Aggregati macroeconomici e struttura finanziaria
San Benedetto del Tronto | Imbriani C., Lopes A. edito da Utet, pp.416, 2007. Recensione di Felice Di Maro.
di Felice Di Maro
(La mia speranza è che ci sarà anche una rinascita fruttuosa di assistenza sociale)
Non è un messaggio di un anonimo ma di Pier Carlo Nicola, professore di economia presso l'università statale di Milano, autore di numerosi articoli e libri vari. Mi scuserà il professor Nicola se questa recensione inizia con il suo messaggio pubblicato su Mainstream mathematical Economics in the 20th Century (pag.466) nel 2000 dall'editore Springer di Berlino. Penso che l'obiettivo dell'economia anche se non dichiarato esplicitamente debba essere sempre quello della felicità dell'uomo e non quello della sua disperazione.
Il messaggio che si presenta ci invita ad essere ottimisti e quindi quanto meno dobbiamo impegnarci a coltivare speranze che potrebbero coincidere con le aspettative medie dei cittadini. Sia chiaro!! Che il mondo possa continuamente cambiare in meglio personalmente ne sono convinto anche se in questo nostro tempo è dura essere ottimisti. La nostra è un'era ritmata dal "capitalismo...", e lascio ai lettori l'aggettivo più appropriato con un invito a non essere troppo severi in quanto -almeno in Italia- siamo in democrazia parlamentare e ogni cittadino ha le sue responsabilità in quanto ognuno fa le sue scelte politiche e sociali liberamente.
Mainstream -l'opera di Nicola citata- significa "corrente principale...", e, della matematica economica nel ventesimo secolo. La sequenza storica dei lavori dei massimi esponenti dell'economia mondiale che Nicola ha offerto impone di relazionarsi con le maggiori acquisizioni che l'economia ha dato all'umanità. Il punto focale della sua opera è l'equilibrio economico generale. Alle nozioni principali, questa recensione si ispira.
Microeconomia e macroeconomia rappresentano solo divisioni metodologiche per scopi didattici. La prima indaga le scelte razionali del consumatore e delle aziende anche in condizioni di incertezza, l'altra l'insieme della contabilità dello stato con riguardo alle problematiche dell'occupazione e dell'inflazione (variazione dei prezzi). In economia. la ricerca corrente sia per gli aspetti dell'una che dell'altra è quasi sempre unitaria almeno come lavoro d'analisi. L'equilibrio economico così come si cerca sempre di raggiungere sia che si tratti di bilancio famigliare che di ente pubblico, azienda, Stato, è sempre un'approssimazione più o meno esatta ma il punto zero non lo si raggiunge mai. Intendendo per punto zero la piena soddisfazione degli attori in campo sia che siano i consumatori che le aziende.
A livello del mercato, gli equilibri economici sono sempre imperfetti nel senso che la concorrenza per quanto la si invoca continuamente nella pratica l'operatore economico ha sempre per oggetto di ricerca una complessità di sistemi formati da aree intrecciate di monopoli e oligopoli.
Occorre quindi che la ricerca sia sempre mirata ma nell'insieme che sia anche ampia e articolata. Il lavoro di Imbriani e Lopes, professori alla Sapienza di Roma e all'Orientale di Napoli, offre una interpretazione delle teorie e degli aspetti dei fenomeni economici e finanziari possiamo dire di rottura rispetto ai manuali d'ordine.
Sia chiaro non vi è una articolazione all'interno dei paragrafi con note dei dati bibliografici degli autori citati a livello di pagine numerate ma ogni capitolo presenta un quadro bibliografico ragionato che consente facilmente e con immediatezza di avere i riferimenti essenziali delle fonti d'autore di quel capitolo. Alla fine del volume tutti i big dell'economia mondiale anche se non sono stati trattati con intensità sono disponibili in una bibliografia generale che rappresenta veramente una banca dati di ottimo profilo per continuare le ricerche in biblioteca. Ovviamente si intende in una biblioteca specializzata di economia.
