Abbate e Gomez presentano il loro libro su Provenzano e la mafia
San Benedetto del Tronto | Un viaggio nella Mafia spa, un'organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale.
La Copertina del libro di Abbate e Gomez
Lirio Abbate e Peter Gomez presentano il loro libro I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento (Fazi, 2007, 353 pagine, 15 euro). La serata sarà condotta dal sostituto procuratore Ettore Picardi e dal giornalista del Messaggero Patrizio Patrizi.
Peter Gomez collabora con "l'Espresso" e "Micromega" dopo aver scritto per "Il Giornale" di Montanelli e per "La Voce". Gomez deve però la notorietà presso il grande pubblico grazie alla sua collaborazione con Marco Travaglio. Nei suoi libri così come nei sui articoli continua a denunciare gli scabrosi rapporti tra politica, alta finanza, corruzione e mafia.
Lirio Abbate comincia la sua carriera giornalistica nel 1990 al "Giornale di Sicilia" di Palermo, dove rimane fino al 1997. Cronista della Stampa di Torino dal 1998, segue i processi e le inchieste di mafia, occupandosi in particolar modo dei rapporti tra criminalità organizzata e politica. In Sicilia si ritrova unico giornalista presente sul luogo al momento della cattura del capomafia Bernardo Provenzano, potendo così dare la notizia della cattura con tutti i particolari del blitz in diretta.
Da uno dei maggiori giornalisti d'inchiesta italiani e da un grande esperto di cose siciliane, un libro ricco di materiale inedito (intercettazioni di telefonate tra i figli di Provenzano, documenti tratti da inchieste giudiziarie sui favoreggiatori) su Provenzano, la nuova mafia e i suoi rapporti con la politica. Un libro esplosivo che ricostruisce, con documenti e testimonianze inedite, la ragnatela di rapporti che hanno permesso a Provenzano di restare libero per quarantatre anni.
Un viaggio nella Mafia spa, un'organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale, ha uomini infiltrati nelle banche, nelle istituzioni economiche, come la Confindustria, e in quelle culturali, come l'università. In questo quadro l'arresto di Provenzano, più che il segnale della riscossa, diventa solo una tappa nella metamorfosi definitiva verso la mafia del terzo millennio: quella che alla lupara preferisce il doppiopetto.
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02/08/2007
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