La splendida Croce della Pace dopo 500 anni torna ai Teramani grazie all'avv. Massimo Vitelli.
Teramo | Nel piazzale del Santuario della Madonna delle Grazie la cerimonia di inaugurazione del monumento dopo il restauro conservativo. Finanziato per 30mila euro dallAmministrazione Chiodi. Non resta che istituzionalizzare la Festa della Pace.
di Nicola Facciolini
La Croce della Pace a Teramo dal 1559.
La Croce della Pace dopo 500 anni torna ai suoi antichi splendori riconsegnata ai Teramani e agli Abruzzesi, grazie al lavoro di restauro e conservazione ad opera dell'architetto Raffaella Devangelio, della dott.ssa Lara Ferretti. Per interessamento dell'ex assessore comunale, l'avv. Massimo Vitelli. La Croce troneggia magnificamente nel piazzale del santuario della Madonna delle Grazie, dedicato a Madre Teresa di Calcutta, incastonata nello spazio religioso del convento dei frati francescani. Un'opera dal costo di 30mila euro, "con possibilità di recupero dal Ministero competente del 40-45% circa della somma stanziata" - assicura Massimo Vitelli.
La cerimonia di inaugurazione del cinquecentesco monumento, si è svolta giovedì 27 novembre 2008 alla presenza delle autorità religiose e civili cittadine. In tempi oscuri come i nostri in cui si stanno rimuovendo crofisissi un po' dappertutto, con leggi e sentenze made in Europe, non è poco. La sensibilità e il grande senso civico dei responsabili del Comune di Teramo, ha restituito ai cittadini un simbolo di vita, pace, speranza, fede e carità. La Croce della Pace è stata oggetto di un intervento di restauro e conservazione molto importante. Il monumento è posizionato nella sua originaria collocazione.
Nel corso della cerimonia il progettista, l'arch. Raffaella Devangelio, ha illustrato i particolari dell'operazione. "Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato all'intervento: il Comune di Teramo che ha finanziato l'opera, Mons. Michele Seccia per la sua partecipazione e disponibilità, l'impresa che ha realizzato i lavori (Renex di Starinieri), in particolare la dott.ssa Lara Ferretti che ha seguito concretamente il restauro con devozione e passione. Un grazie alla città di Teramo che mi ha dato questa opportunità di accrescere le mie conoscenze: sono veramente orgogliosa e onorata. Grazie ai frati francescani del santuario della Madonna delle Grazie, in particolare a P. Claudio". Cerimonia proseguita con i riti religiosi della benedizione e della Messa, officiati dal vescovo mons. Michele Seccia. La finalità dell'intervento è stata quella di attuare un restauro conservativo del manufatto, restituendolo a una configurazione molto vicina a quella originaria prescindendo da ulteriori interventi specifici sulla piazza.
Nel corso della cerimonia il progettista, l'arch. Raffaella Devangelio, ha illustrato i particolari dell'operazione. "Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato all'intervento: il Comune di Teramo che ha finanziato l'opera, Mons. Michele Seccia per la sua partecipazione e disponibilità, l'impresa che ha realizzato i lavori (Renex di Starinieri), in particolare la dott.ssa Lara Ferretti che ha seguito concretamente il restauro con devozione e passione. Un grazie alla città di Teramo che mi ha dato questa opportunità di accrescere le mie conoscenze: sono veramente orgogliosa e onorata. Grazie ai frati francescani del santuario della Madonna delle Grazie, in particolare a P. Claudio". Cerimonia proseguita con i riti religiosi della benedizione e della Messa, officiati dal vescovo mons. Michele Seccia. La finalità dell'intervento è stata quella di attuare un restauro conservativo del manufatto, restituendolo a una configurazione molto vicina a quella originaria prescindendo da ulteriori interventi specifici sulla piazza.
La croce, dall'indiscutibile valore storico, da sempre è legata al santuario e identifica una forte permanenza nella memoria locale. "Vari storici locali documentano che - spiega l'arch. Raffaella Devangelio - la croce esisteva prima della metà del ‘500 quando fu scelta come riferimento e punto d'incontro presso cui fu stipulata e celebrata la pace cittadina con l'istituzione della Festa della Pace". Ben "La prima Festa della Pace in assoluto, cinque secoli prima di Paolo VI" - ci ricorda Mons. Seccia. Il Muzii, ripreso poi dal Palma, raccolta che nel marzo 1559 per ordine del Vicerè del regno furono stipulate le paci fuori della chiesa della Madonna delle Grazie, per ringraziare Maria Santissima e San Berardo della ritrovata concordia. Venne così istituita la Festa della Pace da celebrarsi ogni anno la Domenica In Albis (la prima dopo la Pasqua di Resurrezione) con grande solennità. Queste cerimonie si svolsero fino al 1768 quando nella processione pomeridiana dell'antica festa - come affermava il Palma - non resta che l'offerta del cero che il sindaco fa nella messa solenne e nella processione del mattino. Nel corso degli secoli questo monumento, considerato forse obsoleto e privo di valore storico-sociale, ha subito di tutto e di più. Nell'era del consumismo, negli anni '70 del secolo scorso, da simbolo cittadino la Croce diventa pian piano monumento all'abbandono e all'incuria, finendo addirittura come palo dove stendere i tappetini presso un benzinaio. Nel 1984 la Croce fu recuperata da Padre Claudio Narcisi, frate francescano del santuario della Madonna delle Grazie, e inaugurata nella nuova collocazione davanti al santuario mariano. Fu proprio grazie a questo recupero è stato possibile il restauro.