Come gli addetti ai lavori sanno la macroeconomia che studia anche le relazioni aggregate dell'economia non ha un quadro di teorie unanimemente accettato. Problematiche dell'occupazione, produzione di beni e servizi con i vari livelli di attività, mercati monetari e finanziari sono spesso al centro del dibattito anche aspro tra gli economisti sia su questioni metodologiche fondamentali che di utilizzo degli strumenti d'analisi. Politica fiscale, monetaria, problemi dell'inflazione e della disoccupazione in funzione degli eventi influenzano si voglia o no le decisioni del policy maker.
Le varie tematiche dell'economia sia a livello di finanza che di economia monetaria in funzione dei vari campi di ricerca corrente hanno oggi una base solida per quanto riguarda i quadri di riferimento. Quadri di riferimento che sono diventati con quest'opera -si voglia o no- uno strumento base, di rigore scientifico certamente, ma anche di facile lettura che con i vari riquadri offrono una immagine immediata della realtà del fenomeno che si sta analizzando. Un esempio il riquadro 10.1 pag.224, "Il tasso di disoccupazione in Italia" che oltre a raccordare le tematiche nel capitolo (10) dedicato ai prezzi, salari e occupazione, offre notizie sulla realtà italiana. Il capitolo rispetto all'edizione precedente è stato completamente rinnovato: i prezzi non sono considerati come fissi ma variabili.
Anche il capitolo 14 rappresenta una novità rispetto all'edizione precedente. Monetarismo e analisi macroeconomica offrono un quadro sia di efficacia didattica notevole e sia di informazione scientifica su quella che si chiama crescita economica nel lungo periodo.
Al di la dell'utilizzo dell'opera per i corsi di laurea gli Autori offrono uno strumento veramente di approccio sistematico ad una disciplina che ha un deficit di comprensibilità popolare. Mi scuseranno i proff. Pietro Alessandrini e Alberto Niccoli se in rete con questa recensione faccio invito ad aprire maggiormente le aule universitarie al grande pubblico. Con l'euro e al di là dei vantaggi e svantaggi quali sono veramente i strumenti di interpretazione a livello popolare? Può essere solo un corso di laurea? Sia chiaro! Come cittadini per rompere le catene dell'ignoranza -che a volte si taglia con il coltello- abbiamo solo la possibilità di frequentare un corso di laurea.
Ovviamente non intendo offrire nulla alla platea. Capire i concetti non significa poi essere veramente in grado di governare i processi economici che si vorrebbero. Interpretare non significa governare. Per essere protagonisti attivi in economia si voglia o no bisogna sbattere la testa contro il muro, ovviamente, proprio non è necessario superare la prova del chiodo.
Il modello teorico di riferimento rappresenta la base dello studio sistematico dell'economia. A pag. 3-4 gli Autori dichiarano che "la scelta del modello teorico più appropriato per indagare un determinato fenomeno e modelli diversi tendono a produrre risultati diversi". Rappresenta la definizione in riferimento in funzione del disaccordo degli studiosi sull'interpretazione dei fenomeni della macroeconomia. Segue "l'oggetto di studio" che ha una dimensione storica e qui il lavoro citato di Nicola rappresenta una immediata necessità dell'approccio sistematico. La terza, "il ruolo svolto dai giudizi di valore nell'analisi dell'economista". Ecco come per quest'ultima gli Autori offrono un quadro delle problematiche: "A differenza di quanto avviene nelle scienze naturali in cui lo scienziato è esterno rispetto al proprio oggetto di studio, in economia, come in tutte le altre scienze sociali, l'economista studia questioni della società in cui vive e di cui egli è parte integrante". L'economista quindi non può essere estraneo alle scelte del policy maker. L'opera offre molte informazioni, ovviamente siamo in una rete molto stretta con itinerari che possono ridurre la distanza che si coglie tra produzione scientifica di interpretazione dei fenomeni ed aspettative delle classi sociali in difficoltà economica.
Gli autori hanno sistematicamente informato delle pubblicazioni in italiano degli autori citati.
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21/07/2007
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