Incidente al Gran Prix di Off Shore, parla Marco Pennesi
San Benedetto del Tronto | Un guasto meccanico ed il presunto malore di Sergio Carpentieri sono le cause che hanno portato allo schianto di sabato scorso. "Ancora non è stata fatta l'autopsia, ma sono sicuro che Sergio si è sentito male. Era il miglior pilota del circuito".
di Marco Braccetti

Marco Pennesi
Si presenta alla stampa tranquillo Marco Pennesi, dopo essere stato in ospedale per accertamenti. Questa mattina erano in molti i cronisti accorsi ai cantieri Metamarine per raccogliere la sua testimonianza. Tutti volevano sapere i particolari del maledetto incidente di sabato 30 giugno avvenuto a Travemunde, in Germania.
"Fino a quando non abbiamo visto le immagini dello schianto- dice Pennesi- io ed il mio team non riuscivamo a capacitarci di come fosse successo" Pennesi ricorda una partenza di gara normale: "Siamo in testa insieme ad altre tre imbarcazioni. Alla prima boa la nostra barca rallenta improvvisamente a causa di una rottura meccanica. Io ho subito capito al pericolosità di quella situazione. Con le barche dietro di noi che arrivavano a tutta velocità. Faccio appena in tempo ad avvertire il mio equipaggio ed avviene lo schianto"
Uno schianto che si sarebbe potuto evitare se non si fosse verificata un'altra terribile fatalità. Il malore che ha colpito Sergio Carpentieri. Il cinquantenne pilota napoletano avrebbe potuto effettuare una manovra d'emergenza per evitare la Fainplast di Pennesi, mentre invece l'ha presa in pieno. Colpendone la poppa e praticamente usandola come trampolino. La barca di Carpentieri si è quindi impennata. Passando sopra la Fainplast. I timoni dell'imbarcazione partenopea hanno squarciato l'abitacolo del bolide Metamarine. Uno dei timoni, riferisce Pennesi, si è fermato a soli 5 cm dalla testa di Luigi Bisceglia. La cellula di sicurezza ha retto bene all'impatto. Se non ci fosse stata ora i tre membri dell'equipaggio, di cui fa parte anche il diciottenne nipote di Pennesi, Stefano Bonanno, sarebbero certamente deceduti.
I componenti del team Carpentieri, interrogati a lungo dalle autorità tedesche, riferiscono di aver visto il loro leader accasciarsi sul timone, si sono accorti troppo tardi che davanti a loro c'era la Fainplast ed hanno avuto solo il tempo di cercare riparo. L'esame autoptico, previsto per i prossimi giorni, fugherà ogni eventuale dubbio riguardo la possibilità del malore. Chi non ho dubbi è Pennesi: "Sergio era un pilota di lungo corso, forse il più esperto di tutto il campionato del mondo. Non è possibile che abbia fatto un errore del genere. Era una persona fantastica. Il primo a scherzare ed a sdrammatizzare in situazioni di tensione. Correva da quando era bambino e lo faceva con amore. I giorni prima dell'incidente- conclude Pennesi con voce flebile- siamo stati sempre insieme. Era un grande amico. Una figura insostituibile. Era un super sportivo e sono certo che è morto come aveva sempre sognato di morire".
La Federazione che gestisce il Campionato del Mondo dovrà trarre qualche insegnamento da questo incidente ed elevare gli standard di sicurezze. Le cellule salva vita che hanno evitato e Pennesi e compagni morte certa sono installate solo su tre imbarcazioni su venti. Le velocità sono elevatissime. Lo schianto dovrebbe essere avvenuto intorno ai 140Km/h. "Tutto il nostro team è intenzionato a ripartire- conclude Pennesi- ma la Federazione Internazionale deve capire che occorrono nuove regole. Ne va della nostra sicurezza". Domani rientrerà a San Benedetto la barca incidentata, si farà un bilancio più preciso dei danni e si calcoleranno tempi e costi per le riparazioni. "Torneremo sicuramente a fine agosto. Per la tappa inglese del Campionato del Mondo".
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03/07/2007
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