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Veneziani e il sandwich dell'identità nazionale

San Benedetto del Tronto | La conferenza su “Tradizione e identità nazionale” organizzata da AN. Contestazione dei DS all'esterno della sala

di Giovanni Desideri

Successo di pubblico per Marcello Veneziani presso l'aula consiliare del Comune di San Benedetto nel pomeriggio di giovedì 15 gennaio. Il consigliere Rai (e saggista e intellettuale rigorosamente di destra) è intervenuto su invito di AN (particolarmente attraverso "Azione giovani") per discutere di "Tradizione e identità nazionale".

A presentarlo il gotha del partito, dai consiglieri regionali Ciccioli (coordinatore regionale e presidente del gruppo consiliare regionale) e Castelli (presidente provinciale), al vice sindaco di San Benedetto Piunti, a Luca Vignoli (assessore al bilancio di San Benedetto e coordinatore cittadino di AN), più il gruppo consiliare al completo. Moderatore Luciano Garofoli, responsabile provinciale di AN per la cultura. In apertura è stato proiettato un video di presentazione del partito.

All'esterno della sala consiliare manifestazione di protesta organizzata dai DS e dalla Sinistra Giovanile, che hanno esposto ritratti di "desaparecidos", ovvero di quei personaggi per i quali si parla di censura in televisione: da Enrico Deaglio a Sabina Guzzanti a Biagi/Santoro/Luttazzi.

"Vi ringrazio per l'invito, ha esordito Veneziani, che mi permette da un lato di tornare nella città in cui ho già ricevuto il premio del Tascabile, dall'altro… di saltare un incontro con Bonolis, durante il quale si sarebbe parlato di tapiri!". Risate.

Nella sua esposizione Veneziani ha equiparato "tradizione" a "senso della continuità", tale che le grandi opere dell'umanità sarebbero nate grazie allo slancio fornito dall'attaccamento alla tradizione ("oggi non si fanno più le piramidi perché non c'è senso della continuità"). In altri termini "tradizione" non come rimpianto del passato ("come fosse qualcosa di morto e di iettatorio"), ma come "senso della continuità dei valori, delle idee e delle pratiche di vita".

"Il contrario della tradizione non è il progresso, ha proseguito Veneziani, ma il "progressismo", ovvero quell'ideologia per la quale il nuovo in quanto nuovo sarebbe migliore di ciò che già abbiamo. Colui che non si chiede da quale tradizione proviene e in che mondo vive è l'"idiota globale", capace magari di navigare su internet, ma senza avere nulla da dire".

Quanto invece all'identità nazionale: "è come una fettina di prosciutto nel sandwich costituito dalla globalizzazione da una parte e dagli esasperati localismi dall'altra. Ma la nazione è il luogo della nostra antichissima lingua nazionale e della nostra storia letteraria. L'identità nazionale è un'idea nata dal suo contrario: dal giacobinismo della Rivoluzione Francese, contraria alla tradizione civile-religiosa precedente, ma poi cristallizzata nella figura di Napoleone. È preoccupante che nella bozza di Costituzione europea manchi il riferimento alle radici cristiane".

Ancora: "noi italiani viviamo in un Paese di recente costituzione, ci è mancata una monarchia secolare, sicché non abbiamo un grande senso civico o un grande senso dello Stato. Ma esprimiamo la nostra identità nazionale attraverso l'attaccamento al nostro carattere, ai nostri modi di fare e alle nostre  abitudini. Il contrario dell'identità nazionale non è l'identità nazionale degli altri, ma l'ideologia apolide, per la quale essere nati in un posto piuttosto che in un altro è indifferente".

Molti interventi dal pubblico. Per esempio: "come fa un partito come AN, che si richiama al valore della tradizione, a convivere con Berlusconi, prototipo dell'"idiota globale" o con Bossi, che vuole spaccare l'Italia?". Risposta: "il pregio e il limite del sistema bipolare è far convivere forze diverse: Dini e Bertinotti da una parte, AN, Lega Nord e Berlusconi dall'altra. Il bipolarismo è un sistema al limite del cinismo, in cui valori e politica non sempre coincidono. Ma senza Berlusconi non avremmo oggi un sistema bipolare e la destra non sarebbe mai arrivata al Governo. C'è voluto un editore anomalo come lui per bilanciare l'anomalia dei molti mezzi di comunicazione della sinistra". "Le recenti dichiarazioni di Fini?". "L'Italia è più antica del 25 aprile o dell'8 settembre. Noi veniamo dalla romanità, dall'epoca dei Comuni, dal Rinascimento, dal Risorgimento. Non dobbiamo fare continue professioni di antifascismo".

15/01/2004





        
  



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