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Il Giro d'Italia passa nelle Marche

Ancona | Una testimonianza dalla tappa

di Renato Novelli

Le nostre vite individuali sono brevi e lunghe. Nel corso di un'esistenza vediamo mondi diversi succedersi. Ma le condizioni cambiano. Un contadino italiano benestante del periodo post - medievale, secondo storici seri della comunicazione, nel corso della sua vita vedeva in media 46 scenari diversi, comprese le nuove pitture della chiesa che frequentava, la visita del vescovo e il passaggio di qualche re in guerra. Gli passavano di lato qualche eresia e almeno due monaci in odore di santità. Noi vediamo, secondo i sociologi dell'informazione e comunicazione, circa seimila immagini al giorno, se sono comprese anche quelle subliminali. Certo un film o il telegiornale sono costituiti da molte immagini, ma la differenza di input è scioccante.

Mi sento un contadino post medievale, se penso che come tifoso della bicicletta, da bambino che già andava a due ruote ma non sapeva ancora scrivere o leggere, vidi il Clerici della fuga bidone del Giro del 1954 in maglia rosa sulla statale verso Porto d'Ascoli e ieri ad Ancona ho visto Richie Porte. Tra queste due immagini due mondi, in tappe di trasferimento. Clerici scoperto al lato della strada pedalava nel gruppo tranquillo tra traquilli, a gambe sciolte. Il gruppo di ieri filava veloce, concentrato e malgrado fossimo all'inizio di tappa era in corso una fuga. Si chiama animazione della corsa. La maglia rosa di Richie Porte andava curva sui pedali, circondata da maglie della Saxo Bank ad ellisse protettiva. Happy end al 13ª traguardo con la vittoria di Manuel Belletti, romagnolo, che ha trionfato a due passi da casa sua, come da manuale del libro cuore del pedale. Belletti ha regolato allo sprint altri otto superstiti della fuga a 17 che ha caratterizzato la tappa (Porto Recanati-Cesenatico, 223 km.). Arrivo in onore di Pantani, come c'era stata una tappa nel paese di Coppi e Giradengo(nati nello stesso comune) e nella zona di Bartali. Dei tre, Pantani è quello che ha vinto meno, anzi ha vinto poco in assoluto, ma ha prodotto sentimenti al pari degli altri, come sanno fare solo i grandi. Il Giro arriva al suo paese mentre Landis sta pubblicando un trattato sull'uso concertato dell'epo nel ciclismo degli anni pantaniani. Se ci sono pochi dubbi sul fatto che anche Pantani avesse usato mezzi di aiuto collaterali, va detto che l'autopsia del suo cadavere non rilevò tracce di uso sistematico e prolungato di sostanze dopanti.

Il suo passaporto, trovato nella stanza della sua morte, aveva le pagine piene di poesie dedicate alla sua bicicletta. Armstrong non scrive poesie. Differenza a suo favore rispetto a Pantani, Come diceva Totò "e...ho detto tutto". Pantani rimane il più grande scalatore di tutti i tempi e il ragazzo romagnolo più romagnolo di tutti i tempi. Chi altri avrebbe telefonato ai propri tifosi per dire dove avrebbe attaccato il giorno dopo per pregarli di appostarsi con i camper per regalare lo spettacolo e sentire il loro calore?

Attenzione. Oggi il Giro più bello del secolo (ci vuole poco sono solo dieci), comincia a fare sul serio. Il mitico Monte Grappa, celebre quanto il Mont Ventoux del Tour, anche se di fama diversa, attende la corsa e lo sconvolgimento dei sensi del tifoso medio. Ma la salita è a 41 Km. dal traguardo. Tra qualche ora tutto sarà finito prima dello Zoncolan di domani. La salita più dura d' Europa. Così si dice.

22/05/2010





        
  



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