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L'importanza di un addio.

| Il saluto del Capitano...

di Federica Poli

Ho appena finito di leggere la lettera aperta di Capitan Piangerelli ai tifosi leccesi. Uno scritto accorato, pieno di pathos, di nostalgia per un capitano che se ne va ed approda alla corte di Patron Della Valle.

E così il ricordo si affaccia, quello di un Capitano, di quell'uomo che cento volte ha indossato con ardore quella fascia, che ha onorato i colori bianconeri, che ha esultato per mille vittorie, che si è intristito per tante sconfitte. Momenti bui, giornate luminose sono state la colonna sonora della permanenza di Gimmy Fontana. Il Capitano, l'indiscusso leader dell'Ascoli Calcio.

Se ne è andato, in punta di piedi, senza grossi proclami, senza suoni di tamburi. Un solo sordo rumore, il rumore del motore della sua auto che vedo schizzare lontano alla ricerca di gloria e di vittorie ben più onorevoli.

La serie A ti aspetta, il denaro, l'opulenza hanno avuto la meglio. Ma fuggire così, senza un grido di dolore, senza un slancio di amore verso quei tifosi, quella gente che ti ha acclamato, ti ha osannato, ti ha eletto reuccio non te lo concedo.

Questo popolo che del bianco e del nero ha fatto i colori della vita, ti ha voluto bene, ti ha difeso quando la calunnia strisciava lenta attorno a te, quel popolo pronto anche a rompere il salvadanaio per tenerti qui si sente tradito. Un popolo caldo, impavido, che rende un giocatore un idolo in campo e fuori meritano un saluto degno di essere chiamato tale.

Chi ti ha eletto a "Capitano per sempre" merita almeno un cenno con la mano.

Lo so che tutto ciò che è plateale può sembrare falso ma a volte c'è chi si aspetta qualcosa da te e quando questo non arriva ci rimane male.

Abbiamo riposto speranze nella tua classe ma permettimi di dire che oggi ne hai avuta poca, non ti sei voltato indietro, hai soltanto guardato avanti, hai acceso i riflettori del tuo futuro in quel di Firenze.

Leggere l'accorata missiva di Piangerelli ai suoi ex tifosi mi ha reso invidiosa dei giallorossi che possono dire di aver perso un Capitano che ha pubblicamente dichiarato il proprio amore, che pubblicamente ha concesso le attenuanti alla sua partenza.

Il mio Capitano invece, si è macchiato di quell'indifferenza cupa, grigia e strafottente. Mi ha lasciato qui a chiedermi il perché, senza spiegazioni, perché a volte non ci sono e bisogna inventarle, a volte ci sono e si preferisce tacere.

Salutaci Gimmy dicci che siamo stati grandi insieme che senza il nostro supporto non saresti mai diventato quello che sei, rendici partecipi della tua gioia. Dacci una scusa per dire che se vince la Fiorentina abbiamo vinto un po' anche noi, perché il nostro capitano è ancora un pizzico bianconero.

I tifosi si interrogano e tanti dubbi bussano alla porta, aiutaci ad aprire alle certezze.

Qualcuno più importante di me ha detto: "l'addio è il momento più bello di una storia d'amore che voglia dirsi tale".

Ed ora spiegami caro Gimmy hai mai amato l'Ascoli? Allora comprendi l'importanza di un addio!

13/01/2004





        
  



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