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Martiri delle Foibe e partigiano Bellesi: troppe vittime per una sola strada

Fermo | Sinistra fermana critica contro la via ai martiri delle Foibe, che dimezza quella dedicata al partigiano Enrico Bellesi

Anno 2006, oltre 60 le primavere passate dalla seconda guerra mondiale, dalla resistenza partigiana, dagli orrori nazifascisti e dal massacro delle Foibe. Tanto tempo trascorso, tante vittime ingiuste di un odio cieco, da qualunque parte ideologica esso arrivasse. Eppure, 60 anni forse non sono ancora bastati a vivere con serenità il ricordo delle violenze passate. Era di venerdì la notizia dell'intitolazione di una via, a Fermo, intitolata alle vittime delle Foibe. Una scelta fortemente voluta dal presidente circoscirzionale di Alleanza Nazionale Michele Sgariglia, seguita dall'assessore all'urbanistica Andrea Zaccarelli ed avallata dal sindaco Saturnino Di Ruscio. Nessuna protesta sull'intitolazione in sé, ma sulla collocazione della via sicuramente sì. Per far posto alle vittime carsiche, infatti, si è ridotta la lunghezza di via Enrico Bellesi, martire partigiano ucciso dai nazifascisti nel 1944.

Dure le posizioni assunte da varie voci del centrosinistra. Il primo a dirsi indignato è stato il presidente onorario provinciale dell'Anpi, associazione partigiani, Giuliano Montanini. "E' una grave offesa alla Resistenza ed una provocazione che poteva essere evitata - ha detto -  Non discutiamo sulle vittime delle Foibe e sulla Giornata del Ricordo che è una legge dello Stato, ma sul metodo con cui è stato cancellato il nome di un eroico partigiano morto il 18 marzo del 1944 a Montemonaco per mano nazifascista".

Severo anche il candidato sindaco del centrosinistra Giuseppe Buondonno: "Considero estremamente grave che per intitolare una via ai martiri delle Foibe, a cui noi ci inchiniamo perché si tratta di vittime della violenza politica inaccettabile, si è scelto provocatoriamente di spezzare una via intitolata ad un partigiano, giovane antifascista di 18 anni, assassinato durante una delle battaglie che costituiscono il motivo e l'orgoglio della democrazia di tutto il Piceno. Trovo che questa scelta sia volutamente provocatoria e di attacco alla memoria della Resistenza, del tutto insensatamente perché non vi è relazione tra i due eventi. I partigiani e gli antifascisti sono, oggi, i primi a riconoscere il valore che ha la memoria dei martiri delle Foibe. Si poteva, però, individuare un'altra via senza compiere un gesto dal sapore di un certo revanscismo di estrema destra".

L'avvilente polemica fa seguito a quella avvenuta qualche giorno fa nell'ascolano, per via del patrocinio concesso dall'amministrazione provinciale ad un'iniziativa tesa a ricordare, proprio nel giorno del ricordo per i martiri delle Foibe, le colpe dell'invasione fascista in Jugoslavia. Iniziativa che aveva acceso le proteste e la rabbia della destra picena. In questo scenario triste, dove neanche i morti sono uguali per tutti, e nonostante i proclami si trova ancora il modo per dividersi in rossi e neri con ogni pretesto, un plauso lo merita il comune di Sant'Elpidio a Mare. Sabato mattina si è infatti svolta la premiazione di un concorso destinato alle scuole medie cittadine: i ragazzi dovevano realizzare un elaborato, scritto, grafico, video o multimedale, incentrato sul tema delle vittime dell'odio. Tutte le vittime. Dell'olocausto o delle Foibe, oppure di entrambe. Il concorso ha visto presentare lavori di ottimo livello, e forse, per una volta, dare davvero un senso autentico alla memoria di tutti i morti ingiusti di ogni follia

19/02/2006





        
  



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