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Giovanni Paolo II. Da 25 anni sul trono di Pietro

| CITTA' DEL VATICANO - Un editoriale di Renzo Allegri sul " Papa dei record".

di Renzo Allegri

Il Papa dei record.

Erano le 18,43 del 16 ottobre 1978, quando le telecamere inquadrarono il balcone di San Pietro su cui si erano affacciati alcuni ecclesiastici che, secondo la tradizione venivano a rivelare al popolo il nome del nuovo Papa che era stato eletto in Conclave.

Piazza San Pietro era piena di fedeli. Il cardinale protodiacono Pericle Felici annunciò, secondo la formula di rito: "'Habemus Papam'. Abbiamo il Papa. Sua Eminenza Reverendissima Monsignor Karol, cardinale di Santa Romana Chiesa, Wojtyla, che ha preso il nome di Giovanni Paolo II".

Si trattava del primo Papa polacco della storia, ed erano 455 anni che sul trono di Pietro non saliva uno straniero. Inoltre, Wojtyla era il primo Papa che proveniva da un Paese comunista.

Dati significativi, che fecero subito notizia, che si prestarono a riflessioni, a intuizioni, a congetture. Ma forse nessuno avrebbe potuto immaginare, in quel momento, che cosa avrebbe significato nella storia quell' elezione. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il nuovo Papa avrebbe fatto oltre cento viaggi internazionali per raggiungere i fedeli sparsi per il mondo, percorrendo circa un milione e duecentomila chilometri, cioè una distanza pari a quasi 29 volte la circonferenza della terra e tre volte la distanza tra la terra e la luna.

Nessuno, nel 1978, avrebbe potuto immaginare che il Papa sarebbe rimasto vittima di un attentato, che sotto di lui sarebbe crollato il muro di Berlino e il Regime comunista nei Paesi dell'Est. Che avrebbe reso pubblica la "terza parte" del famoso Segreto di Fatima, affermando di essersi riconosciuto in quel "vescovo vestito di bianco" di cui parla Lucia, "che tremante e sofferente, attraversa una grande città" piena di cadaveri e sale verso una "montagna ripida, in cima alla quale si trova una grande Croce", e giunto sotto la Croce viene ucciso.

Dicendo di essersi riconosciuto in quel "vescovo vestito di bianco" Giovanni Paolo II ha implicitamente affermato che la Madonna si è interessata di lui nel 1917, cioè tre anni prima che egli venisse al mondo. Egli è quindi un uomo "predestinato", inviato da Dio con una grande missione, che ha compiuto tra le sofferenze, come Cristo sulla croce.

Ora la Chiesa lo festeggia per essere sul trono di Pietro da un quarto di secolo. E anche questo è un record. Giovanni Paolo II infatti è il terzo Pontefice che resta alla guida della chiesa per 25 anni. Tralasciando San Pietro, del cui pontificato non si hanno dati sicuri, solo Pio IX e Leone XIII avevano superato questo traguardo. Pio IX (1792-1878), ha governato la Chiesa per 31 anni e sette mesi; Leone XIII (1810-1903) l'ha governata per 25 anni e 5 mesi.
 
I festeggiamenti di ottobre

            La Chiesa vuole celebrare i 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II con grande solennità.
            Le cerimonie ufficiali sono già iniziate l'8 maggio scorso, con un Congresso accademico di due giorni all'Università Lateranense, organizzato dalla Santa Sede e intitolato "Giovanni Paolo II, XXV anni di Pontificato. La Chiesa al servizio dell'uomo". Subito dopo, domenica 11 maggio, si è tenuta l'apertura delle celebrazioni a Cracovia, organizzata questa volta dal governo italiano in collaborazione con quello polacco. L'Italia era rappresentata dall'onorevole Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera dei Deputati.
            Il governo italiano ha anche mobilitato gli "Istituti italiani di cultura all'estero" invitandoli a promuovere manifestazioni ispirate alla frase di Wojtyla: "L'Italia è la mia seconda patria". Si ritiene infatti, che nei suoi 25 anni di Pontificato, Giovanni Paolo II sia stato il più formidabile "testimonial" della lingua italiana nel mondo.

Sempre per dare importanza a questa ricorrenza storica, il Vaticano, in collaborazione con la Polonia, ha emesso un francobollo d'argento di euro 2,28, e inoltre, una serie di 25 francobolli con 25 diverse fotografie del Papa, ed ha coniato una edizione limitata di otto monete.

