Avvincente serata letteraria alla Promenade con "Il giorno dell'Indipendenza" di Letizia Muratori
San Benedetto del Tronto | Le sue storie sembrano introdurci dentro altre storie, ci sospingono alla ricerca del perché di azioni e circostanze, ci lasciano in una sospensione che non ci pacifica e non ci abbandonano neppure a conclusione della lettura.
di Maria Teresa Rosini
Nell'introduzione alla conversazione con l'autrice Filippo Massacci sottolinea la grande capacità empatica della sua scrittura e l'equilibrio col quale riesce a narrarci anche le circostanze più drammatiche e complesse senza scivolare mai in scontate trappole emotive. Le sue storie, prosegue, sembrano introdurci dentro altre storie, ci sospingono alla ricerca del perché di azioni e circostanze, ci lasciano in una sospensione che non ci pacifica, non ci abbandonano neppure a conclusione della lettura, lasciando possibilità aperte circa il destino dei personaggi, quasi che ogni storia sia un "incipit" di altre storie che siamo indotti a immaginare, a proseguire nella nostra mente.
Il giorno dell'Indipendenza è il racconto di una redenzione: Giovanni, giovane ex banker invischiato nel mondo fittizio e spregiudicato dei titoli finanziari, esule dalla esperienza estrema della dipendenza da cocaina, per uscirne e riappropriarsi della sua vita sceglie di ritirarsi in una fattoria occupato ad accudire strane e sorprendenti creature, suini neri, che si chiamano tutti Isabella e Ruggero. In questa condizione, quasi surreale se accostata alla sua vita precedente, avviene l' incontro casuale con una ragazza americana in cerca di radici arrivata in quel luogo improbabile addirittura da Miami. Miami e la banca sembrano i paradigmi contemporanei ed estremi di un vivere artefatto centrato su denaro, successo ed eccessi che conducono inevitabilmente alla perdità di identità e ad un rendiconto doloroso con sè stessi.
L'autrice condivide con noi la genesi di questa storia ponendo l'accento su come per uno scrittore sia importante oltre al "cosa", il "come" raccontare: in quale momento cogliere il personaggio, da quale punto della sua parabola esistenziale iniziare il racconto è, secondo la Muratori, una domanda centrale per uno scrittore. E iniziare da un mondo completamente diverso da quello da cui il protagonista proviene in una sorta di sguardo più obliquo e complesso dà forse al lettore uno strumento interpretativo più efficace in grado di allontanarlo da stereotipi convenzionali e sorprendendolo nelle sue attese.
Inoltre nelle sue storie la scrittrice evita la tentazione della ridondanza, puntando alla selezione e all'efficacia evocativa dei momenti e delle circostanze in cui i personaggi vengono colti nel corso delle vicende narrate. Infondo il primo lettore del romanzo è proprio la stessa autrice e questo atteggiamento ne amplifica la sensibilità impedendo un'eccessiva autoreferenzialità e portandola ad approfondire il suo sguardo e ad accompagnarci nella lettura, presenza discreta, ma preziosa.
Davvero brava la Muratori, che ha saputo suscitare un'intensa curiosità per i suoi libri pur nell'umiltà e nella disponibilità con le quali si è concessa al pubblico presente consentendogli, senza retorica e senza presunzione, di gettare lo sguardo dentro il mondo e la mente nei quali i suoi personaggi e le loro vicende vedono la luce.
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16/07/2009
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