C'è Spina...ma la Samb non si accende
San Benedetto del Tronto | L'ingresso del costruttore non dà la scossa. Samb modesta e un pò rassegnata.
di Veleno

Il centrocampista rossoblu Filippo Forò.
Neanche la scossa del cambio del vertice della Samb ha ridato vitalità a questa Samb. Contro il Lecco la solita Samb dimessa, timorosa e senza idee. Lo schema di gioco è sempre lo stesso, monotono e inadatto:un 4-3-2-1. Un alberello di Natale squallido e disadorno.
Mi domando cosa è cambiato dopo l’esonero di Piccioni. Quasi nulla. Ci intestardiamo a fare lanci lunghi su Cammarata sperando in un miracolo, mentre Pietribiasi e Titone continuano nelle inutili giravolte su se stessi, improbabili foche da circo.
A centrocampo tre interditori a farsi il mazzo per tappare buchi ma né Palladini, né Forò e tanto meno Traini sono in grado di costruire gioco.
Mentre siamo davanti al muro del pianto a versare lacrime amare il nostro ex di turno, Carlini, s’impietosisce per cotanto dolore e ci grazia per ben due volte.
Al 24°, tanto per gradire, solita distrazione difensiva, Montalto può calciare senza ostacoli, dal limite incrocia la palla sul secondo palo. Il tiro non è proprio di quelli irresistibili ma Marconato fa fatica a trattenerlo. Carlini così ha tutta la porta spalancata per appoggiare in rete. Incredibile ma vero, la manda fuori.
Al 42° Carlini concede il bis. Marino e Lanzoni fanno le belle statuine su una triangolazione Romanelli, Montalto, Carlini. Carlini si ritrova solo davanti a Marconato. Basta un tocco per metterla in rete ma...il rimorso gli morde il cuore (forse) e ciabatta malamente la palla che sorvola abbondantemente la traversa.
Mentre la rassegnazione ci comprime l’anima ecco uno squarcio di luce nelle tenebre. Nei minuti di recupero cross di Sirignano, testa di Traini, Andreoletti vola e salva.
Basta questa scintilla per riaccendere la fiamma del tifo. I cori rimbombano al Riviera come ai bei tempi, la Samb ha un guizzo d’orgoglio. Al 59° Cammarata riceve una palla schizzata via da una mischia a centrocampo, serve Titone sulla sinistra tutto solo. L’ala ( si chiamerà ancora così?) vola dritto verso la porta, è solo davanti al portiere, prende la mira... con sette metri di porta spalancata cavolo va a centrare proprio i piedi di Andreoletti. Con quello che hanno fatto vedere Carlini e Titone mi domando: ma siamo sicuri che si tratti di prima divisone?
Da questo momento in poi tutto si affievolisce lentamente. Prima il timido entusiasmo di quel quarto d’ora di gioco decente, poi i cori.
Brutto segno, questa si chiama rassegnazione.
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19/04/2009
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