I festeggiamenti veri e propri sono concentrati a ottobre. Iniziano il 7 ottobre con il pellegrinaggio del Papa a Pompei dove concluderà l'Anno del Rosario. Per il 15 ottobre, il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e decano del Collegio cardinalizio, ha invitato a Roma tutti i cardinali del mondo. E' la prima volta che succede nella storia della Chiesa. I cardinali finora si trovavano a Roma solo per il Conclave, cioè per eleggere un nuovo Papa.

Il primo appuntamento dell'intero Collegio cardinalizio convocato a Roma per questa ricorrenza, è fissato in San Pietro per il pomeriggio del 15 ottobre. La mattina del 16 ottobre, anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II, i cardinali parteciperanno a una Messa, sempre in San Pietro, con il canto del "Te Deum" di ringraziamento. Il 17 e il 18 saranno impegnati in un convegno vero e proprio con cinque relazioni. Il 18 mattina, l'agenda prevede un  "Messaggio al Santo Padre". In genere è il Papa che manda messaggi; in quell'occasione invece saranno i cardinali che invieranno un messaggio al Papa. La sera del 18 ottobre ci sarà un grande concerto in Vaticano e il giorno dopo, 19 ottobre, i festeggiamenti si concluderanno con la solenne beatificazione di Madre Teresa. E' stato il Papa in persona a volere che i festeggiamenti per il 25° del suo Papato culminassero con questa cerimonia, a dimostrazione di quanta stima e venerazione egli abbia per la piccola suora di Calcutta.
          
Attore, poeta, filosofo

Giovanni Paolo II è nato a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920. Suo padre, Karol, era un sottufficiale dell'Esercito austroungarico, e la madre, Emilia Kaczorowska, faceva la sarta. Si erano sposati nel 1904 e il futuro Papa fu il loro terzo figlio. Il primogenito, Edmund, nacque nel 1906, divenne medico e morì a soli 27 anni. Intorno al 1914, i coniugi Wojtyla ebbero una bambina, Olga, che visse però solo pochi giorni. I medici avevano proibito a Emilia di avere altri figli e quando lei si accorse di essere incinta la invitarono ad abortire perché una nuova gravidanza poteva essere fatale per lei, ma Emilia si rifiutò e, pur tra grandi difficoltà, portò a termine la gravidanza. Ma, come i medici avevano previsto, non si riprese più in salute, e morì nel 1929, quando Karol junior aveva nove anni.

Il futuro Papa frequentò le scuole elementari, il ginnasio e il liceo a Wadowice. Poi si iscrisse all'Università di Cracovia. In quegli anni era appassionato di teatro: faceva l'attore,  scriveva poesie e drammi, e tutti pensavano che sarebbe stato il futuro grande uomo di spettacolo della Polonia. Ma nel 1942, durante l'occupazione tedesca, dopo che aveva perduto anche il padre, ed era quindi rimasto solo al mondo, avvertì chiara la chiamata al sacerdozio e decise di dedicare tutta la sua vita a Dio.
           

Venne ordinato sacerdote il 2 novembre 1946. Si trasferì a Roma dove studiò, si perfezionò in teologia mistica all'Angelicum. Qualche anno dopo, in patria, conseguì una seconda laurea e divenne professore di filosofia all'Università di Lublino. Nel 1957 fu consacrato vescovo, e nel 1967 nominato cardinale.
 
Sempre guidato dalla Madonna

Come ha scritto in un suo libro autobiografico, Karol Wojtyla ritiene che la sua esistenza sia sempre stata "guidata" dalla Madonna. Egli vede, nella propria vocazione, intrecciarsi "un filo mariano". Afferma di aver appreso la venerazione alla Madre di Dio fin da bambino, dalla propria madre, e di averla coltivata sempre. All'età di dieci anni ricevette lo "scapolare della Madonna del Carmelo", e lo porta ancora, anche da Papa. Da studente universitario, a Cracovia, entrò a far parte del gruppo del "Rosario vivo". Lesse in quel periodo il "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine", di San Luigi Maria Grignon de Montfort, e fece l'atto di affidamento della propria vita alla Madre di Dio, prendendo poi come motto ispiratore della sua esistenza le prime parole della formula di quell'atto "Totus tuus". Divenuto Pontefice, le fece dipingere, accanto all'immagine della Vergine, sotto la finestra del suo appartamento in Vaticano.

Da giovane universitario, da sacerdote, da vescovo, da cardinale e anche da Papa, Karol Wojtyla ha sempre trovato il tempo per fare, più volte l'anno, dei pellegrinaggi ai santuari mariani. Quando era arcivescovo di Cracovia, organizzava pellegrinaggi ai santuari mariani per i fedeli della sua diocesi e quei pellegrinaggi divennero famosi perché frequentati da migliaia di persone, anche se la Polonia viveva allora sotto il regime comunista.
           

