Presentazione all'Hotel Progresso del libro del poeta di origine picena del poeta Guido Monti
San Benedetto del Tronto | Uno straordinario viaggio nelle stagioni della vita raccontate attraverso le venature di una scrittura originale e pregna di suggestioni è quanto si potrà vivere nel corso della presentazione di “Fa freddo nella storia”, l'ultima fatica di Guido Monti
di Silvio Venieri

Presentazione del libro "Fa freddo nella Storia"
In programma venerdì 5 dicembre, alle ore 18,00 nella sala congressi dell’Hotel Progresso di San Benedetto del Tronto. L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale “I luoghi della Scrittura” e dalla libreria “Bibliofila” di Mimmo Minuto, vedrà la partecipazione, tra gli altri, del docente dell'Università di Macerata prof. Antonio D’Isidoro e di Silvio Venieri, che dialogheranno con Monti nativo proprio del Piceno, ma da anni in Emilia. Si tratta di una nuova e interessante produzione letteraria dell’autore che, dopo il notevole successo di critica e di pubblico riscosso da “Millenario Inverno” (Book editore, 2007), torna su temi a lui cari legati alla storia, alla cultura, alle tradizioni, alle sue terre d’origine e d’adozione. “Una poesia di non comune forza e compattezza materica” come scrive il noto critico Maurizio Cucchi nella prefazione dell’opera che sarà distribuita nei punti vendita: alla Rinascita di "Ascoli" e alla "Bibliofila" di S.Benedetto.
GUIDO MONTI, “FA FREDDO NELLA STORIA”, STAMPA 2009, 2014
La maturazione artistica di Guido Monti segna un’ulteriore importante tappa con la recente pubblicazione del volume che raccoglie la sua ultima produzione poetica “Fa freddo nella storia”, edito da Stampa 2009 di Azzate (VA). Guido Monti nasce nel 1971 a San Benedetto del Tronto; laureato all’Università di Bologna, da un decennio vive a Reggio Emilia, città nella quale attualmente dirige importati eventi poetici, oltre che collaborare alle pagine culturali della Gazzetta di Parma. Suoi componimenti sono annoverati in “Almanacco dello Specchio” a cura Di Maurizio Cucchi ed Antonio Riccardi (Mondadori, 2009), “Italian Poetry Review” (2011), “Paragone” (2013), “Nuovi Argomenti” (Mondadori, 2014); è presente nel volume “La poesia contemporanea” a cura di Alberto Bertoni (Il Mulino, 2012). Ha pubblicato Millenario inverno (Book editore, 2007, premio Contini Bonaccossi), la plaquette fuori commercio Eri Bartali nel gioco (Grafiche Fioroni, 2008), a cura di Eugenio De Signoribus, Accademico di nessuna accademia, Conversazioni con Gianni Scalia (Marietti, 2010).
“Fa freddo nella storia” (titolo tratto dal verso della poesia Proposito di Giorgio Caproni) vibra di una tensione realistica mossa dagli stimoli provenienti dal microcosmo di appartenenza, dall’intreccio della quotidianità intessuta di vicende umane e di accadimenti naturali; emerge una condizione esistenziale di non completo appagamento perché la contemporaneità, filtrata attraverso un’arcuatura volta al passato, risulta soccombente nel confronto comparativo con epoche lontane ma non per questo prive di attrattiva per il Poeta, così da promanare echi nostalgici. Questa esplorazione si nutre, nella seconda sezione dell’opera, di racconti che scolpiscono la fisionomia di personaggi che potremmo definire “minori”: il condottiero Giovanni dalle Bande Nere, il pittore Ottone Rosai, il ciclista Gino Bartali. In verità un aiuto invisibile a vivere in medias res Monti lo riceve rivolgendosi ai grandi poeti del passato, ad un suo Pantheon ideale che vede, fianco a fianco, Dante e Leopardi, ma anche i più recenti Campana, Caproni e Giudici. L’Autore non arretra quando nel suo ragionamento poetico si manifesta, insopprimibile, l’urgenza di pronunciarsi chiaramente su temi coinvolgenti la comunità civile; allora la sua militanza, attraverso un tratto di penna pungente, idealmente lo allinea a Giorgio Caproni, dal quale mutua il titolo di un componimento, “Laida e furbastra Italietta” (da Alla Patria, in Res amissa di Caproni) come innesco per fare librare il verso.
Sapiente artigiano dello strumento della parola, Monti non può esimersi dallo schierarsi a difesa della stessa per rintuzzare gli attacchi virulenti portati dalla lingua comunemente usata e abusata (parole “abbassate in scoop da speaker al soldo del basso impero...” “...a servire i congegni relazionali dell’era dell’ultra capitale”, in Fondale della parola) e dall’affermare, a tal proposito, una sua postura etica (“e imparavo da quel fine voce il silenzio netto / e quanto la parola detta e scritta conti solo / sgocciolata nella trama del soffrire sociale / e individuale/ e me lo ridico dopo tanto, dopo millenni / ancora dentro la lorda societas / poca parola che vieni, cura”, in De Coniuratione catilinae) La narrazione poetica di Guido Monti affascina per la sua densità, per la sua vischiosità coinvolgente, come registra il poeta e critico letterario Maurizio Cucchi nella prefazione del libro.
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04/12/2014
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