Da qualche anno, in molti degli alberghi dove ho alloggiato durante i miei viaggi, c’è un nuovo interessante servizio: la “library”. In pratica l’hotel mette a disposizione degli ospiti una libreria dove è possibile scambiare i libri: ad esempio io lascio l’ultimo romanzo che ho letto in aereo e, in cambio, prendo un libro lasciato da un altro ospite.

E’ inutile dire che questo servizio è molto comune all’estero e quasi inesistente in Italia: l’ho trovato solo in una pasticceria, tra l’altro ottima, di un paesino delle Dolomiti.

Non solo, nelle “library” che ho trovato, raramente ci sono libri in lingua italiana. Si può ribattere che l’italiano è una lingua parlata da una minima parte della popolazione mondiale, ma vi posso assicurare che gli italiani viaggiano moltissimo e li ho trovati anche nelle più sperdute isole del mare indocinese, mentre non ho mai trovato libri in italiano nelle librerie degli alberghi.
Non sto affermando una novità nello scrivere che gli italiani leggono pochissimo; per sostenere questa tesi basta leggere le statistiche che ogni anno ci pongono all’ultimo posto in Europa come lettori di libri.

Il motivo per cui ricordo questa vergognosa classifica è il susseguirsi di articoli sul “caso Ballestra” al Premio Volponi.
Sono, naturalmente, una tra gli scrittori invidiosi e ipocriti, come afferma l’arguto “veleno”, che, ad oggi, ancora non ha il coraggio di firmarsi con il proprio nome, che poiché non è diventata famosa come la succitata concittadina, non ha votato per lei come invece era mio dovere.

Non voglio partecipare a questo dibattito che trovo disgustoso, di basso livello e indice di una società decadente e per questo pongo solo due domande: tra quelli che difendono la Ballestra e accusano di scorrettezza la giuria e l’assessore Piergallini, chi ha letto il libro “La seconda Dora”? E tra quelli che lo hanno letto, immagino pochi, a chi è piaciuto?

Ad oggi non ho ancora incontrato una persona che mi abbia detto: “L’ho letto e l’ho trovato un bel libro”. Se questa persona esiste, si faccia avanti e sarò ben felice di aprire un dibattito che sarà sicuramente più costruttivo di questo chiacchiericcio vuoto tipico dei nostri tempi.

Qualcuno mi spiega poi perché dovevo votare un libro solo perché l’autrice è di Grottammare?