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La Sicilia di Rosa Balistreri con Rita Botto e la Banda d'Avola

San Benedetto del Tronto | Banda d'Avola e Rita Botto "Terra ca nun senti"

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Banda di Avola / Rita Botto

"Terra ca nun senti"

Non capita spesso di parlare di musica tradizionale italiana ma di fronte ad un'opera come questa, candidata al Premio Loano (il riconoscimento più ambito oggi per la musica autenticamente popolare) non possiamo tirarci indietro. Un disco perfetto in cui si racconta l'incontro di due realtà importanti della musica siciliana: quella del suono di una banda, quella di Avola, celebre cittadina in provincia di Siracusa, che caratterizza la festa popolare e la tradizione sacra e processionale con le magnifiche corde vocali di Rita Botto, catanese doc erede di una cultura piena di fascino che non ha mai rinnegato il passato remoto della musica antica, né quello prossimo con le collaborazioni con Franco Battiato, Carmen Consoli, Lautari, Kaballà, Roy Paci.

Superlativi, inoltre, sono il suo omaggio (rinnovato anche in questo lavoro) alla grandezza di Rosa Balistreri, voce stellare del folk isolano nonché le contaminazioni colte con la musica araba. Sotto la saggia guida di Fabio Barovero (fondatore dei Mau Mau) e di Roy Tarrant (eclettico signore svizzero innamorato delle musiche isolane italiane) il progetto ha preso forma oltre un anno fa prima di vedere la luce discografica di un magico lavoro come "Terra ca nun senti". Le origini della Banda di Avola si perdono nelle notti borboniche ma solo nel 1996 viene riformata grazie all'impegno del maestro Sebastiano Bell'Arte e da qualche anno rappresenta una delle realtà musicali più importanti della Sicilia nel mondo. Oltre le magnifiche produzioni realizzate in questi anni e dedicate ai canti processionali e alle tradizioni sacre vanno segnalate quelle con Roy Paci e Mirco Menna. Con "Terra can un senti" l'incontro tra Rita Botto e la Banda di Avola raggiunge l'apice della modernità e della perfezione.

L'apertuta è di assoluta tradizione con "A virrinedda" (ripresa anche dalla Balistreri) e la celebre "Mi voto e mi rivotu" che ha l'eco del Rossini e del Mosè ("Dal tuo stellato soglio") ma anche di tanta musica sacra e popolare che ha suggerito a Bellini pagine indimenticabili. Sono marcette (belle "Don Nuzzo" e "Fatti li fatti toj" del maestro Bell'Arte e della stessa Botto) e filastrocche come "Me mugghieri unn'avi pila" e "Mamma vi l'aiu persu lu rispettu" della Balistreri che fanno il pieno con la superlativa "Terra can un senti" di cui Rita Botto con la Banda di Avola offrono una magistrale versione ricca di lirismo e di melodramma che si riflette anche nella bellissima "Amuri Amuri" già eseguita con i Lautari e Carmen Consoli. In chiusura la classica "Cantu e cuntu" perfetta sintesi di un'arte immortale che tutti abbiamo il dovere di difendere e di non dimenticare.

Voto 10/10

06/05/2014





        
  



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