Spazi insoliti dove esporre? Chi frequenta la biblioteca comunale di San Benedetto avrà notato che salendo le scale che portano alla sala di lettura del primo piano vi sono sulla parete alcune opere che attirano il visitatore anche se a prima vista sembrano senza importanza, quasi una decorazione Banale in un luogo pubblico ma non è così. Certo non è immediata la percezione che si tratta di opere che hanno significati notevoli, bisogna osservare e non è scontato.

Chiaramente, se si frequenta la biblioteca si è coinvolti senza accorgersene. Non si può non notare che un manifesto informa che c’è una «Esposizione d’arte contemporanea» e naturalmente presenta anche l’Autrice, Belinda Menzietti. Certo la nostra mobilità personale e interna alla biblioteca è veloce e mirata a funzioni pratiche come consultare un libro, atlante, enciclopedia e si sale a volte senza guardare oppure, guardando solo con la coda dell’occhio.

A metà percorso, prima di girare per andare in su ci si deve fermare per forza, è quasi naturale, e non si possono non osservare due composizione che raffigurano il pesce azzurro, sono alici di varie dimensioni e sono state realizzate con carboncino. Sono in senso artistico “natura morta” ma nell’ambiente proprio della biblioteca si colgono idealmente un complesso di significati connessi con la pesca che a San Benedetto sono nella nostra memoria collettiva.

I disegni di quest’artista descrivono la realtà semplice che ci circonda e cioè le persone, le cose e le emozioni che proprio per i soggetti che presenta vuole coinvolgere. Le immagini che presenta viaggiano attraverso i nostri ricordi e portano alla mente le nostre esperienze e in qualche caso del secolo scorso come ho colto. C’è una componente di piacere e anche di nostalgia osservando queste composizioni, in particolare proprio prima di entrare nella sala superiore della Biblioteca al primo piano c’è un’opera denominata «Incantatrice di farfalle» che si fa guardare perché presenta una bambina che suona il flauto come si vede in figura. Sono posizionate proprio non lontano e sopra il flauto due farfalle che per davvero sembrano incantate. Si osserva che sono stilizzate come ferme mentre ovviamente nella realtà le farfalle si vedono quasi sempre in movimento.

La forza d’incanto del flauto le ha incantate. Emozioni? Non è solo questa componente che è forte in sé, è che dall’abbigliamento, semplice certo, si coglie che è idealizzato con lineamenti di un tempo passato. Del secolo scorso? Questa è la sensazione. Osservando quest’opera viene alla mente quando i bambini in casa si esibivano e questo faceva parte della preparazione del saggio che dovevano fare a scuola. Tempi passati? Si, a quanto pare. Oggi ci sono modi di formazione diversi e osservare quest’opera è importante per coglierne le differenze e notare come siamo cambiati. Belinda Menzietti è nata a San Benedetto del Tronto nel 1971 e si è dedicata al disegno, pittura e anche alla lavorazione dell’argilla.

Il suo percorso artistico si è articolato tra esperienze presso gli studi di artisti locali e con sperimentazioni da autodidatta. Professionalmente si occupa di grafica e in particolare di illustrazioni e dopo una lunga esperienza è anche decoratrice. Da pochi anni si è avvicinata all’uso del carboncino con il quale ha descritto la realtà semplice realizzando varie opere come quelle che ha presentato in questa mostra che sono in un luogo insolito e comunque all’attenzione dei visitatori della biblioteca. Disegna in prevalenza quello che ci circonda e cioè le persone, le cose e naturalmente lancia quelle emozioni come quella che ha denominata «Incantatrice di farfalle» che con dolcezza sembra rinnovare un ricordo di piacere ad ogni sguardo che cattura.

Le sue esposizioni collettive sono state “Marguttiana Macerata” (1998, 2006, 2014) e “Arte insieme”, alla Pietraia dei Poeti di San Benedetto del Tronto (2012, 2013, 2014).