Dopo l'attentato del 1981, volle recarsi a Fatima e pubblicamente disse di essere stato salvato da un intervento prodigioso della Madonna. A Fatima vi è tornato altre tre volte. All'ingresso del suo appartamento in Vaticano, tiene una statua della Madonna di Fatima che saluta affettuosamente ogni volta che entra ed esce. In varie occasioni ha consacrato il mondo alla Vergine. Raccomanda sempre la recita del Rosario. Nell'ottobre scorso proclamò il 2003 "Anno del Rosario". Stabilì inoltre che i misteri del Rosario non fossero più quindici, come da tradizione immemorabile, ma ne aggiunse altri cinque, i "Misteri della luce", da recitare il giovedì.
 
Le sue parole su Medjugorje   

La Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente sui fatti di Medjugorje, anche se dalle prime apparizioni sono trascorsi già 22 anni. In genere, le autorità ecclesiastiche non emettono giudizi definitivi mentre i fenomeni sono ancora in corso, e, come è noto, le apparizioni di Medjugorje continuano tuttora.

Giovanni Paolo II tuttavia, ha sempre dimostrato di tenere in considerazione quegli eventi. Sia pure in forma strettamente privata, ha più volte manifestato la sua convinzione che si tratti di apparizioni autentiche, come si ricava da varie sue affermazioni e da testimonianze di vescovi e cardinali che hanno parlato con lui di Medjugorje.

Un giorno, Papa Wojtyla ricevette in udienza quarantacinque sacerdoti americani, accompagnati da tre vescovi. Questi sacerdoti dissero al Papa: "Santo Padre, noi desidereremmo andare a pregare a Medjugorje". Il Papa rispose: "Andate e pregate anche per me".

Il 25 giugno 1985, Giovanni Paolo II ricevette un gruppo di sacerdoti della diocesi di Trento. Uno di essi chiese al Papa: "Santo Padre, posso andare a pregare a Medjugorje?". "Perché no?", rispose il Pontefice.

Il 24 gennaio 1987, il Papa ricevette in udienza i vescovi del Triveneto. Nell'Alta Italia, i fatti di Medjugorje erano già allora molto seguiti e numerosi erano i pellegrini che si recavano nella cittadina dell'Erzegovina. Il vescovo di Udine, preoccupato per quei pellegrinaggi, chiese consiglio al Papa. "Come dobbiamo comportarci?". Il Santo Padre rispose: "Mi meraviglio di questa domanda. Non vi siete accorti quanti buoni frutti spirituali maturano in quel luogo di preghiera?".

A quell'incontro era presente anche monsignor Antonio Mistrorigo, allora vescovo di Treviso, il quale, al rientro in diocesi, dichiarò: "Con il Papa abbiamo parlato di Medjugorje. Egli mostra di conoscere bene la situazione e di seguirla. Ritiene che non ci sia niente di male che in quel luogo si preghi".
           

Nell'agosto del 1989, l'arcivescovo di New Mexico, nel Texas, andò in pellegrinaggio a Medjugorje. Una sera, parlando con un gruppo di persone, quasi a  voler giustificare la sua presenza, raccontò: "Nel gennaio scorso sono stato in visita dal Santo Padre. Gli ho detto: "Santità, molti fedeli della mia diocesi vanno in pellegrinaggio a Medjugorje e io non ho dato loro il permesso, né ho vietato di andarci. Che cosa debbo fare?" Il Papa mi ha risposto: "Lascia che la gente vada. Laggiù si prega". Incoraggiato da questa risposta ho aggiunto: "Però invitano anche me ad andare con loro". Il Papa mi ha risposto: "Va e prega anche per me".

Monsignor Roberto Cavallero, del Santuario mariano di Orta di Chiavari, nel 1996 era a Roma e si recò ad ascoltare la Messa nella Cappella privata del Santo Padre. Era da poco stato in pellegrinaggio a Medjugorje e il Papa ne era informato. Infatti, dopo la Messa, incontrandolo, gli disse: "Medjugorje … lei ci crede?". E monsignor Cavallero gli rispose facendo a sua volta una domanda: "E lei, Santo Padre, ci crede?". Dopo un breve silenzio, il Papa affermò, scandendo ogni parola: "Ci credo, ci credo, ci credo".

13/09/2003





        
  



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