ne fa oggi) incrina un po’ tali convinzioni, ma “La Malavita vuole portare un mondo d’altri tempi nel nostro oggi”.
Tempo allora di ascoltare La Malavita, questo ultimo trafitto lavoro. Ecco che emergono temi acri e marci, vagamente deragliati, trasversali, sghembi e zoppi, sanguinanti e purulenti. Le voci suadenti di Francesco Bianconi e il rantolo etereo di Rachele Bastreghi ci delineano testi che risultano vampirici, tutti focalizzati sulla mala(ta) vita di codesta esausta e marcia società. Il mondo si presenta come prigione rognosa e la comunità come razza alienata, ottusa e senza spina dorsale, una fanghiglia proteinica che gorgoglia in un “universo inutile”.
Il sound emette barbagli mai troppo spudorati di rimandi a nomi vecchi e nuovi. Ecco che ci si ritrova più volte ad ascoltare una fumiganza di archi alla The long and Winding Road dei Beatles, ecco lì i Joy Division con gli Interpol, grondano i Blondie da tutte le parti, i Pulp senza pietà, a volte ci si imbatte in un Bowie, in un Brian Eno, un Franco Battiato, un Celentano, e Patty Pravo e schegge incontrollate di Bluvertigo, Kraftwerk e perché no una frantumazione di Ferrè e discomusic, bossanova…miscele e miscele, secrezioni pop, rock, elettro-punk, new wave, chewing gum.
Pezzi da Novanta: la strumentale Cronaca Nera, A vita bassa dal sapore necro punk e agro fino al midollo, Cuore di tenebra dal succo decadente, Revolver dall’orecchiabile procedere lucertolino. I Baustelle sono una piacevole corte dei miracoli che emerge con forza dalla grande marmellata semi-indie che allaga lo stivale.
Di La Malavita i Baustelle hanno detto che è 100% Baustelle. L’unico modo per giudicare i Baustelle è tendere l’orecchio ed ascoltare il cd, oppure spalancare le palpebre e frugare i muri della città in cerca di un manifesto che annunci il concerto del ribollente umore baustelliano. Detto fatto: li potete trovare venerdì 9 dicembre al teatro Luigi Cicconi di Sant’Elpidio al Mare
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07/12/2005
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