Un libro sulla coltivazione dello zafferano nel maceratese
Castelraimondo | Prove di coltivazione e vocazionalità dello zafferano nel territorio montano e pedemontano maceratese è questo il titolo del volume che verrà presentato lunedì 23 luglio, presso il centro benessere Borgo Lanciano
"Prove di coltivazione e vocazionalità dello zafferano nel territorio montano e pedemontano maceratese". Questo il titolo del volume che verrà presentato lunedì prossimo, 23 luglio, a partire dalle 17,30 nel corso di un incontro che si svolgerà presso il centro benessere "Borgo Lanciano" in località Lanciano di Castelraimondo.
La pubblicazione si inserisce nell'ambito del progetto di ricerche sulla vocazionalità del territorio del Gal Sibilla per la coltivazione dello zafferano, un progetto che vede coinvolto il Dipartimento di Botanica ed Ecologia dell'Università degli studi di Camerino, nella figura del professor Andrea Catorci, ed avrà il sostegno importante della Provincia di Macerata per il suo sviluppo futuro. Alla presentazione del volume prenderanno parte il presidente del Gal Sibilla, Luciano Ramadori, l'assessore all'Agricoltura della Provincia di Macerata, Luigi Carlocchia, gli autori dello studio e del volume Andrea Catorci, Demetrio Pancotto e Sabrina Cesaretti.
Da tempo nel territorio montano e pedemontano del maceratese è stato avviato un progetto volto alla coltivazione non solo dello zafferano ma anche di altre piante officinali e medicinali. La sperimentazione, realizzata in vari appezzamenti di terreno, ha già interessato i territori di Podalla di Fiastra (a 900 metri di altitudine), Capriglia di Pieve Torina (500 metri), Vallato di San Ginesio (600 metri) e Rambona di Pollenza (250 metri) ed ha consentito di stabilire, nel caso specifico, che la produzione di zafferano è assolutamente confacente alle attività agricole di determinate zone e altitudini della provincia di Macerata. In alcuni casi la resa e il pregio dello zafferano coltivato in provincia, infatti, sono risultati addirittura superiori a quelli del territorio di origine, cioè Navelli (Abruzzo). Infatti due aziende agricole hanno già avviato questa attività in proprio e il prodotto risulta venduto addirittura per i prossimi anni.
Molto bene è risultata anche la sperimentazione per la malva e la melissa. In particolare quest'ultima fornisce un prodotto eccellente con principi attivi molto più alti rispetto ad altre località. Nel 2006 in provincia di Macerata sono stati utilizzati 506 ettari di terreno per la produzione di prodotti finora alternativi, con particolare attenzione a timo, salvia, origano, lino, menta e coriandolo. Due anni fa erano appena 90 gli ettari di terra destinati a questo tipo di colture. Oggi invece sono interessate a tali produzioni ben 74 aziende agricole. Per molte di esse le colture alternative possono rappresentare un'alternativa economica.
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21/07/2007
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