Le colpe dei figli-Ultima parte
San Benedetto del Tronto | Si conclude il racconto del Professor Francesco Tranquilli.
di Francesco Tranquilli
Giuseppe detto Giusy, prima di "svoltare" ai danni di Alice, aveva già diversi precedenti per molestie, resistenza a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza, lesioni personali.
Ma ufficialmente la sua scheda al casellario giudiziario è immacolata. Tutte queste accuse sono state fatte cadere, derubricate, annullate. Il balordo di ottima famiglia ne è sempre uscito intatto e intoccabile. Vergine. Come Alice prima di incontrarlo.
Anche i servizi sociali a cui è stato "affidato" dopo che i giudici hanno ritenuto di rilasciarlo, devono aver funzionato poco e male, poiché risulta che, poche settimane dopo il suo crimine, la patente di guida, che non gli era stata tolta prima, gli è stata ritirata dai Carabinieri per eccesso di velocità e, ancora, resistenza e minacce a pubblico ufficiale.
Risulta questo, ma non dagli archivi dei giornali. Solo dai verbali dell'Autorità Giudiziaria. Perché, mentre i servizi sociali tentavano invano di recuperare Giusy, era cambiato il governo, e le priorità di ogni testata erano l'emergenza rifiuti e la minaccia dei clandestini. Il figlio dell'Onorevole non è una notizia.
La seconda Cartella nera.
L'Onorevole, il padre di Giusy, com'è ben noto è da sempre vicino ad ambienti di mafia, ma gode chissà perché di fama di esteta e bibliofilo. Alcuni anni or sono è stato condannato con sentenza definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa; tuttavia, nelle non poche occasioni mondane alle quali non ha smesso di essere invitato, si è creato anche un'amabile aura di umorista continuando a ripetere che "se esiste l'antimafia, esisterà anche la mafia".
L'Onorevole è il feudatario di una schiera di abbietti cortigiani orgogliosi di essere tali. Il loro riso è quello diabolico di chi ride del cancro che gli divora gli organi interni, e ridendo ne accelera l'opera. Quando è stanco di essere piaggiato, comunque, saturo di troppa abbondanza, si ritira a Villa Vittoria, il suo eremo all'Isola delle Capre: lo stupro bianco di un'incantata scogliera preistorica che gli ha conquistato il privilegio di vivere a poche centinaia di metri dalla Residenza Estiva del Grande Capo. Villa Vittoria è in alto, a picco sul mare, in un punto dell'Isola accessibile solo con fuoristrada o in elicottero. Tre uomini di scorta, dalla dubbia ma rocciosa professionalità, bastano a difendere la tranquillità dei due soli abitanti: l'Onorevole e Suo Figlio.
***
"Scusate... siete voi Marcello?"
"Chi sei tu? Non ti ho mai visto qua."
"Sono il ragazzo nuovo di cucina. Volevo dirvi che si vede fuoco, dalla finestra..."
"...cazzo dici?! Rudy! Mi senti? C'è uno qua che..."
"Marce', per la madonna, va a fuoco una macchina, qua succede un casino, se si attacca alle altre!"
"Corro..."
"Ancora là stai? E Branko, sta pure al cesso a menarselo?"
"O cristo! Hai chiamato i pompieri?"
"Tu sei fuori! Ti ricordi dove stiamo? Gli estintori!"
"Cazzo. Questo è scarico. Ma non li controllate mai?"
"Io? Siamo in tre, qui."
"Questo è vuoto! Vergine Madre!"
"Attenzione, attenti che scoppia... Via!"
***
I piccioni non si fanno intimidire dalla presenza di Josè. Oggi non ha voglia di giocare, è rimasto seduto vicino a me, come in attesa di qualcosa. O di qualcuno.
Quando arrivano si alza sulle quattro zampe e scodinzola per salutare.
