Napoli, aprile 2012. L'ispettore Lojacono non dovrebbe investigare: su di lui pesano ombre che gli hanno distrutto carriera e vita. Ma quando si rinviene il primo ragazzo morto è lui di turno, e lui fa il primo sopralluogo. Quando le giovani vittime diventano due, il pm Laura Piras capisce che l'ispettore ha intuito cose che i suoi colleghi hanno trascurato, semmai le hanno considerate. E la caccia al Coccodrillo parte davvero. Lo chiamano così i giornali, per le tracce di lacrime che lascia sulla scena dei crimini. Però è un soprannome appropriato, perché lui si apposta e aspetta, e uccide a colpo sicuro. Ma perché? Per amore, per odio, per vendetta? E dove si arresterà la serie dei suoi delitti?

Iniziate "Il metodo del Coccodrillo", il primo romanzo di Maurizio De Giovanni senza Ricciardi, solo se avete due ore di tempo tutte per voi. Non vi servirà di più. Ma siete avvisati che ogni altro impegno o bisogno passerà in secondo piano, anche il sonno e il cibo. Sarete sequestrati a pagina due, e rilasciati solo quando le lacrime le avrete versate voi, tutte. Avrete fatto un viaggio fin negli angoli più neri dell'orrore, dell'odio e della pietà. E fate attenzione a non toccarvi sul cuore nelle ore successive: vi trovereste una cicatrice ancora sanguinante. Poi la ferita si chiuderà, certo, ma non sperate di veder sbiadire il segno che vi avrà lasciato.

De Giovanni, che evidentemente attraversa uno stato di grazia creativo che speriamo non lo abbandoni mai, inaugura con questo libro - con tutta probabilità - una nuova serie di romanzi neri sulla Napoli del XXI secolo, così tragicamente diversa da quella di Ricciardi. La scrittura è tesa e asciutta come pelle di tamburo, la forza e la posizione dei colpi di scena sono calibrate al millimetro, la compassione consueta per le infimità umane si lega a una spietatezza divina che non concede spiegazione al Male assoluto nemmeno quando ce lo rende visibile.

O sedicenti critici letterari che, dall'alto delle vostre culture accademiche, ancora predicate che il noir non può avere dignità letteraria perché è "narrativa di genere", io vi accuso di codardia, pura e semplice. Vi sfido a leggere questo libro e a ripetere le vostre sciocchezze di fronte a me. Non oserete. In caso contrario, l'appuntamento è dietro il convento delle carmelitane, verso mezzogiorno. A voi la scelta delle armi.