"Una separazione" di Asghar Farhadi al Concordia
San Benedetto del Tronto | La pellicola sarà proiettata martedì 13 Marzo alle ore 17,00 e alle 21,30
Orso d'Argento: Migliore Interpretazione Femminile Orso d'Argento: Migliore Interpretazione Maschile
Premio Oscar 2012 come miglior film straniero.
(Iran, 2011)
Interpreti: Leila Hatami, Peyman Moadi, Shahab Hosseini, Sareh Bayat; durata: 123'
Tutto è pronto per la partenza che Simin, suo marito Nader e la loro figlia Termeh hanno progettato. Lasceranno l'Iran per una nuova vita e uno nuova nazione. Tuttavia, all'ultimo, Nader ci ripensa: non osa lasciare solo il padre, malato di Alzehimer. La decisione porta un enorme scompiglio e Simin chiede il divorzio, che il tribunale non le concede. Lascia allora casa e Termeh decide di restare con il padre, sperando che la madre torni a casa. Ma la scelta fatta da Nader, che assume una giovane donna per accudire al padre in sua assenza, si rivelerà drammatica.
Una separazione, una fra tante, e il film vincitore a Berlino ne racconta molte: quella tra due coniugi, tra figli e genitori, tra una donna e il suo Paese, tra un vecchio e la sua ragione. Asghar Farhadi si conferma, dopo l'ottimo About Elly, regista capace di costruire rapporti di tensione tra i personaggi e di inserire elementi mystery in vicende quasi ordinarie. La trama appare lineare ma si fa presto molto intricata: Simin e Nader si sono separati, perché lei vuole lasciare l'Iran con la figlia mentre lui intende rimanere.
Nader, per accudire il padre, deve assumere una badante, Razieh, molto timorata di Dio (telefona persino a un Imam per chiedere come comportarsi con un vecchio che si è sporcato e non sembra in grado di lavarsi da solo) e del marito, cui nasconde questa attività. Quando Razieh fugge misteriosamente ai suoi doveri e litiga con Nader, le cose prendono una piega tragica, cui segue una causa legale in cui tutti mentono e nascondono qualcosa. A poco a poco, ma con tempi incalzanti, la matassa si dipana e, come in un giallo, arriveremo a scoprire chi aveva preso i soldi o perché Razieh si era allontanata. Diversamente però da un film di genere, non è questo il nocciolo della questione.
Infatti le rivelazioni giungono prima del finale, a volte in dialoghi quasi di passaggio, sommersi da ben altre tensioni, bugie e segreti. La sceneggiatura vanta diabolica perfezione, dove fanno buon gioco l'indignazione dei personaggi femminili e l'irascibilità di quelli maschili per confondere ulteriormente le acque, annegando i fatti in un fluire quasi inesausto di parole. Un vero tour de force per gli interpreti ottimamente diretti.
Se poi Una separazione è immerso in un contesto particolare come quello iraniano, con tutte le restrizioni cui sono sottoposte le donne, lo specifico dettagliatamente raccontato si fa universale attraverso il tema della verità. Una verità a sua volta scissa e dilaniata dal gioco delle parti, dagli interessi particolari di chi vuole tenersi a ogni costo la figlia o il marito e ha debiti da saldare o rancori che non riesce a sopire. Farhadi mostra le ragioni di tutti, non prende le parti di nessuno e tesse una ragnatela soffocante da cui non ci si districa facilmente.
Ingresso gratuito a tutte le proiezioni della rassegna per tutti i cittadini immigrati residenti nei comuni dell'Ambito Territoriale Sociale XXI
Ingresso gratuito a tutte le proiezioni delle ore 17.00 per gli studenti delle scuole superiori e per i cittadini di età superiore ai 65 anni.
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09/03/2012
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