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Leonardo Bertagnolli ha vinto per distacco la 15ª tappa del Giro d’Italia

Faenza | Il gruppo della maglia rosa arriva a 1’57” A 2’56” Armstrong e Cunego. Gilberto Simoni esce definitivamente di classifica.

di Renato Novelli

La tappa di oggi sulla carta era nervosa, senza Premi della montagna. Si è rivelata più importante di quanto si potesse prevedere alla vigilia. Al traguardo arriva solitario Bertagnolli, unico brillante sopravvissuto di una fuga lunga di uomini lontani dalla classifica. Bravo con simpatia.

Gli eroi di un singolo episodio sono il sale delle due ruote, delle storie da libro Cuore. Sei anni fa aveva attaccato su queste stesse strade come gregario di Simoni. Oggi lui ha il suo trionfo, mentre Simoni che in quel 2003, qui prese la maglia rosa che portò fino alla fine, ha perduto quasi 20' e forse comincia a pensare che la realtà della corsa, non è più commensurabile con l'avanzare dell'età. Ci vollero trentanove primavere per convincere Girardengo che le sei Sanremo vinte nella sua straordinaria carriera, sei sarebbero rimaste.

Come dice Conrad, "si procede (da giovani) ..eccitati, divertiti,.. accogliendo quel comune destino pittoresco che ha in serbo tante possibilità di successo.. E il tempo anche lui procede, finché davanti non si scorge una linea d'ombra la quale avverte che la stagione della giovinezza deve essere lasciata alle spalle."

Inizia la stagione dove la vita non scorre come una giornata assolata, ma induce alla scelte definitive. Nessuno più di uno sportivo o di qualcuno a cui la congiuntura della storia abbia riservato la partecipazione ad un momento particolare della vita sociale, può avvertire questo spartiacque profondo tra due fasi del vivere.

Torniamo a Bertagnolli: Abita da queste parti e la TV ci ha presentato, una donna simpaticamente normale che lo attendeva al traguardo. Altra storia per il compagno di fuga Serge Pauwels. Vittima del volto crudele del ciclismo, che produce eroi, ma incatena molti dei suoi figli al ruolo subordinato come Prometeo alla roccia dove un aquila gli mangiava il cuore. Il belga non ha mai vinto una corsa da professionista, ed è stato l'unico tra gli attaccanti a rimanere incollato sul Monte Trebbio al vincitore.

Poi Sastre, suo capitano, perde Gustov e la direzione della Cervelo, sua squadra, impone al belga di rallentare e per aspettare il capitano. Pauwels rallenta, ma non riesce a seguire gli ordini. Rallenta, si sgrana da Bertagnolli,, ma non aspetta il capitano, si unisce agli immediati inseguitori e arriva secondo con una volata rabbiosa.

Nel lontano 1923, tale Ottavio Bottecchia, viene ingaggiato per il Tour come gregario del grande e popolare Henry Pellissier. Prende la maglia gialla, ma dovette cederla, come da contratto, al suo capitano. L'anno dopo vinse lui il Tour tenendo la maglia gialla dalla prima all'ultima tappa. Disse che coreva per far perdere Pellissier. Insomma gli strateghi delle corse dovrebbero tener conto dell'affermazione folgorante di Franz Kafka: "è calciando un asino che te ne può venire un calcio".

La tappa è diventata importante "virtualmente" per la vetta della classifica. Basso, finalmente, attacca nel finale nelle salite di Monte Casale e Monte Trebbio. Non uno scatto, ma una progressione ruvida, di quelle che fanno male. Solo Garzelli rimonta e gli tiene la ruota. I due guadagnano un minuto sul gruppo che comprende gli uomini di classifica. Ma vengono ripresi e l'assalto di Basso si trasforma in un esercizio retorico. Ma forse non inutile. La fuga non ha esiti anche perché, Di Luca, Menchov, Sastre e Leppheimer(non molto brillante sugli scatti) trovano due gregari in Seeldrayers e Lastras.

Il belga e lo spagnolo fanno parte di Quick Step e Caisse d'Epargne.Le alleanze trasversali non sono un'invenzione paranoica. Un fatto è certo.Di amicizie non sembra averne tante la Liquigas, tutto il contrario degli inseguitori in chiara difficoltà. Ma chi veniva aiutato? Menchov e Di Luca, Sastre, Leppheimer? Alle prossime tappe l'ardua sentenza o meglio l'offerta migliore.

Domani tappa decisiva, completamente nuova per il Giro. Si svolge tutta in provincia di Pesaro Urbino. Sai affronta il Monte delle Cesane (pendenze 18%), cantato dal poeta Piesanti che insegna letteratura italiana all'Università di Urbino, Monte Nerone, Monte Catria, mitica selvaggia ed umana Carpegna dal mitico prosciutto e non solo. Si arriva sul Monte Petrano dopo una scalata di 10 Km. al 13% di pendenza.

Tappa importante che può diventare un percorso classico dei futuri giri. Fino al duocentenario? Speriamo che in quella data lontana, le salite più difficili e non solo gli strappi, siano vicini ai traguardi. Perché altrimenti la gara sembra annacquata.

24/05/2009





        
  



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