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Divisione della Provincia, tre sindaci contrari a colloquio con Berlusconi

Teramo | I Sindaci di Folignano, Roccafluvione e Maltignano hanno incontrato il Premier e discusso della vicenda. In una lettera Gianni Letta scrive che la divisione della provincia di Ascoli: "...palesa spunti di criticità che impongono alcune riflessioni...".

Silvio Berlusconi con i Sindaci Allevi, Mariani e Falcioni

In occasione della visita di Silvio Berlusconi a Teramo, i Sindaci Allevi, Mariani e Falcioni hanno personalmente consegnato al Presidente del Consiglio l'esito dei risultati della petizione popolare promossa lo scorso agosto contro la divisione della provincia di Ascoli Piceno.

L'incontro è avvenuto in un noto ristorante del teramano ed il colloquio è durato circa dieci minuti. I sindaci hanno manifestato a Berlusconi tutte le preoccupazioni per le conseguenze di questa divisione, il notevole sacrificio economico per la nuova provincia di Ascoli Piceno e la poca opportunità di creare un nuovo, piccolo,ente,con la conseguente duplicazione di uffici pubblici, dai costi esorbitanti, in un periodo di crisi economica come questo.

Ricordando al Presidente la sua recente posizione sulla abolizione delle province o sull'accorpamento di quelle piccole, i tre amministratori hanno inoltre sottolineato la difficoltà della divisione, il possibile arrivo di un commissario, segno di una normativa inapplicabile per il caso del piceno.

Il Presidente ha chiesto ulteriori informazioni sul caso della divisione della provincia di Ascoli Piceno, dicendosi sorpreso della situazione soprattutto dopo aver conosciuto gli abitanti delle future province e la vicinanza dei due capoluoghi.

Per maggior chiarezza Allevi, Mariani e Falcioni hanno consegnato al Presidente del Consiglio una missiva, (integralmente disponibile a fondo pagina), oltre che il testo della petizione popolare ed una analisi sui costi della divisione della provincia. Hanno inoltre comunicano che analoga missiva è stata già indirizzata ai ministri del Governo.

Il Sottosegretario Gianni Letta, in una risposta ufficiale, promettendo un impegno, anche personale, ha affermato che la questione della provincia di Ascoli Piceno "...palesa spunti di criticità che impongono alcune riflessioni nelle debite sedi..."

I sindaci, promotori di queste iniziative, intendono perseguire ogni azione utile per modificare una normativa che oltre ad essere anacronistica, iniqua, unilaterale, vessatoria per la nuova provincia di Ascoli Piceno è anche, visto l'ingente esborso di danaro pubblico, inopportuna in un periodo di tagli della spesa, alcuni sacrosanti, e di sofferenza dei bilanci familiari degli italiani.

Ecco il testo integrale della lettera:

Gent.mo sig. Presidente

Le scrivono tre sindaci della provincia di Ascoli Piceno, promotori di una petizione popolare che ha portato, nel giro di quindici giorni, ed in pieno periodo di ferie, alla raccolta di ben 15.000 firme ( quindicimila) contro la divisione della provincia di Ascoli Piceno. La raccolta è ancora in corso.

Come molti siamo compiaciuti della vittoria del centro destra alle elezioni politiche pur imputando allo stesso schieramento, nella legislatura 2001-2006, il fatto di aver creato tre nuove province, in antitesi con una politica di contenimento della spesa pubblica.

In particolare, nel territorio piceno si è registrata, con la creazione della provincia di Fermo, la lacerazione di un territorio, già piccolo, in due piccolissimi enti rispettivamente di circa 200.000 abitanti, la restante provincia di Ascoli Piceno e di circa 160.000, la nuova provincia di Fermo.

Premesso che la divisione è stata ,oltre che anacronistica, visto che si reggeva su delibere consiliari datate 1989!!!( alcune addirittura di giunta senza il numero legale), ed antieconomica, visto che per due volte la ragioneria generale dello Stato, nella persona del Dott. Monorchio ha espresso parere negativo( abbiamo il documento che allegheremo), anche unilaterale, considerato che la popolazione della rimanente provincia picena non è stata in alcun modo interessata nonostante la sua scontata opposizione.

Inoltre si è registrata, con l'approvazione della legge, per la prima volta nella creazione di nuove province, una normativa senza copertura finanziaria.
Il drammatico risultato sarà quello che la nuova provincia di Ascoli Piceno dovrà cedere degli immobili storicamente e culturalmente appartenuti alla città di Ascoli Piceno al territorio fermano; poi ci sarà un esodo coatto, praticamente una diaspora, di circa 300 dipendenti costretti a trasferirsi, loro malgrado a Fermo, ed un esborso, per la costituzione della nuova provincia di Fermo, da parte della rimanente provincia di Ascoli Piceno, di circa 16 milioni di Euro. L'inizio di un certo dissesto finanziario. Questo perché, come detto, la legge era priva della copertura finanziaria.

Praticamente un dramma sociale ed una popolazione in conseguente subbuglio.
Il tutto per avere due consigli provinciali, due prefetture, due questure, due motorizzazioni, due uffici delle entrate, due coordinamenti provinciali dei carabinieri etc etc nel raggio di cinquanta chilometri.

Come contenimento della spesa pubblica, come prospettiva dichiarata da tutti dell'abolizione delle province o di un loro accorpamento, non ci sembra il massimo.
Il caso è stato talmente eclatante che due volte la RAI ha speso un servizio apposito, il Corriere della Sera, con un suo inserto, ha evidenziato l'anomalo caso della provincia di Fermo ed un quotidiano autorevole di centro- destra ha già contattato gli scriventi per un apposito articolo.

Le chiediamo, Lei così sensibile al contenimento della spesa pubblica, se non sia il caso che il nuovo governo prenda, almeno per le nuove province, una pausa di riflessione per la costituzione di inutili carrozzoni dalle conseguenze drammatiche per un territorio così piccolo?

E' tutto ciò morale in contesto di crisi e difficoltà della famiglia media italiana ed in un periodo di efficienti riforme da Voi validamente promosse?

E' possibile valutare un accorpamento con la creazione di una provincia doppia come nel caso di Pesaro Urbino o Forlì- Cesena?

Le alleghiamo degli studi sulla inutilità della provincia e relativi conti economici già a Lei inviato nonchè ai parlamentari ed il testo della petizione popolare.

Saremmo onorati di portarLe personalmente i risultati di questa petizione popolare, che indica come spesso la normativa ignori la reale volontà popolare, chiedendoLe fin da ora un appuntamento.

ManifestandoLe la nostra totale adesione per il coraggio da Lei dimostrato nelle Sue numerose iniziative, le porgiamo gli auguri di buon lavoro.

Cordiali saluti

Pasquale Allevi Sindaco di Folignano

Giuseppe Mariani
Sindaco di Roccafluvione

Armando Falcioni
Sindaco di Maltignano

24/11/2008





        
  



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