Nel corso degli anni associazioni culturali teramane, storici e uomini di cultura hanno cercato di riscoprire il monumento e la Festa della Pace evidenziando la loro importanza con una rievocazione storica reintrodotta nel 1993 e poi persasi per strada. La sfilata dei 4 quartieri storici aprutini: San Giorgio, San Leonardo, Santo Spirito e Santa Maria Bitetto, celebra la fine della secolare guerra fratricida tra opposte fazioni cittadine. In un percorso allegorico che secoli or sono seguirono le matrone della città per ringraziare il Duca d'Acquaviva per aver messo fine alle lotte intestine tra Melatini e Antonelli e aver ristabilito la pace. Proprio presso la Croce le 4 Paciere rinnovano, nelle mani del Priore del sacro convento francescano, con il "tortizio di cera", l'offerta di pace. "Il primo approccio al restauro conservativo della Croce della Pace - rivela l'arch. Raffaella Devangelio - è stato possibile grazie a una conoscenza diretta per calibrare meglio i lavori".
Che cosa significa restauro conservativo?
"Significa progettare e realizzare una serie di interventi che - rivela l'arch. Raffaella Devangelio - mirano a rimuovere le cause del degrado, o meglio rallentare questo processo, attraverso la conservazione della materia, grazie a una sorta di congelamento dello stato in cui lo vediamo. Restauriamo concretamente la materia, in questo caso il travertino di origine locale, come hanno dimostrato le indagini conoscitive, ma ciò che invece conserviamo è il riconoscimento della Croce della Pace come un documento storico. Un documento di pietra da trasmettere alle generazioni future, che ci apre le pagine della storia di Teramo, una storia del passato che rileggiamo ogni giorno attraverso questo manufatto dal profondo significato religioso, segno e memoria riconoscibile di un evento". Non solo restauro materico.
"Significa progettare e realizzare una serie di interventi che - rivela l'arch. Raffaella Devangelio - mirano a rimuovere le cause del degrado, o meglio rallentare questo processo, attraverso la conservazione della materia, grazie a una sorta di congelamento dello stato in cui lo vediamo. Restauriamo concretamente la materia, in questo caso il travertino di origine locale, come hanno dimostrato le indagini conoscitive, ma ciò che invece conserviamo è il riconoscimento della Croce della Pace come un documento storico. Un documento di pietra da trasmettere alle generazioni future, che ci apre le pagine della storia di Teramo, una storia del passato che rileggiamo ogni giorno attraverso questo manufatto dal profondo significato religioso, segno e memoria riconoscibile di un evento". Non solo restauro materico.
"L'intervento ha avuto anche un altro obiettivo: restituire un monumento garantendo una certa sicurezza rispetto alla stabilità di forze orizzontali, rispetto al vento ed al sisma, attraverso una serie di connessioni molto innovative che sono state fatte, in acciaio inox, creando una sorta di reversibilità dell'intervento secondo i principi tipici del restauro". Per valorizzare la Croce della Pace sono stati posti dei faretti a raso carrabile "che sicuramente valorizzano questo monumento costituito da 7 gradini, com'era originariamente". Durante la realizzazione dei lavori molti cittadini si sono fermati a vedere ed a chiedere all'architetto del perché di questo asfalto intorno alla Croce.
"Per motivazioni anche di carattere economico: la mancanza di fondi per realizzare una pavimentazione adeguata, ha indirizzato le scelte progettuali. E' stata così riproposta quest'area circolare con il semplice manto d'asfalto. L'idea iniziale era di riproporre il monumento così come ci appare in una delle più antiche immagini della Croce della Pace: far partire i gradini direttamente dal piano di calpestio della piazza che oggi si configura come un grande parcheggio asfaltato, dunque, senza carattere storico reale e riconoscibile". Si è scelta così la strada del non intervento, "ossia della neutralità nei confronti di un possibile pavimento specifico o emergente intorno al monumento. Che rappresenta, con la sua storia, l'eccezione della piazza". Il semplice segno a terra che delimita l'area di pertinenza della croce (la fascia circolare di travertino), vuole sottolineare la sacralità e il rispetto del monumento depositario di valori universali, di cinque secoli di storia e pace aprutina che vengono restituiti alla cittadinanza intera. Il restauro ha restituito la forma originaria, piena di simboli e richiami religiosi, e consegna ai cittadini un testimone della sua storia che i giovani ora sono chiamati a trasmettere. Non resta che istituzionalizzare la Festa della Pace.
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28/11/2008
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