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Quasi conclusa la messa in sicurezza del Sistema Integrato Gran Sasso

Teramo | Ecco lo stato dell'arte sui lavori per la messa in sicurezza di laboratori Infn-gallerie A24-acquedotto Ruzzo. Riconosciuto il lavoro del Governo Berlusconi: niente Terzo Traforo come deciso dall'ex Presidente del Consiglio.

di Nicola Facciolini

Vasca di contenimento di emergenza.

Con l'interpellanza urgente presentata unitamente ad altri 37 colleghi parlamentari, l'on. Nicola Crisci ha chiesto al Governo Prodi di dare risposte chiare e puntuali sui lavori eseguiti e sulle opere ancora da realizzare per la messa in sicurezza del Sistema Integrato del Gran Sasso in conseguenza della grave situazione di emergenza socio-ambientale dichiarata dal Consiglio dei Ministri con ordinanza del 18-7-2003.

Nella risposta, Paolo Naccarato, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, ha dichiarato nella sostanza che l'emergenza è quasi finita, riconoscendo il lavoro svolto dal precedente governo Berlusconi.

"Attualmente - dichiara Naccarato - sono in corso le verifiche e i collaudi tecnico-amministrativi, il cui compimento è previsto entro la fine del 2007. Il completamento degli interventi inerenti il sistema antincendio, invece, è previsto per il mese di aprile 2008, mentre il relativo collaudo, ultimo atto dell'intervento, sarà espletato entro il mese di ottobre 2008".

Per quanto riguarda la realizzazione del terzo traforo del Gran Sasso, "spero di essere chiaro su questo punto e all'altezza delle attese, previsto che dalla legge n. 366 del 1990, si sottolinea come, non rientrando tale opera nel quadro emergenziale di competenza del commissario delegato, essa non possa essere inclusa tra le problematiche affrontate in sede commissariale. Infatti, ogni aspetto relativo agli interventi dell'intero complesso del sistema Gran Sasso-Monti della Laga attiene unicamente a programmi infrastrutturali di competenza regionale e nazionale e ad essi si farà riferimento".

Dunque, niente Terzo Traforo come deciso da Berlusconi. Il 16 agosto 2002, all'interno dei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, nel corso dell'esperimento denominato «Borexino», riguardante la misurazione dei neutrini solari e durante la fase di test di un impianto di filtrazione e di purificazione della sostanza chimica pseudocumene, "si è verificato - scrive Naccarato - un incidente che ha causato il versamento, nel pozzetto di drenaggio, di circa cinquanta litri della predetta sostanza".

Ciò ha determinato una situazione d'emergenza che ha richiesto un intervento straordinario di protezione civile, poiché è stata rilevata la presenza di una sostanza del tipo diisopropilnaftalene nelle acque destinate al consumo umano. Inoltre, l'area interessata è stata oggetto di studio in quanto sussisteva un collegamento idraulico ed idrogeologico tra tutte le sorgenti e gli sbarramenti.

"Pertanto, oltre al sequestro preventivo dei laboratori del Gran Sasso da parte della competente autorità giudiziaria, è stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi della legge n. 225 del 1992, deliberato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 giugno 2003. Sempre nel 2003 è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3303 e, successivamente, lo stato di emergenza è stato prorogato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 luglio 2004, sino al 31 dicembre 2005. Alla scadenza dello stato di emergenza, sono state emanate le ordinanze di protezione civile n. 3525 e n. 3536 del 2006 ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge n. 225 del 1992 (provvedimenti normativi non derogatori), con cui disciplinare le attività necessarie a garantire il definitivo rientro nell'ordinario".

Sempre sulla base di dette ordinanze, il commissario delegato ha effettuato gli interventi necessari per il superamento delle emergenze anche attraverso studi e progettazioni eseguiti in ambito commissariale con la condivisione e la partecipazione degli enti territoriali, della Regione Abruzzo, delle amministrazioni provinciali e comunali e, per gli aspetti specifici, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Quindi, si è ottenuto il dissequestro da parte dell'autorità giudiziaria e la ripresa delle attività di ricerca scientifica nell'ottica della sicurezza sotto il profilo idrogeologico e dei relativi approvvigionamenti idrici, nonché salvaguardando la sicurezza del livello autostradale e, in maniera specifica, all'interno della galleria dell'Istituto nazionale di fisica nucleare.

"Per quanto riguarda l'attività svolta dal commissario delegato, ingegner Balducci, si fa presente che quest'ultimo, oltre a provvedere all'individuazione e all'esecuzione di opere urgenti e indifferibili direttamente correlate al superamento dell'emergenza socio-ambientale, ha provveduto a far redigere studi interdisciplinari, da mettere a disposizione degli enti territoriali competenti, al fine di permettere interventi sul complesso sistema Gran Sasso - Monti della Laga, nell'ambito del definitivo rientro alla normalità".

In relazione ai tempi di esecuzione delle opere, i cronoprogrammi, cioè i tempi di attuazione delle attività effettuate dal commissario delegato, "sono stati articolati in ragione delle diverse esigenze connaturate alla peculiarità del sito e i corrispondenti finanziamenti sono stati suddivisi nel tempo. In particolare, i suddetti cronoprogrammi sono stati aggiornati di volta in volta, sulla base delle situazioni che si sono presentate in corso d'opera. Gli interventi sono stati eseguiti in ambiente ad elevata concentrazione di impianti e di attrezzature destinate alla ricerca scientifica, con scenari che non potevano essere preventivamente noti".

Tutti gli interventi sono terminati coerentemente con i pertinenti provvedimenti autorizzativi, ad eccezione di quelli relativi al sistema antincendio, come ricordato. "Tale eccezione deriva dal fatto che, a causa di un quadro normativo specifico rispetto alle peculiarità del Laboratorio nazionale Gran Sasso - Istituto nazionale di fisica nucleare, i suddetti interventi sono stati definiti con l'attivo contributo delle competenze dei Vigili del Fuoco, grazie al quale, allo stato, sono stati in buona parte già eseguiti. Inizialmente sono stati stanziati 110 miliardi di lire e, ad essi, si sono aggiunte ulteriori risorse messe a disposizione da altri enti, in particolare dall'Istituto nazionale di fisica nucleare. Tutto questo in rapporto alle specifiche esigenze che si sono palesate in corso d'opera".

Poiché la complessità del sistema Gran Sasso richiede, in ogni caso, interventi a più ampio raggio, "questi dovranno essere programmati, ulteriormente finanziati e affrontati dagli enti interessati (quali la regione, la provincia, l'ANAS, ecc.), anche sulla base degli studi messi a disposizione dall'ufficio del commissario".

Gli interventi effettuati dal commissario delegato non sono riconducibili alla fattispecie della normativa nazionale in materia di sicurezza e di segretezza, bensì al quadro legislativo concernente il Sistema Nazionale di Protezione Civile e, in particolare, a quanto disposto dalla legge n. 225 del 1992, articolo 5, recante «Stato di emergenza e potere di ordinanza» e, pertanto, non sono soggetti agli adempimenti previsti dall'articolo 33 della legge n. 109 del 1994, menzionato dall'onorevole interpellante.

"Inoltre il commissario, in rapporto a quanto previsto dall'articolo 5 della predetta ordinanza n. 3303 del 2003, ha provveduto a redigere periodici rapporti fornendo indicazioni sullo stato di attuazione dei programmi al Comitato tecnico scientifico, istituito ai sensi della medesima ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri". Secondo Naccarato a completamento degli interventi "sarà prodotta la relazione finale, che sarà senz'altro messa a disposizione di tutte le istituzioni".

24/05/2007





        
  



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