Loro invece non parlano. Mi guardano come se avessero ritegno di invadere il mio riposo domenicale. Ma poi sorrido loro, incoraggiante, e rispondono al sorriso. Avanzano in mezzo ai piccioni, e tornano a sedersi accanto a me. Josè poggia il muso in grembo alla signora, e riceve dall'uomo una lunga carezza.
"Buongiorno."
"Ha letto i giornali di stamattina?"
"La domenica non li leggo mai. Mi danno ansia."
Il padre di Alice fa un cenno di assenso. Con un sorriso ambiguo, apre il quotidiano che ha sotto il braccio.
"Be', senta qui cosa dicono questi imbecilli: MAFIA: LA NUOVA EMERGENZA. Attacco al cuore dello Stato. Che puttanate. Con rispetto parlando."
"Ma anche lei... Se compra certi quotidiani, non può aspettarsi equilibrio e veridicità. Ha presente chi lo dirige, questo foglio sedicente libero?"
"Da quando quei due erano "il cuore dello Stato"? L'Onorevole non era nemmeno al governo." interviene la madre.
"L'abuso delle parole può deformare la realtà" replico. "Sono vent'anni che nel nostro paese il bello è brutto e il brutto è bello." Come dice il Grande Poeta.
"Quando mai la mafia ammazza così? Fosse stata un'autobomba, sì. Fossero scomparsi nel nulla, va bene, lupara bianca. Ma buttati giù da una terrazza?"
"Lo sa lei come li hanno ritrovati? L'ha letto?"
"No." Lo so comunque.
"Sfracellati sugli scogli, ma ancora abbracciati. Tutto, tranne un'esecuzione mafiosa."
"Vedo che il fatto vi appassiona."
I genitori di Alice sembrano ringiovaniti, hanno un'energia e una luce nelle parole, nei piccoli gesti, che certo non avevano quindici giorni fa.
Si prendono per la mano, se la stringono.
"Lo sa che il Premier vuole organizzare dei funerali di stato?"
"Per un doppio suicidio?"
Mi guardano entrambi allo stesso tempo.
"Perché dice suicidio?"
Li guardo anch'io.
"Per esclusione. Se non è stata la mafia, cosa resta? Non penserete che siano caduti insieme da una terrazza a centoventi metri a picco sulla scogliera per incidente? Tenendosi abbracciati?"
Non mi rispondono. Coccolano ancora un po' Josè, che li ama, lo vedo.
"Noi siamo venuti a ringraziarla." dice lei.
Sono pazzi.
"Scherzate?"
"Lei ci ha portato fortuna." conferma lui. "Io, le confesso, non credevo più."
"In cosa?"
"In nulla. Invece Dio esiste. Basta cercarlo, e risponde."
Lui è il più pazzo dei due.
"Io non so se sia stato Dio ad ammazzarli, o la mafia, o se si siano buttati, ma di una cosa sono certa: è stato un miracolo. Solo che invece di resuscitare i morti, siamo resuscitati noi, grazie a queste due morti. Noi che non vivevamo più."
Lei è la più pazza dei due.
"Non capisco di che cosa state parlando."
Uno sguardo di complicità passa dall'uomo rinato alla donna rinata.
"Abbiamo deciso: compreremo un altro cane."
"Non dire così, caro, è brutto. Accoglieremo in casa un nuovo amico. Un cane adorabile come il suo Josè."
"Grazie ancora."
Lui allunga la mano destra per stringere la mia. Lei farebbe lo stesso, ma le sembra un gesto goffo. Si alza, mi fa alzare, mi bacia sulle guance e mi abbraccia forte.
"Alice non può tornare in vita, ma noi abbiamo ritrovato la fede."
E' il loro congedo.
Se ne vanno tenendosi per mano, senza voltarsi.
Che cosa c'entra la fede con la morte di due uomini?
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché sarà qualcun altro ad essere giustiziato.
Strana gente, questi cristiani.
Fine
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07/07/2009
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