Emergenza cultura Ascoli, interviene la Bellini
Ascoli Piceno | Il consigliere PD con una lettera aperta riprende il tema lanciato dal pres di Ascoli Piceno Festival Rinaldi: "per la cultura, manca una vera progettualità, ci si affida solo a eventi mediatici come Amici e la Colombari"

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Come componente della Commissione Cultura del Consiglio Comunale ho avuto modo di constatare come, nonostante il lodevole impegno del Presidente Isopi e dello spirito collaborativo che anima tutti i membri della commissione, manchino materialmente i temi di discussione e confronto; praticamente mai, nel corso dell'anno di attività appena trascorso, ci sono stati sottoposti idee e progetti di qualche respiro, qualificati e di spessore che possano essere caratterizzanti per la città nel suo insieme.
Tra i vari motivi di impasse c'è, a nostro parere, anche la stessa frammentazione delle deleghe assessorili (addirittura 3 assessori!) su cui "poggia" la politica culturale della città: Turismo e Cultura come deleghe separate; la responsabilità dei Musei a un assessore, le biblioteche e la pratica Unesco ad un altro; i "Grandi Eventi" (ma che significa?) da una parte, la programmazione artistica più generale da un'altra. In una divisione non comprensibile, senza alcuna logica che non sia (sospettiamo) quella del bilancino spartitorio del dopo voto. Con un aumento delle difficoltà di coordinamento e dei rischi di immobilismo: chi fa che cosa? a chi compete che cosa?
E' l'ennesimo esempio di una attività amministrativa che procede senza una visione d'insieme, con iniziative a macchia di leopardo, tesa più a creare l'effetto momentaneo (anche a volte con qualche risultato positivo, come gli spettacoli proposti nello sfondo del Teatro Romano) che non a creare opportunità radicate e a lungo termine per una rinascita culturale (e quindi anche economica) della città.
Così non è in altra amministrazioni della Regione e, in tempi di vacche magre, a farne le spese sono i territori più deboli in termini di progettualità e coraggio. Coraggio di investire energie e scommettere su un campo, quello della cultura, che solo una visione miope della politica considera di inciampo rispetto all'emergenza economica in cui versano la città e il territorio. Se un territorio è povero, di certo si impoverirà di più se viene del tutto svilito culturalmente.
Gli eventi come "Amici" o la presenza di Martina Colombari alla Quintana (se non fosse stato il "bidone" che è stato...) rispondono ad una precisa scelta amministrativa: ricevere consenso immediato e produrre qualche momentanea occasione di guadagno all'"indotto" ma una città d'arte come Ascoli non può ridursi solo ad essere un palcoscenico sporadico di qualche evento mediatico: deve prevedere percorsi culturali-artistici caratterizzanti, specifici, che diano stabilità e identità alla vocazione turistica e culturale della città.
Le forze politiche e sociali della città devono lavorare insieme e moltiplicare gli sforzi per dare slancio e continuità a iniziative di pregio come Ascoli Piceno Festival: che non solo deve continuare ad essere il fiore all'occhiello della programmazione artistico-musicale ascolana ma potrà essere, se ci sarà il convincimento di tutti, il punto di partenza per un progetto artistico più ad ampio raggio che dia lustro, visibilità e risorse alla città.
Senza recriminazioni e vittimismi, il nostro territorio può riguadagnare credibilità in questo settore sul piano regionale se la classe politica, in sintonia con le realtà produttive e le associazioni di riferimento, saprà operare con convinzione e unità per dare ad Ascoli il ruolo di primo piano in Regione che la sua Storia e il suo patrimonio artistico gli assegnano di diritto.
Valentina Bellini Cons. Comunale PD, membro della Commissione Comunale Cultura.
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09/08/2010
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