In Abruzzo madri sempre più istruite e presenti nel mercato del lavoro
Teramo | Aumenta il numero dei bambini che frequentano lasilo nido pubblico e soprattutto privato, ciò a discapito prevalentemente dei bambini affidati alle baby-sitter o accuditi dagli stessi genitori
di Luigina Pezzoli
Incrementa, nella regione Abruzzo, il numero dei bambini che frequentano l'asilo nido pubblico e soprattutto privato, ciò a discapito prevalentemente dei bambini affidati alle baby-sitter o accuditi dagli stessi genitori. Una tendenza a conferma che le madri marchigiane, specialmente con titolo di studio medio alto, sono impegnate nel mercato del lavoro e questo a volte comporta difficoltà nel conciliare il tempo da dedicare alla famiglia.
Tra le madri che non si avvalgono di un asilo nido, circa il 31%, ha dichiarato che in realtà avrebbe voluto che i figli lo frequentassero. Il 24,3% dei bambini abruzzesi non frequenta l'asilo nido perché non ci sono strutture nel comune di residenza o sono troppo distanti, il 26,8% per mancanza di posti e poco più del 18% perché la retta è troppo cara. I restanti 11% per motivazioni riconducibili sia ad elementi di rigidità dell'offerta, ritenuti inconciliabili con i tempi di vita del bambino o familiari, sia alla qualità delle cure fornite mentre il 19,8% per altri motivi. Questo quanto emerge da uno studio dell'Istat i cui dati per l'Abruzzo sono stati rielaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V.
L'aumento del livello d'istruzione e il conseguente incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro si ripercuotono sulle loro scelte riproduttive. Tra le principali motivazioni che spingono le mamme marchigiane a lavorare sono: contribuire al bilancio familiare e l'esigenze di realizzazione personale. Il risultato più evidente è che decidono ritardare il tempo per diventare madri, e solitamente optano per un solo figlio. L'età media della madre alla nascita del primo figlio, infatti, è andata progressivamente aumentando raggiungendo oggi la soglia dei 29 anni.
Al contempo il consistente abbassamento della fecondità ha completamente trasformato la dimensione media delle famiglie marchigiane poiché il modello familiare destinato a prevalere sembra essere quello del figlio unico. Secondo le stime più recenti riferite all'anno 2005 nel nostro territorio nascono in media 1,33 figli per ogni donna in età feconda, siamo, dunque, tra i livelli più bassi di fecondità osservato nei paesi sviluppati. Le donne marchigiane, nonostante la scelta di avere un solo figlio, mostrano una elevata propensione a diventare madri, ciò a conferma che il calo della fecondità non è determinato dal rifiuto nei confronti della procreazione. Pertanto tra i motivi che spingono le neo mamme a fermarsi al primo figlio ci sono le spese per mantenerlo e, nella maggior parte dei casi, ritengono di aver un'età troppo avanzata per avere altri figli.
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25/05/2007
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